«Un Pd impresentabile», intervista del manifesto a Maurizio Acerbo

«Un Pd impresentabile», intervista del manifesto a Maurizio Acerbo

di Daniela Preziosi – il manifesto -

Abruzzo. Parla Maurizio Acerbo, candidato Prc: quello di Luciano D’Alfonso? Un caravanserraglio. «Altro che rottamare, qui il centrosinistra rilancia indagati, ex di destra e il partito dell’acqua. E poi però si scandalizza per le amanti di Chiodi»

Un’altra regione con Acerbo» suona come «l’altra Europa con Tsi­pras», ma biso­gna fare atten­zione, se quella della sini­stra per Bru­xel­les è un’impresa dif­fi­cile quella di Mau­ri­zio Acerbo per la pre­si­denza dell’Abruzzo è un’impresa epica. 49 anni, dalla Fgci all’ingraismo alla Rifon­da­zione di cui è stato con­si­gliere comu­nale e depu­tato, nel 2008 capeg­giò la mozione che vinse con­tro Ven­dola già pro­po­nendo di fare una Syriza ita­liana. Deci­dendo poi di restar­sene nel suo Abruzzo, che ama e dov’è amato, tosto con­si­gliere regio­nale che ha sco­per­chiato lo scan­dalo dell’acqua inqui­nata. Con i radi­cali sulla can­na­bis e sulla con­di­zione dei dete­nuti, ha fatto appro­vare in con­si­glio una riso­lu­zione a soste­gno del satya­graha di Marco Pan­nella. Rosso-verde dalla lotta con­tro il traf­fico pesante, 1980 («E oggi D’Alfonso ha come sim­bolo un tir», sor­ride), comu­ni­sta vicino ai movi­menti, radio libere e dj, il post punk una pas­sione quasi come la poli­tica, gli incon­tri della vita Laura Conti, Vezio De Lucia, Primo Moroni, Bifo.

Ultrà della lista Tsi­pras, Acerbo però a casa sua non l’ha potuta fare: Sel è in coa­li­zione («sul cara­van­ser­ra­glio», dice) con il can­di­dato del Pd Luciano D’Alfonso. Discorso spi­noso: «È incom­pren­si­bile non avere con me Sel, che sta in un cara­van­ser­ra­glio che conta circa 80 can­di­dati pro­ve­nienti dalla destra. E con un pre­si­dente impre­sen­ta­bile e incan­di­da­bile. E con gli espo­nenti del ’par­tito dell’acqua’, i ver­tici delle società del ser­vi­zio idrico respon­sa­bili dell’erogazione dell’acqua con­ta­mi­nata da can­ce­ro­geni, vicenda che tra l’altro si è chiusa gra­zie alla nostra bat­ta­glia. Ma ho fatto un voto: per tutta la cam­pa­gna, per non creare pro­blemi alla Lista Tsi­pras, non cito Sel».

Per­ché D’Alfonso «impre­sen­ta­bile e incandidabile»?

In qual­siasi paese euro­peo le vicende che lo riguar­dano avreb­bero con­dotto alla sua incan­di­da­bi­lità. Ha ammesso di rice­vere cospi­cui finan­zia­menti dal più grande impren­di­tore abruz­zese, il gruppo Toto, fra l’altro con­ces­sio­na­rio delle nostre auto­strade. Quando D’Alfonso fir­merà l’accordo-quadro con il governo per gli inve­sti­menti in opere pub­bli­che, o deci­derà come spen­dere i fondi euro­pei, quanto peserà il suo rap­porto con Toto?

Dice che il Pd sor­vola sul con­flitto di interesse?

Nella vicenda di Bussi, la più grande disca­rica tos­sica euro­pea secondo il Wwf, il Pd dal­fon­siano da anni cerca di imporre un pro­getto per una gigan­te­sca cava con annesso cemen­ti­fi­cio, invece di occu­parsi della boni­fica delle aree. Quanto a D’Alfonso, per anni non ha fatto pre­lievi in banca, ma ha ver­sato ingen­tis­sime somme. Dice che pro­ven­gono da una zia, come fece un certo pre­mier rumeno. Non è una bar­zel­letta. Ma è pos­si­bile can­di­dare uno che si difende dicendo che cam­pava con i soldi della zia?

Lo dica lei.

Il Pd ha sot­to­scritto la ’carta di Pisa’, il codice etico, salvo poi accor­gersi che D’Alfonso appena eletto si dovrebbe già dimet­tere per tutti i pro­ce­di­menti che ha in corso. Trovo stuc­che­vole che il cen­tro­si­ni­stra si indi­gni per le amanti del pre­si­dente Chiodi e non per i rap­porti fra D’Alfonso e alcune imprese. Per noi non far parte di quella coa­li­zione è una que­stione morale, nella regione già con­se­gnata alle destre gra­zie agli scan­dali che hanno riguar­dato i mag­giori espo­nenti del Pd. Qui il Pd ha più inda­gati che la camorra in Cam­pa­nia. Ma la cosa che dà il segno dell’irresponsabilità di que­ste «cama­rille», uso l’espressione di Ber­lin­guer, è che se D’Alfonso fosse con­dan­nato in uno dei tanti pro­cessi che sta affron­tando dovremmo subito tor­nare al voto.

Quello che rac­conta tira la volata a Grillo più che a un comunista.

Pur­troppo sì. Ma la «tran­quilla» can­di­data gril­lina non sa que­ste cose e infatti è stata la prima a diser­tare i con­fronti tv. E la con­te­sta­zione dei sistemi di potere cor­rotti che pro­du­cono danni ambien­tali e sociali enormi non è un ter­reno gril­lino o dipie­tri­sta. Io sono cre­sciuto da bam­bino guar­dando ’Le mani sulla città’, seguendo Impa­stato, Rosta­gno e Pio Latorre. Insomma, la sini­stra che faceva il suo dovere. E se la sini­stra non fa il suo dovere e men­dica un con­tri­buto per l’associazione cul­tu­rale degli amici, non fa la sini­stra. E si merita Grillo.

La sua è una cam­pa­gna elet­to­rale sulla cro­naca giudiziaria?

Non sono giu­sti­zia­li­sta. Fac­cio comizi in col­le­ga­mento skype con Davide Rosci, che ha preso sei anni per­ché foto­gra­fato nei pressi di un blin­dato che poi, dico poi, è andato a fuoco a piazza San Gio­vanni durante gli scon­tri degli indi­gnati (otto­bre 2011, ndr). Lui è una vit­tima della man­canza di garan­ti­smo nel sistema penale, non que­sti plu­rin­da­gati che can­di­dano le loro facce di bronzo. In Abruzzo il garante dei dete­nuti è stato isti­tuto su pro­po­sta di legge e dopo bat­ta­glie nostre, mica dei par­titi degli indagati.


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.