Una sinistra autonoma e alternativa anche in Umbria
Pubblicato il 25 lug 2014
di Enrico Flamini* -
L’intervento di Alexis Tsipras in Piazza Farnese e l’assemblea nazionale de L’Altra Europa al Teatro Vittoria sono stati due appuntamenti decisivi per il presente e il futuro della sinistra in Italia. Tsipras lo ha detto chiaramente: la lotta al neoliberismo su dimensione continentale ha la necessità di azioni e contenuti radicali e concreti contro l’austerità, per la democrazia, i diritti, il lavoro e la pace. E queste campagne politiche devono e possono vivere nel sociale a partire dai territori. Dal locale al globale, come avevamo già intuito nella stagione dei movimenti. In effetti su questi contenuti la sinistra italiana è rientrata in un Parlamento: un successo, considerando l’oscuramento dei mezzi di informazione. Oggi la sinistra anche in Italia ha la possibilità di riorganizzarsi attraverso la sua storia di lotte e culture plurali. Certo, i nodi di cosa si intende per unità e del posizionamento elettorale alle regionali non sono stati ancora sciolti definitavamente. Penso soprattutto perchè è proprio su questi elementi che l’assemblea nazionale rischiava di riprodurre vecchie logiche. Del resto per superare anni di divisioni e lacerazioni servono tempo e pazienza. Ma l’appuntamento del Teatro Vittoria ha saputo non solo recuperare, ma anche liberare energie e propositi positivi, mettendo da parte le fastidiose e artificiali contrapposizioni tra società civile e partiti, in primo luogo, e poi tra generazioni. L’assemblea ha deciso un programma di iniziative contro le politiche dell’unione Europea e del governo Renzi, un programma di mobilitazioni per l’autunno: saremo in piazza con la Fiom, con gli studenti e contro il «Jobs Act» Renzi-Poletti. Lavoreremo a sostegno di una legge di inziativa popolare contro il pareggio di bilancio in costituzione, raccoglieremo le firme per i quattro quesiti del referendum contro il fiscal compact. Una stagione di lotte che troverà la sua conclusione in una manifestazione nazionale da tenersi a Roma il 22 novembre contro le politiche di austerità legata alla campagna nazionale e internazionale contro il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip). Insomma la sinistra torna a fare politica. Si è poi deciso l’allargamento dell’attuale coordinamento ai membri dei comitati territoriali e l’elezione di portavoce locali che rispetteranno la parità di genere. Insomma, seppur a piccoli passi, è iniziato un percorso di definizione democratica del soggetto politico sui territori. Proprio per questo ritengo positivo il fatto che sia stato chiarito, in vista delle consultazioni regionali, come siano le alleanze sociali a definire il posizionamento politico, non viceversa, adottando magari anche il metodo delle consultazioni di base. In effetti il problema non è tattico, ma politico. Un problema che occorre affrontare anche nella nostra regione, tenendo ben presente che l’Umbria subisce sempre più e giorno dopo giorno le ricadute pesanti delle politiche di Renzi e delle larghe intese, una regione drammaticamente colpita dalla disoccupazione, dalla recessione, dalla chiusura di aziende e dall’allargamento delle povertà. C’è bisogno di sinistra, c’è richiesta di sinistra, una sinistra politica e sociale, nè residuale, nè subalterna e capace di avanzare un proprio progetto autonomo di governo dei processi reali. Su queste premesse la responsabilità di fase per contribuire a costruire anche in Umbria la nuova soggettività politica unitaria della sinistra ce la sentiamo tutta. In verità non è per noi una novità, la novità sarebbe invece verificare che le disponibilità arrivano questa volta anche da chi fino ad oggi non le ha mai date, disponibilità che mi auguro non rimangano solo di carattere tecnico ed elettoralistico: di solo tatticismo si muore. Noi la sinistra la vogliamo fare davvero, provando a determinare il rinnovamento e una discontinuità rispetto alle più recenti esperienze, favorendo appunto la nascita di una sinistra collocata fuori dagli schemi tradizionali, inclusiva e plurale, per la pace, il lavoro e la democrazia, che mette al centro la crisi e le soluzioni per uscirne. Ma anche in Umbria, per dirla con Alexis Tsipras, “si inganna chi pensa un futuro politico al di fuori del percorso avviato alle europee”.
20/07/2014
*Segretario provinciale Prc Perugia
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