La “Strage dell’Eid”

La “Strage dell’Eid”

di Michele Giorgio – il manifesto -

Striscia di Gaza. Missili contro il muro perimetrale dell’ospedale Shifa e al campo profughi di Shate. Dieci palestinesi morti, tra i quali otto bambini. Israele nega ogni responsabilità e punta l’indice contro Hamas. In serata uccisi nove israeliani, forse tutti soldati, e altri dieci palestinesi. Netanyahu annuncia che l’offensiva militare andrà avanti

Tutto è pre­ci­pi­tato poco dopo le 5, nel pome­rig­gio, dopo una mat­tina di calma appa­rente. Anche se calma non è stata mai per dav­vero per­chè una can­no­nata aveva ucciso un uomo e un bam­bino di 4 anni a Shu­jayea. I pale­sti­nesi da parte loro ave­vano lan­ciato un razzo in dire­zione di Ash­qe­lon, senza fare danni. Nelle strade si comin­ciava a cre­dere alla pos­si­bi­lità che la calma, in occa­sione del primo giorno dell’Eid al Fitr, la festa isla­mica che chiude il mese di Rama­dan, potesse pro­lun­garsi anche nel corso della set­ti­mana fino al rag­giun­gi­mento di quell’accordo di tre­gua per­ma­nente che, nei desi­deri della gente di Gaza, dovrebbe por­tare libertà di movi­mento e un gene­rale miglio­ra­mento delle con­di­zioni di vita. All’ospedale Shifa, dove cen­ti­naia di fami­glie di sfol­lati hanno tro­vato, nei giar­di­netti, un posto dove accam­parsi, ad un certo punto sono arri­vati i volon­tari delle asso­cia­zione di carità per por­tare i regali ai bam­bini rima­sti senza casa. L’Eid al Fitr, per tra­di­zione, è la festa delle fami­glie e dei bam­bini che aspet­tano dolci, gio­cat­toli e qual­che moneta, come a Natale. Una col­lega ad un certo punto ha chie­sto a uno sfol­lato per­chè avesse scelto pro­prio lo Shifa dopo aver abban­do­nato Shu­jayea sotto le bombe 10 giorni fa. «Per­chè è il posto più sicuro per me e la mia fami­glia», aveva rispo­sto l’uomo senza esi­ta­zioni. E noi ave­vamo annuito.Invece non esi­stono più posti sicuri a Gaza. Tutto e tutto sotto tiro. Dopo gli ospe­dali el Wafa, Al Aqsa e Al Durra, ieri anche lo Shifa, in pieno cen­tro a Gaza city, è stato preso di mira. Non diret­ta­mente ma l’avvertimento è stato chiarissimo.

Un mis­sile di pic­cole dimen­sioni, spa­rato da un drone dicono i pale­sti­nesi, ha col­pito il muro peri­me­trale dell’area occu­pata dall’ospedale. I danni sono stati con­te­nuti ma l’accaduto ha creato caos e panico, soprat­tutto tra gli sfol­lati che in quel pre­ciso momento hanno com­preso di non essere più pro­tetti come cre­de­vano. Si è par­lato ini­zial­mente dell’uccisione di due per­sone ma la noti­zia poi è stata smen­tita. L’esplosione è avve­nuta men­tre allo Shifa comin­cia­vano ad affluire i feriti di un altro attacco, molto più grave, atti­buito da testi­moni pale­sti­nesi sem­pre a un drone, avve­nuto a non molta distanza dall’ospedale, nella zona interna del campo pro­fu­ghi di Shate. Una strage di bam­bini riu­niti, in occa­sione dell’Eid, in un pic­colo parco gio­chi con qual­che gio­stra. Otto pic­coli uccisi e due adulti, una qua­ran­tina i feriti, rife­ri­vano ieri sera fonti medi­che. Quando siamo arri­vati sul luogo dell’esplosione, le pic­cole vit­time erano già state eva­cuate allo Shifa. Sulla strada all’esterno del parco gio­chi c’erano lar­ghe pozze di san­gue che gli abi­tanti della zona sta­vano rimuo­vendo con sec­chiate d’acqua. In una di quelle pozze abbiano intra­vi­sto un pen­na­rello, una pan­to­fola e i pezzi di una pistola gio­cat­tolo, con ogni pro­ba­bi­lità rice­vuta ieri in dono da uno dei bimbi uccisi. A pochi metri due auto­mo­bili, ridotte dall’esplosione in ammassi di lamiere. Una era come cri­vel­lata di colpi, come se fosse stata col­pita da raf­fi­che di mitra. Ci hanno spie­gato che quei nume­rosi fori, rotondi, erano stati pro­vo­cati da schegge libe­rate dall’esplosione del razzo. Un gio­vane, con il volto insan­gui­nato, ha spie­gato ai gior­na­li­sti che droni israe­liani sor­vo­la­vano la zona al momento dell’attacco.

