Europee, studenti Erasmus e fuorisede esclusi

Europee, studenti Erasmus e fuorisede esclusi

di Antonio Mazzeo, can­di­dato de L’altra Europa con Tsipras

Molti stu­denti uni­ver­si­tari, espri­mono il loro disa­gio in vista delle ele­zioni del 25 mag­gio: essendo stu­denti, fuori sede, infatti, per eser­ci­tare uno dei diritti costi­tuenti di ogni demo­cra­zia, il diritto di voto, sono costretti a pre­no­tare un aereo o un treno per tor­nare al Comune di Resi­denza (…). Addio ses­sioni d’esame.

Che l’Europa sia una con­ven­zione eco­no­mica più che un’unione cul­tu­rale di popoli e per­sone, è evi­dente dal modo in cui tratta il suo futuro: i gio­vani. Come ad ogni appun­ta­mento elet­to­rale, gli stu­denti fuori sede rischiano di sal­tare il turno, per­ché costretti a votare esclu­si­va­mente nel Comune di resi­denza. Le Uni­ver­sità euro­pee sono più impe­gnate a inter­cet­tare finan­zia­menti, evi­den­te­mente, che ha col­ti­vare la coscienza poli­tica e soprat­tutto comu­ni­ta­ria degli stu­denti che le fre­quen­tano. L’esempio più emble­ma­tico e para­dos­sale è l’impossibilità di votare per gli stu­denti fuori sede impe­gnati pro­prio nei pro­getti euro­pei, come gli Era­smus. Tali pro­getti sono nati per per­met­tere lo scam­bio cul­tu­rale e l’integrazione comu­ni­ta­ria degli uni­ver­si­tari dei paesi mem­bri dell’Unione, al fine di favo­rire una cul­tura uni­ta­ria nelle nuove gene­ra­zioni che reg­ge­ranno le sorti dell’Europa. Tutto que­sto viene smen­tito con la pra­tica che non con­sente agli stu­denti impe­gnati nell’Erasmus di votare là dove stanno pro­se­guendo la car­riera uni­ver­si­ta­ria, ma li obbliga – tempo e denaro per­met­tendo – a ritor­nare al luogo di resi­denza per eser­ci­tare il diritto di voto, come se si trat­tasse di sem­plici ammi­ni­stra­tive. Insomma per votare per l’Europa, uno stu­dente che par­te­cipa ad un pro­getto euro­peo al fine di ren­dere fat­tiva e non solo reto­rica la Comu­nità Euro­pea, non ha altre chance se non quelle di ritor­nare al comune di resi­denza. Un pro­blema che riguarda migliaia di stu­denti: in 22 anni dalla fon­da­zione, l’«Erasmus» ha coin­volto oltre due milioni di ragazzi.


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