
Per i migranti il lavoro è povero
Pubblicato il 8 lug 2014
di rassegna.it
L’occupazione tra gli uomini immigrati è scesa di 10 punti tra il 2008 e il 2012 e chi un lavoro ce l’ha resta spesso “intrappolato in impieghi a bassa produttività e mal pagati”. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto sull’integrazione dell’Ocse
Spesso, denuncia l’Ocse, gli immigrati entrano nel circuito del lavoro sommerso e irregolare, dello sfruttamento e della discriminazione. Ciò vale anche per “quel 10% classificato come altamente qualificato, che rappresenta l’unico gruppo con tassi di occupazione più bassi rispetto ai nativi”. Complessivamente, gli immigrati, uomini e donne, costituiscono rispettivamente il 31 e il 40% dei lavoratori poco qualificati nel 2012.
Solo la metà di loro ha un titolo di studio superiore alla licenza media e pochi parlano italiano al momento dell’arrivo. Il passaggio alla scuola superiore non è facile e, ricorda l’Ocse, “solo otto regioni consentono agli studenti immigrati con qualifica professionale post-triennale di accedere a un quarto anno di formazione e solo due regioni al quinto anno”. Il rapporto registra infine tra i figli di immigrati un crescente tasso di abbandono scolastico e una percentuale di Neet pari a un terzo degli stranieri tra i 15 e i 24 anni.
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