I movimenti e il 4,03% della Lista Tsipras

I movimenti e il 4,03% della Lista Tsipras

di Lorenzo Zamponi – il manifesto

Il legame tra sini­stra poli­tica e movi­menti sociali è cen­trale, anche se mai sem­plice, in ogni con­te­sto poli­tico. La sini­stra non esi­ste nel vuoto dell’apatia sociale. Non si tratta di un legame deter­mi­ni­stico, ma di un pro­cesso com­plesso e dia­let­tico, stret­ta­mente legato alle dina­mi­che di socia­liz­za­zione e poli­ti­ciz­za­zione dei sog­getti sociali e del discorso pub­blico. Non è un caso che le ele­zioni euro­pee del 25 mag­gio abbiano visto suc­cessi rile­vanti delle forze di sini­stra in tutti i paesi che hanno vis­suto, negli ultimi 5 anni, for­tis­sime espe­rienze di mobi­li­ta­zione gene­rale di grandi fette della popo­la­zione con­tro le poli­ti­che di auste­rity: Syriza al 26,6% in Gre­cia, Izquierda Unida al 10% e Pode­mos all’8% in Spa­gna, Par­tito Comunista-Verdi al 12,7% e Blocco di Sini­stra al 4,6% in Portogallo.

Con­te­sti diversi, come le pro­po­ste poli­ti­che, ma carat­te­riz­zati da un tratto comune: si sono rivolte a una società sve­glia e attiva, attra­ver­sata da con­flitti e mobi­li­ta­zioni che hanno segnato e poli­ti­ciz­zato il discorso pub­blico sulla crisi. La crisi non genera auto­ma­ti­ca­mente una svolta a sini­stra, ma inde­bo­li­sce il con­senso delle forze poli­ti­che domi­nanti e apre lo spa­zio per pro­po­ste alter­na­tive, basate su let­ture diverse della crisi, dei suoi respon­sa­bili e delle ricette da attuare per uscirne. Il frame pro­po­sto dalle forze di sini­stra rac­colte intorno al greco Tsi­pras come can­di­dato alla pre­si­denza della Com­mis­sione Euro­pea, basato sull’individuazione nell’élite finan­zia­ria dei respon­sa­bili della crisi e delle poli­ti­che di auste­rity impo­ste dalla troika come ricetta sba­gliata e con­tro­pro­du­cente, ha coin­ciso con una nar­ra­zione già pre­sente nel discorso pub­blico in Gre­cia, Spa­gna e Por­to­gallo, gra­zie all’azione dei movi­menti.
Non sono stati i movi­menti a gene­rare il con­senso della sini­stra, ma sono stati i movi­menti a offrire uno spa­zio di socia­liz­za­zione e poli­ti­ciz­za­zione, in cui si è dif­fusa una deter­mi­nata let­tura della crisi e delle ricette ad essa collegate.

I movi­menti hanno costi­tuito quindi un canale di infor­ma­zione e par­te­ci­pa­zione poli­tica, di costru­zione, dif­fu­sione e con­di­vi­sione di senso intorno alla crisi.

In Ita­lia, tutto que­sto, non è suc­cesso, il paese non ha vis­suto una mobi­li­ta­zione gene­rale con­tro l’austerità in grado di coin­vol­gere l’intera popo­la­zione e il discorso pub­blico sulla crisi è rima­sto a dispo­si­zione di chi pro­pone frame diversi, da quello della casta a quello della rot­ta­ma­zione. A mobi­li­ta­zioni più set­to­riali ha cor­ri­spo­sto un suc­cesso della sini­stra più set­to­riale. L’esempio più evi­dente è quello dell’elettorato gio­va­nile: secondo i dati dell’Ipsos, la lista di sini­stra L’Altra Europa con Tsi­pras, a fronte di un 4,03% tra gli elet­tori, ha otte­nuto un 8% tra gli stu­denti, un 7,6% tra gli elet­tori tra i 18 e i 24 anni e un 6% tra quelli tra i 25 e i 34. Men­tre Pd e Fi si carat­te­riz­zano come par­titi di pen­sio­nati e casa­lin­ghe (che costi­tui­scono il 43% dell’elettorato di Renzi e il 50% di Ber­lu­sconi), la sini­stra ha suc­cesso, sep­pur limi­tato, nelle fasce della popo­la­zione più poli­ti­ciz­zate. È impos­si­bile non vedere in que­sti dati l’impatto dei movi­menti stu­den­te­schi degli ultimi 5 anni, un pro­cesso di mobi­li­ta­zione e par­te­ci­pa­zione di massa, in par­ti­co­lare nelle scuole e nelle uni­ver­sità, che ha pro­dotto, in que­sta fascia della popo­la­zione, un dato di poli­ti­ciz­za­zione ben supe­riore alla media.

A que­sto va unito il dato de L’Altra Europa con Tsi­pras nelle grandi città: 6,2% a Roma, 6,5% a Firenze, 9,77% a Pisa, 8,9% a Bolo­gna, 5,8% a Vene­zia, 6,5% a Milano, 6,6% a Torino, 5,5% a Genova, 5,7% a Napoli, 6,1% a Bari, 5,3% a Palermo.

Con­te­sti sia sociali sia geo­gra­fici che negli ultimi 5 anni sono stati attra­ver­sati da pro­cessi di mobi­li­ta­zione in grado di poli­ti­ciz­zare il discorso pub­blico sulla crisi sono risul­tati più reat­tivi della media a una pro­po­sta poli­tica di sinistra.


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