«Frontex non ha soldi». L’Europa gela Alfano

«Frontex non ha soldi». L’Europa gela Alfano

di Carlo Lania – il manifesto -

Immigrati. Un portavoce della Commissione europea smentisce la possibilità che l’agenzia possa subentrare all’operazione Mare nostrum

Sono bastate poche parole in arrivo da Bru­xel­les per far nau­fra­gare le spe­ranze ita­liane di vedere Fron­tex, l’agenzia euro­pea per il con­trollo delle fron­tiere, farsi carico delle decine di migliaia di pro­fu­ghi in fuga da fame e guerra. Nono­stante il pres­sing in tal senso che il mini­stro degli interni Ange­lino Alfano eser­cita da set­ti­mane nei con­fronti dell’Europa, ieri un por­ta­voce della com­mis­sione euro­pea ha di fatto escluso ogni pos­si­bi­lità di inter­vento. Fron­tex, ha detto Antony Gra­vili, è «una pic­cola agen­zia» senza mezzi, impos­si­bi­li­tata quindi a sosti­tuire nel Medi­ter­ra­neo le navi ita­liane impe­gnate nell’operazione Mare nostrum. Tocca a tutti i Paesi Ue, ha pro­se­guito il por­ta­voce, «fare di più con­tri­buendo con mezzi e finanziamenti».

Parole che hanno avuto l’effetto di una doc­cia fredda per Alfano che solo tre giorni fa aveva riba­dito per l’ennesima volta l’intenzione di met­tere fine a Mare nostrum entro otto­bre. E anche se con note­vole ritardo (la rispo­sta del mini­stro arriva solo a sera), la replica è secca. «Nes­sun sca­ri­ca­ba­rile a danno dell’Italia», dice il tito­lare del Vimi­nale, per il quale l’Ue «dice una cosa ovvia: non ci sono soldi e devono inter­ve­nire gli Stati mem­bri». Ma que­sto, chiede pole­mi­ca­mente Alfano, non è pro­prio il com­pito della Com­mis­sione? «Se Fron­tex è pic­cola occorre ren­derla più grande e anche al più pre­sto», per­ché «il pre­si­dio di tutta la fron­tiera euro­pea è com­pito stra­te­gico per il futuro dell’Unione. Il tema della fron­tiera è euro­peo — pro­se­gue Alfano — e non pos­siamo far­cene carico da soli, anche per­ché l’Italia, per molti migranti, è solo un Paese di tran­sito».
Il mini­stro alza la voce, ma in realtà Bru­xel­les non ha mai avuto real­mente inten­zione di farsi carico di un pro­blema che per molti dei 28 Stati mem­bri — e in par­ti­co­lare quelli del Nord Europa — riguarda soprat­tutto i Paesi più diret­ta­mente coin­volti dall’emergenza sbar­chi, a par­tire pro­prio dall’Italia. E nono­stante le buone inten­zioni mani­fe­state anche da auto­re­voli rap­pre­sen­tanti, come il nuovo pre­si­dente della Com­mis­sione Jean Claude Jun­ker, nes­suno ha mai detto di voler real­mente raf­for­zare Fron­tex. Al punto che l’8 luglio scorso Ceci­lia Malm­strom, com­mis­sa­rio agli Affari interni dell’Ue, ha usato le stesse parole impie­gate ieri dal por­ta­voce della com­mis­sione per smor­zare ogni illu­sione. «Fron­tex è una pic­cola agen­zia e non può suben­trare a Mare nostrum», ha detto invi­tando l’Italia a sedersi a un tavolo comune per sta­bi­lire cosa fare. E ieri il por­ta­voce è tor­nato a ricor­dare come l’Italia sia il paese che mag­gior­mente ha usu­fruito dei fondi desti­nati dall’Ue per l’immigrazione. «Ha avuto aiuti senza pre­ce­denti», ha pro­se­guito Gra­vili ricor­dando i 530 milioni di euro per il periodo 2007–2013 e i 315 milioni di euro stan­ziati per il set­ten­nato 2014–2020 ai quali si aggiun­gono o quelli pre­le­vati, per lo stesso periodo di tempo, dal Fondo per la sicu­rezza interna, che por­tano il totale di nuovo a 500 milioni.

Mare nostrum costa 9 milioni di euro al mese, soldi presi inte­ra­mente dal bilan­cio della Marina mili­tare che da otto­bre a oggi ha quindi speso 99 milioni di euro. Soldi ben spesi, per­ché ser­viti a soc­cor­rere e spesso a sal­vare la vita a decine di migliaia di migranti. Il bilan­cio di Fron­tex, ridotto a causa dell crisi eco­no­mica, ammonta invece per il 2014 a 89,197 milioni di euro, dei quali solo 21,440 desti­nati alle ope­ra­zioni marit­time in tutta l’Unione, quindi non solo nel Medi­ter­ra­neo meri­dio­nale. Chiaro che senza un forte impe­gno eco­no­mico da parte dei 28, decisi a rifi­nan­ziare in maniera cor­posa l’agenzia, l’Italia è desti­nata a restare da sola di fronte ai bar­coni cari­chi di dispe­rati. E que­sto nono­stante gli annunci che non solo Alfano, ma lo stesso pre­mier Mat­teo Renzi, hanno fatto nelle scorse set­ti­mane con­vinti di essere riu­sciti a far riflet­tere l’Unione della neces­sità di una mag­giore par­te­ci­pa­zione al pro­blema. Al punto che Renzi, nel discorso di avvio del seme­stre ita­liano, è arri­vato ad annun­ciare una non meglio pre­ci­sata Fron­tex plus con cui l’Europa avrebbe fron­teg­giato l’emergenza sbarchi.

Le parole di Bru­xel­les sono state l’occasione per Lega e Forza Ita­lia per tor­nare ad attac­care Mare nostrum. «Alfano e Renzi sono stati smen­titi dalla com­mis­sione Ue. Altro che ‘Fron­tex pren­derà il posto di Mare nostrum’ come più volte dichia­rato dal pre­mier e dal mini­stro dell’interno: i con­tri­buenti ita­liani con­ti­nue­ranno a pagare l’invasione pro­gram­mata dal governo per­ché l’unione se ne lava le mani», ha detto il leghi­sta Mas­si­mi­liano Fedriga. «Il governo la smetta di pren­dere in giro gli ita­liani e inter­rompa subito Mare nostrum — ha detto invece Mau­ri­zio Gasparri, Fi -. Dopo la sor­tita di Fron­tex, una ragione in più per porre fine a que­sta vergogna».


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