
Turchia, Ferrero: Morire in miniera, nel 2014, a causa del neoliberismo: rimettere al centro la dignità del lavoro
Pubblicato il 14 mag 2014
di Paolo Ferrero – Mentre la campagna elettorale italiana prosegue tra gli insulti, in una pura lotta per il potere in cui i demagoghi di ogni colore la fanno da padrona, in Turchia sono morte più di 200 persone, in miniera: un’altra tragedia del mondo del lavoro, nel 2014, in Turchia, quindi a due passi dalla “civilizzata” Europa. Sono i morti della globalizzazione, come i migranti in mare, i morti di uno sviluppo economico sregolato, dedito solo alla ricerca del massimo profitto senza alcuna forma di attenzione alla vita delle persone. Come sempre a pagare di più sono gli operai, i più deboli, coloro che per poter vivere devono accettare di lavorare in condizioni disperate. Contro questa globalizzazione disumana si ripropone oggi più che mai il nodo dell’alternativa di società, del superamento della logica del profitto come unica divinità, della rimessa ala centro della dignità del lavoro. Nell’esprimere il nostro cordoglio alle famiglie delle vittime e nello sperare che tutti i dispersi possano essere salvati, siamo vicini alla popolazione turca e lontani dal premier Erdogan che deve dare delle risposte a questa sciagura.
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