Milano: Aler, case popolari e sfratti proviamo a cambiare passo

Milano: Aler, case popolari e sfratti proviamo a cambiare passo

Matteo Prencipe, segretario Provinciale PRC Milano -

Da tempo Rifondazione Comunista ed altri soggetti politici della sinistra milanese, insistevano sulla necessità di un cambio di passo dell’Amministrazione Pisapia su periferie, degrado dei quartieri popolari, sfratti e mala gestione delle case popolari di ALER. Sappiamo quanto sia grande la sofferenza sociale nei quartieri popolari, dove si inizia a vivere proprio sulla casa “guerre tra poveri”. E’ qui, nel degrado e nell’abbandono di interventi che anche la malavita prospera, rendendo invivibile l’esistenza in molte case popolari. Le case popolari, un tempo vanto della tradizione della sinistra, con la gestione prima dei privati e poi dell’ALER subiscono un degrado di vivibilità un tempo impensabile. Grandi quindi sono i rischi di ingovernabilità di intere fette di territorio della città ed in questa ingovernabilità la malavita e anche i furbi prosperano.

Il fallimento gestionale/amministrativo ed economico dell’ALER, della scellerata ventennale gestione della Regione Lombardia è sotto gli occhi di tutti. Di fronte alla disdetta di ALER relativa alla gestione delle Case del Comune di Milano, all’impossibilità di creare una nuova società pubblica che vedesse protagonisti alla pari gli enti, all’esplosiva situazione di degrado delle case comunali era impensabile non intervenire. E’ maturata quindi nell’Amministrazione e nei partiti della maggioranza consigliare, la coraggiosa decisione di “prendere in mano” la gestione del governo del proprio patrimonio edilizio. Una scelta nuova nel panorama nazionale.

MM Milanese (società interamente del Comune di Milano) sia pure in fase sperimentale, si incaricherà di avviare una nuova gestione, vicina ai quartieri e tecnicamente in grado di rispondere alle principali emergenze presenti nelle 28.000 case popolari comunali. E’ un passaggio cruciale nella politica dell’Amministrazione Pisapia, su cui si gioca molto della sua credibilità provando a far toccare con mano, che si può cambiare registro e dare risposte concrete alle richieste dei cittadini.

Se questa scelta sarà accompagnata come vogliamo, dal blocco in città degli sfratti  per morosità incolpevole (oggi consentito in parte da un apposito decreto governativo), dall’ampliamento dei patti di consegna degli alloggi vuoti perché parzialmente inagibili agli inquilini disponibili alle piccole ristrutturazioni (scalando il prezzo dall’affitto), saremmo di fronte ad una novità politica di rilievo ed a una giusta “sterzata” in senso popolare di cui si sente urgente la necessità. Non cambierà tutto e sarà certamente un lavoro duro, ma almeno si seguirà un nuovo percorso.

Noi sosteniamo questo percorso e saremo molto attenti su questo nuovo passaggio amministrativo, perché risponde alle richieste di urgenza che vengono dai quartieri e dai cittadini che chiedono di uscire dall’emergenza e dal degrado. Ci vogliono interventi immediati sia piccoli che grandi (pulizia, piccola manutenzione, portierato, decoro..etc) e urgenti assegnazioni degli alloggi agli eventi diritto. .

Non ci nascondiamo ovviamente, che esistono 60.000 cittadini milanesi che vivono comunque in case ALER e gestite dalla Regione Lombardia, ma un forte cambiamento di passo deve essere anche della Regione Lombardia di Maroni, affinché finisca il balletto indegno dei leghisti da 20 anni responsabili del dissesto ALER.

Attendere i tempi della Regione Lombardia, trattare costantemente con gli stessi responsabili del dissesto, sperando in un cambiamento impossibile, è una strada perdente e chi dice “che così si scatena una guerra tra poveri”, non si avvede purtroppo che tale guerra è già in corso e che solo un intervento coraggioso può evitare che questa degeneri facendo collassare i nostri quartieri popolari. In futuro la nascente Città Metropolitana, potrà essere l’ambito su cui avviare un cambiamento gestionale dell’edilizia pubblica, oggi và affrontata la dura realtà di chi vive nelle case popolari. La gente dei nostri quartieri popolari meritano di vivere con dignità e nella serenità.

 


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