Italia e Israele: caccia di Tsahal sui cieli di Sardegna

Italia e Israele: caccia di Tsahal sui cieli di Sardegna

reportage di Emanuele Giordana – il manifesto -

Israele/Italia. Tsahal e l’esercito italiano si eserciteranno assieme sui cieli della Sardegna a partire dal 21 settembre prossimo

Per miglio­rare le pre­sta­zioni degli avieri israe­liani, che in que­sti giorni sono in piena atti­vità sui cieli di Gaza, Tsa­hal e l’esercito ita­liano si eser­ci­te­ranno assieme sui cieli della Sar­de­gna a par­tire dal 21 set­tem­bre pros­simo, nel qua­dro di atti­vità pia­ni­fi­cate sull’isola come spiega il “Pro­gramma per il secondo seme­stre 2014″ pre­pa­rato dal mini­stero della Difesa.

La noti­zia, uscita giorni fa in un arti­colo a firma Enrico Fresu sull’Unione Sarda, ha sca­te­nato una rea­zione che, dal web alla giunta regio­nale, regi­stra assai più che un malu­more per una tem­pi­stica assai poco oppor­tuna e per­ché va a inne­starsi su una vec­chia pole­mica: quella sulle “ser­vitù mili­tari” dell’isola tanto che a giu­gno il Comipa (Comi­tato misto pari­te­tico sulle ser­vitù mili­tari, tavolo isti­tu­zio­nale isti­tuito nel 1976 per con­ci­liare i pro­grammi delle instal­la­zioni mili­tari con i piani ter­ri­to­riali regio­nali) aveva già boc­ciato il calen­da­rio dei pro­grammi di adde­stra­mento per il secondo seme­stre del 2014 in pole­mica con lo Stato maggiore.

Ma alla calma che regnerà nel periodo estivo fino alla terza decade di set­tem­bre, si affian­cherà tra meno di due mesi l’esercitazione con­giunta con le forze armate israe­liane che rien­tra dun­que nelle atti­vità pre­vi­ste tra i due Paesi da una legge del 2005, cosa che smen­ti­sce le dichia­ra­zioni della Difesa secondo cui il trat­tato bila­te­rale non pre­vede ope­ra­zioni di que­sto tipo. Sulla vicenda ieri la Rete Disarmo e altre orga­niz­za­zioni paci­fi­ste hanno chie­sto al sot­to­se­gre­ta­rio agli Esteri Lapo Pistelli di fer­mare imme­dia­ta­mente qual­siasi soste­gno mili­tare a Israele men­tre la Rete della Peru­gia Assisi sta pre­pa­rando una let­tera aperta al mini­stro della Difesa Roberta Pinotti (che finora non si è espressa) e Sel sta pre­pa­rando un’interrogazione parlamentare.

Sulle eser­ci­ta­zioni (chi inse­gnerà a chi?) il docu­mento è parco di noti­zie ma dice che gli israe­liani vole­ranno con cac­cia F15 e F16 su Capo Fra­sca (costa cen­tro occi­den­tale) assieme ad altri aerei (dagli Amx ai Mirage) di vari alleati dell’Italia. Sgan­ce­ranno “arti­fizi” inerti — come si chia­mano in gergo – che pos­sono arri­vare a 1 ton­nel­lata di peso tanto che il docu­mento allerta le capitanerie.

La col­la­bo­ra­zione con Tsa­hal – che se non altro almeno per motivi di “oppor­tu­nità” appare del tutto fuori tempo e luogo — va dun­que oltre il ser­vi­zio appena reso dall’Alenia Aer­mac­chi a Tel Aviv con la con­se­gna, il 9 luglio scorso nella base aerea israe­liana di Hatze­rim, dei primi due veli­voli da “adde­stra­mento avan­zato” pro­dotti per la Israeli Air Force e che andranno a sosti­tuire i TA-4 attual­mente in ser­vi­zio. Altri sei M-346 LAVI per la Iaf sono già in fase avan­zata di assem­blag­gio finale men­tre altri 5 veli­voli sono nella fase di mon­tag­gio delle parti strut­tu­rali. Entro il 2016 è pre­vi­sta la con­se­gna dei 30 veli­voli ordi­nati in totale.

La Sar­de­gna ospita oltre il 60% delle “ser­vitù mili­tari” ita­liane (su un’area di 35mila ettari) e diversi cen­tri e poli­goni tra cui alcuni tra i più grandi d’Europa. Le pole­mi­che sono in corso da tempo sia per motivi eco­no­mici (danni al turi­smo) sia per motivi ambien­tali per la con­ta­mi­na­zione, anche da sostanze radioat­tive, di una vasta area del ter­ri­to­rio dell’isola che ospita strut­ture e infra­strut­ture di cui si serve, oltre alla Difesa ita­liana, anche la Nato: sol­tanto i poli­goni sono sette di cui quat­tro per­ma­nenti — Per­da­sde­fogu, Capo Fra­sca, San Lorenzo e Teu­lada — e tre occa­sio­nali – Igle­sias, Cagliari e Macomer.

Nel 2006 il Comipa ha boc­ciato i pro­getti pre­sen­tati dalle auto­rità mili­tari per la rea­liz­za­zione di una pista tat­tica a Quirra (sito già noto per il forte inqui­na­mento ambien­tale), la costru­zione di una recin­zione a Maco­mer e l’imposizione di ser­vitù mili­tari a pro­te­zione dell’impianto di Ser­renti e del Monte Limbara.


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