L’assemblea del 19 luglio è una vera occasione per la sinistra italiana

L’assemblea del 19 luglio è una vera occasione per la sinistra italiana

di Luciano Della Vecchia*

- Le elezioni europee di quest’anno sono sicuramente state anche per il nostro paese un punto di svolta. La sinistra anche in Italia si è impegnata, con la presentazione de L’Altra Europa con Tsipras, nella costruzione di una proposta politica alternativa alle politiche di austerità promosse dalle larghe intese. Rifondazione Comunista, fondatrice dieci anni fa del Partito della Sinistra Europea, ha dato da subito il proprio contributo a sostegno della realizzazione di una lista unitaria per le europee, quale premessa per la creazione, anche nel nostro Paese, di una soggettività politica della sinistra, autonoma ed indipendente nel quadro politico e culturale italiano. Per la prima volta dopo anni di sconfitte, una lista di sinistra alternativa è rientrata in un Parlamento, un risultato affatto scontato e da sottolineare positivamente senza tante distinzioni. Siamo di fronte ad una conferma importante della nostra linea politica. Sono anni infatti che lavoriamo perché possa prendere piede anche in Italia un polo della sinistra autonomo e alternativo. Il dato elettorale ci ha dato ragione e lo ha fatto in una situazione nella quale la nostra proposta politica ha rischiato di rimanere stretta nella morsa della polarizzazione e dello scontro Renzi-Grillo. In effetti, il Partito Democratico di Renzi, lo stesso che rimane in silenzio di fronte alla nuova e drammatica crisi in Medio Oriente, in virtù della presidenza del semestre europeo e con l’elezione di Juncker a Presidente della Commissione, si sta ponendo come il riferimento italiano delle politiche liberiste: taglio della spesa pubblica e sociale come dimostrato dall’annunciata riforma della PA, privatizzazioni, ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro (Decreto Poletti e Job Act), salvaguardia del sistema bancario e mantenimento della controriforma Fornero delle pensioni. Non solo. Uscito rafforzato dal risultato dalle urne e in accordo con Berlusconi e Lega, propone riforme della legge elettorale e del senato che altro non sono che misure autoritarie e destabilizzanti della democrazia rappresentativa nel nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle, convergendo in Europa con Farage ed elemosinando un pò di visibilità rispetto alle richieste di incontri con Renzi, è venuto allo scoperto e continua a perdere consenso a sinistra. In questa situazione i recenti dati dell’Istat confermano la pesantezza della recessione economica italiana, il dramma della disoccupazione e l’allargamento delle povertà, in un contesto in cui il sistema industriale perde inesorabilmente ogni giorno pezzi strategici, da Fiat, Alitalia ad Indesit. Seppure è largamente condivisibile l’azione referendaria della Cgil contro il fiscal compact, e la raccolta firme va sostenuta lavorando nel comitato, siamo in assenza completa di conflitto sociale. La sinistra però questa volta sta tentando davvero di riorganizzarsi. E le contraddizioni problematiche di Sinistra Ecologia e Libertà, che subisce divisioni sul rapporto con il governo e più in generale sulla collocazione rispetto ad un centrosinistra che non esiste più, destano preoccupazione.
Ecco perchè penso che occorra come non mai agire attraverso nuove modalità, innovative ed inclusive, capaci di ricercare ciò che unisce, collegando un voto d’opinione positivo, che questa volta è arrivato, con i bisogni degli strati popolari. La sinistra può ripartire da subito contro la manomissione della Costituzione, per il lavoro e la pace. Su queste premesse l’unità non è un feticcio metafisico, ma una responsabilità politica di fase: le condivisioni e le convergenze sono concrete e dovranno essere capaci di determinare una discontinuità rispetto alle più recenti esperienze, favorendo appunto la nascita di una sinistra collocata fuori dagli schemi tradizionali, inclusiva e plurale. Dobbiamo farlo da subito e sperimentare questa possibilità fin dalle elezioni regionali del prossimo anno. È urgente rimettere al centro della discussione politica i contenuti e le buone pratiche, lo spazio politico c’è e soprattutto c’è richiesta di sinistra.
Di questo mi auguro parlerà l’assemblea nazionale del 19 luglio: immaginiamo e pratichiamo come si ricostruisce una sinistra autonoma ed indipendente in Italia.

*Segretario Regionale Prc Umbria
Direzione Nazionale


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