Urne simboliche aperte in 24 città

I25 mila studenti erasmus italiani potranno votare lo stesso. Stamattina, in contemporanea con le urne in patria, apriranno seggi simbolici in 23 città europee. Partendo da un nucleo iniziale di adesioni, l’iniziativa si è rapidamente allargata, includendo città europee come Amsterdam, Berlino, Bratislava, Bruxelles, Cork, Dublino, Edimburgo, Lisbona, Londra, Madrid, Marsiglia, Monaco di Baviera, Parigi, Porto, Salamanca, Siviglia, Tarragona, Tubinga, Valencia, Valladolid, Varsavia, Vigo/Pontevedra/Ourense/Santiago e York, a cui si sono poi aggiunti i «comitati elettorali» di Casablanca, in Marocco, e di Tubinga, in Germania. I seggi di York, Amsterdam, Cork, Dublino e Madrid hanno già svolto le operazioni di voto nei giorni scorsi, mentre oggi si voterà nei comitati elettorali di Berlino, Bratislava, Londra, Monaco di Baviera, Parigi, Porto, Tarragona, Valladolid e Varsavia. In questi ultimi hanno votato 100 studenti in quasi due ore di attività. L’iniziativa di protesta contro l’esclusione voluta dal governo Monti ai danni degli studenti, ma non di altri lavoratori intellettuali all’estero, come i professori universitari, può essere seguita su Twitter sull’hashtag #iovotolostesso. Cancellati dal decreto legge 223 del 18 dicembre 2012, gli erasmus non hanno creduto alle motivazioni fornite dal governo che parla di una presunta incostituzionalità. «Il nostro diritto a votare è limitato – sostengono – Abbiamo valutato la possibilità di rientrare in Italia ma non tutti, per lavoro e disponibilità finanziarie, possono farlo». A differenza da quanto accade negli altri paesi europei, dove gli studenti erasmus hanno agevolazioni per tornare a votare in patria o possono votare nelle ambasciate, l’Italia non dispone ancora di una legge in proposito. Procede, come sempre, per eccezioni limitate che valgono per i Marò accusati in India di omicidio colposo, non per chi fa esami all’estero ricevendo 200 euro di borsa di studio al mese. ro. ci.

il manifesto 24 febbraio 2013