Un’altra strage di bam­bini, l’ennesima in que­ste tre set­ti­mane di offen­siva israe­liana con­tro Gaza. E tra i pic­coli uccisi alcuni cugini. Israele però ha negato di essere respon­sa­bile degli attac­chi con­tro lo Shifa e a Shate e ha addos­sato tutta la respon­sa­bi­lità ad Hamas «Pochi minuti fa – ha detto il por­ta­voce mili­tare Peter Ler­ner — ter­ro­ri­sti hanno lan­ciato razzi con­tro Israele: uno ha col­pito l’ospedale di Shifa, l’altro il campo pro­fu­ghi di Shate. Hamas ha chia­ra­mente usato il suo ces­sate il fuoco per rior­ga­niz­zarsi e pia­ni­fi­care attac­chi estesi».

In serata è inter­ve­nuto sull’accaduto anche il capo di stato mag­giore Benny Gantz, che ha riba­dito la ver­sione della respon­sa­bi­lità di “Ezze­din al Qas­sam”, il brac­cio armato del movi­mento isla­mico. Di fronte alle cre­scenti cri­ti­che inter­na­zio­nali per i mas­sa­cri di civili, Israele da alcuni giorni insi­ste con forza sulla tesi della respon­sa­bi­lità dei gruppi armati pale­sti­nesi nella morte di molti civili. Dome­nica, ad esem­pio, aveva anche smen­tito ogni coin­vol­gi­mento nell’uccisione, alla fine della scorsa set­ti­mana, di 17 sfol­lati pale­sti­nesi nella scuola di Beit Hanun, nel nord di Gaza. Più parti hanno fatto rife­ri­mento a tiri di carro armato, caduti nel cor­tile della scuola. Secondo il por­ta­voce mili­tare invece erano stati mili­ziani pale­sti­nesi a spa­rare razzi anti­carro dalla scuola. Israele, secondo que­sta ver­sione, avrebbe rispo­sto al fuoco con colpi di mor­taio, uno dei quali sarebbe caduto nel cor­tile della scuola in quel momento vuoto, quindi senza fare vit­time. E i 17 morti? Secondo i comandi mili­tari israe­liani, biso­gna chie­derne conto ad Hamas. Un reso­conto che con­tra­sta anche con le inda­gini svolte dalle Nazioni Unite che negano che all’interno della scuola col­pita si tro­vas­sero armi o miliziani.

Ieri al tra­monto quella che doveva essere una gior­nata di calma e di tre­gua non dichia­rata si è tra­sfor­mata in un nuovo inferno. L’esercito israe­liano ha chie­sto ai resi­denti di Shu­jaya e di Al-Zaytun di lasciare le pro­prie case – già quasi tutte abban­do­nate, senza con­tare che cen­ti­naia di abi­ta­zioni in quelle zone sono ormai dei cumuli di mace­rie — e di diri­gersi verso la parte cen­trale di Gaza. Israele si pra­pa­rava ad espan­dere ulte­rior­mente la sua offen­siva, anche in rap­pre­sa­glia per l’uccisione di quat­tro (pro­ba­bil­mente) sol­dati e il feri­mento di molti altri in una loca­lità della regione di Esh­kol (Neghev), in un attacco con mor­tai riven­di­cato da Hamas. Non molti minuti dopo, un com­mando di cin­que uomini di “Ezze­din al Qas­sam”, è sbu­cato da una gal­le­ria in ter­ri­to­rio israe­liano nei pressi di Nahal Oz e ha aperto il fuoco su di un gruppo di mili­tari prima di essere annien­tato, pare, da una can­no­nata. Ai resi­denti delle zone israe­liane di Shar HaNe­gev è stato chie­sto di restare nelle pro­prie case men­tre dalla Stri­scia par­ti­vano decine di razzi in dire­zione di diverse città israe­liane, anche della Gali­lea come Kar­miel e Zichron Yaa­kov, e di Cesa­rea sulla costa Mediterranea.

In tarda serata, l’annuncio del pre­mier Neta­nyahu che Israele non con­ge­lerà, anzi, espan­derà la sua offen­siva. «Non fer­me­remo l’operazione fin­ché non avremo neu­tra­liz­zato tutti i tun­nel del ter­rore. La comu­nità inter­na­zio­nale deve chie­dere la smi­li­ta­riz­za­zione di Gaza», ha aggiunto Neta­nyahu. Il mini­stro della difesa Yaa­lon ha invi­tato gli israe­liani ad avere pazienza per­chè l’offensiva andrà avanti. Nel corso della notte le radio pale­sti­nesi hanno rife­rito di un comu­ni­cato di “Ezze­din al Qas­sam” che pro­cla­mava di aver ucciso in un’imboscata tra le rovine di Shu­jayea altri 10 sol­dati israe­liani. Il bilan­cio di morti pale­sti­nesi, ridi­men­sio­nato dome­nica, dopo un nuovo con­teg­gio delle vit­time, ieri sera è tor­nato a quota 1.050 dopo quella che a Gaza chia­mano la “strage dell’Eid”.


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