Iraq, Amato: “Barbarie dell’Isis è risultato delle politiche imperialiste”
Pubblicato il 21 ago 2014
di Fabio Amato, responsabile Esteri PRC -
La barbarie che vive l’Irak sotto i colpi dell”Isis non è il frutto casuale degli eventi derivato da chissà cosa.
E’ il risultato delle politiche dell’imperialismo, degli Usa, della teoria del caos costruttivo perseguita per quello che chiamavano il progetto del nuovo medio oriente. Le armi con cui l’ISIS ha per tre anni portato il terrore in Siria e con cui lo fa oggi in Irak, (anche il giornalista Usa barbaramente decapitato era stato preso in Siria nel 2012, non in Irak ), sono quelle che gli sono state fornite da Usa, GB e Francia. Solo che fino a quando non erano minacciati i pozzi di petrolio e le basi americane in Iraq l’Isis, che è stato finanziato, addestrato ed armato dalle potenze imperialiste attraverso i loro alleati Qatar, Arabia Saudita e Turchia, non era un problema, anzi. Il fatto che le bande islamiste abbiano distrutto un paese come la Siria andava bene, perchè lì servivano e servono ancora ad abbattere Assad, che ha il problema di non essere un alleato degli Usa. La storia delle armi ai curdi è una barzelletta. Le armi le danno al governo irakeno che le dovrebbe dare ai kurdi irakeni, che di armi da parte degli usa in questi dieci anni ne hanno avute già un bel po’. E che sono ora nelle mani dell’ISis dopo il dileguarsi dell’esercito irakeno. Non le danno al PKK, che non le ha chieste e che invece viene considerato ancora un’organizzazione terrorista da Usa e UE. Quella che va messa in discussione è la politica dell’imperialismo e dei suoi alleati. Sono il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia, oltre a Usa, GB, e Francia le responsabili del disastro attuale. Vanno tagliati i loro sostegni all’Isis e alle altre forze che operano in Siria. Hanno fomentato gli odi etnici e sostenuto lo scontro sunniti-sciiti in chiave anti-iraniana. Questo è il modo per fermare oggi l’Isis e l’infame e orribile guerra settaria che divampa in Siria, Iraq e Libia e che rischia di diffondersi in tutto il medio-oriente. Si liberi Ocalan. Si fermino i finanziamenti sauditi, del Qatar e turchi ai gruppi armati jihadisti. Si riconosca l’autonomia della Rojava. Bush e Blair siano portati davanti ad un tribunale per i loro crimini.
E’ il risultato delle politiche dell’imperialismo, degli Usa, della teoria del caos costruttivo perseguita per quello che chiamavano il progetto del nuovo medio oriente. Le armi con cui l’ISIS ha per tre anni portato il terrore in Siria e con cui lo fa oggi in Irak, (anche il giornalista Usa barbaramente decapitato era stato preso in Siria nel 2012, non in Irak ), sono quelle che gli sono state fornite da Usa, GB e Francia. Solo che fino a quando non erano minacciati i pozzi di petrolio e le basi americane in Iraq l’Isis, che è stato finanziato, addestrato ed armato dalle potenze imperialiste attraverso i loro alleati Qatar, Arabia Saudita e Turchia, non era un problema, anzi. Il fatto che le bande islamiste abbiano distrutto un paese come la Siria andava bene, perchè lì servivano e servono ancora ad abbattere Assad, che ha il problema di non essere un alleato degli Usa. La storia delle armi ai curdi è una barzelletta. Le armi le danno al governo irakeno che le dovrebbe dare ai kurdi irakeni, che di armi da parte degli usa in questi dieci anni ne hanno avute già un bel po’. E che sono ora nelle mani dell’ISis dopo il dileguarsi dell’esercito irakeno. Non le danno al PKK, che non le ha chieste e che invece viene considerato ancora un’organizzazione terrorista da Usa e UE. Quella che va messa in discussione è la politica dell’imperialismo e dei suoi alleati. Sono il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia, oltre a Usa, GB, e Francia le responsabili del disastro attuale. Vanno tagliati i loro sostegni all’Isis e alle altre forze che operano in Siria. Hanno fomentato gli odi etnici e sostenuto lo scontro sunniti-sciiti in chiave anti-iraniana. Questo è il modo per fermare oggi l’Isis e l’infame e orribile guerra settaria che divampa in Siria, Iraq e Libia e che rischia di diffondersi in tutto il medio-oriente. Si liberi Ocalan. Si fermino i finanziamenti sauditi, del Qatar e turchi ai gruppi armati jihadisti. Si riconosca l’autonomia della Rojava. Bush e Blair siano portati davanti ad un tribunale per i loro crimini.
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