La lotta paga. Dopo 15 mesi i facchini vincono la vertenza Granarolo

La lotta paga. Dopo 15 mesi i facchini vincono la vertenza Granarolo

di Luciano Muhlbauer -
Un’altra buona notizia dal fronte della logistica. Dopo la positiva sentenza del processo Bennet di alcune settimane fa, dove sul banco degli accusati sedeva di fatto il diritto di sciopero, ora arriva anche la firma di un accordo sindacale tra S.I.Cobas e Legacoop sulla vertenza Granarolo, dopo 15 mesi di lotta contro il licenziamento di 51 operai.
La firma di un accordo sindacale rappresenterebbe la più normale delle notizie se parlassimo di altre categorie economiche, ma nel caso della logistica e della movimentazione merci, dove ormai predominano gli appalti e gli subappalti, le cooperative e la sistematica elusione dei più elementari diritti dei lavoratori, nonché l’uso abituale della repressione contro chi sciopera, un accordo sindacale rappresenta una mezza rivoluzione. Già, perché la primissima cosa che si nega ai facchini è il loro diritto di potersi organizzare sindacalmente e scioperare.
Con la firma di questo accordo, il 22 luglio scorso nella Prefettura di Bologna, si compie il primo passo verso il reintegro dei 51 facchini licenziati perché avevano scioperato (per i dettagli leggi il comunicato S.I.Cobas) e, per prima volta, la Legacoop riconosce il diritto di questi lavoratori, come peraltro prevedrebbe la nostra Costituzione, di potersi organizzare liberamente in un sindacato. È dunque un accordo importantissimo, perché rappresenta un precedente da valorizzare e da estendere, a partire da tutte le vertenze aperte, Ikea compresa.
Ma soprattutto occorre sottolineare un’altra cosa: la lotta paga! Già, perché questo accordo non è il frutto del caso o di una gentile concessione, bensì di una lotta durissima e prolungata, dove ci si batteva ad armi assolutamente impari. Da una parte i facchini e la loro determinazione, il piccolo ma preziosissimo sindacato di base S.I.Cobas, il sostegno militante di alcune realtà del movimento bolognese e una solidarietà diffusa che si espresse anche in altre città con la campagna di boicottaggio dei prodotti Granarolo. Dall’altra parte, non solo la potente Legacoop, sostenuta da un’analoga posizione da parte di tutti i giganti della grande distribuzione, ma anche l’ostilità, sovente molto attiva, da parte di Cgil, Cisl e Uil, di ampie parti dell’informazione mainstream e della grande maggioranza del mondo politico. Ma alla fine ha vinto Davide e Golia si è dovuto sedere al tavolo della trattativa.
Insomma, facciamo tesoro di questo insegnamento, perché di questi tempi la confusione è tanta.


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