Milano, sgombero del centro sociale Zam. Il racconto di Luciano Muhlbauer

Milano, sgombero del centro sociale Zam. Il racconto di Luciano Muhlbauer

controlacrisi.org -
Ieri è stato sgomberato il centro sociale Zam a Milano (ex via Santa Croce). Quattro ragazzi sono stati feriti dalle manganellate della polizia. La Giunta del Comune di Milano ha parlato di decisione del pm, ma il sindaco Pisapia ha preferito seguire la linea del silenzio. Il racconto della vicenda fatto da Luciano Muhlbauer (ex consigliere regionale del Prc).

“Hanno sgomberato Zam. Stamattina la questura si è presentata davanti all’ex scuola di via Santa Croce con il consueto dispiegamento di forza e con l’ordine di sgombero in mano. Gli attivisti di Zam hanno resistito per un po’, ma poi la ragione della forza e dei manganelli, usati peraltro in maniera assolutamente sproporzionato, ha prevalso.
La motivazione formale dello sgombero risiede in quella perizia sulla staticità dell’edificio, che era stata sollecitata da un “comitato” contiguo alle destre e che il Comune aveva depositato a inizio giugno presso la Prefettura, a disposizione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Secondo quella perizia la parte inagibile e pericolante (non occupata e non accessibile) dell’edificio comprometterebbe la staticità anche della parte agibile (e occupata). Infatti, la questura era pronta all’intervento contro Zam sin dall’inizio giugno, facendo passare temporaneamente in secondo piano quello già programmato contro il centro sociale Lambretta.
Tuttavia, la prospettiva del doppio sgombero pre estivo di Zam e Lambretta, oltre ad eccitare la fantasia dei vari De Corato e leghisti in salsa frontenazionale, aveva sollevato giustamente delle polemiche (vedi per esempio il mio articolo per il Manifesto Spazi sociali, a Milano il clima non è cambiato) e prodotto alcune iniziative. Diverse voci, tra cui anche la Camera del Lavoro, avevano chiesto alle istituzioni una moratoria sugli sgomberi e il Comune aveva aperto un tavolo di confronto sugli spazi sociali, che nelle intenzioni doveva coinvolgere anche i centri sociali e le realtà dell’autogestione. Ma di moratorie non se ne sono viste e nel frattempo, appunto, i dossier di Zam e Lambretta erano già stati passati a Prefettura e Questura, cioè a chi si occupa dei problemi dal punto di vista dell’ordine pubblico e con gli strumenti dell’ordine pubblico.
E così, siamo praticamente tornati alla situazione di partenza, cioè allo sgombero di Zam e Lambretta. Già, perché Zam è stato sgomberato oggi e al Lambretta, a quanto pare, toccherà la stessa sorte prima ancora che finisca l’estate.
Oggi ha perso la politica, la città. Ci sarà tempo e modo per discutere di quello che è stato fatto e non fatto, dei dialoghi e dei tavoli, del che fare a Milano in tema di spazi sociali. Ora però dobbiamo fare qualcosa di più urgente, cioè essere solidali con Zam e Lambretta, camminare insieme a loro. Nei momenti di resistenza, certo, ma anche e soprattutto in quelli che seguiranno, quando si tratterà di rinascere in una nuova casa”.


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