Dosio: Primo maggio a Torino, le manganellate di chi comanda in città

Dosio: Primo maggio a Torino, le manganellate di chi comanda in città

di Nicoletta Dosio, militante No Tav, candidata alle europee con L’Altra Europa per Tsipras

Le parole di Renzi e Napolitano per la famiglia Aldrovandi. I “fatti” di Fassino e Chiamparino contro i precari torinesi. Diario del 1° maggio di Nicoletta Dosio

Giovani, precari, solidali, irriducibilmente contro sfuruttamento, opportunismi e falsità, capaci di immaginare e di volere un altro mondo. Contro di loro si sono scatenate le manganellate di chi comanda Torino, che ha così aperto la campagna elettorale con botte, sangue, arresti.

Manganellate a freddo, per sostenere la provocazione del partito dei padroni, quello che rivendica il TAV e le grandi male opere, la svendita dei diritti dei lavoratori, la repressione contro chi non si piega. Manganellate per impedire alla Torino degna dei suoi morti partigiani e operai di riprendere la piazza del primo maggio indegnamente occupata dai sindacati dei padroni e dal partito trasversale delle banche e degli affari.

Ma alla fine ha vinto la parte migliore: poliziotti in ritirata, il palco sgombrato e un mare di donne e uomini di ogni età che si riversa in piazza, cantando Bella ciao, a fianco dei giovani resistenti. Il bilancio della giornata è pesante: tre compagni fermati, di cui si chiede l’immediata liberazione, decine di feriti. Si avvicendano gli interventi al microfono, che raccontano sfruttamento, bisogni negati, resistenze, conflitto.

Sopra la folla che rimane e applaude compatta si diradano le nuvole di pioggia, torna a splendere il sole. In qualche punto della piazza, in mezzo ai tanti volti intenti, guarda e sorride Dante Di Nanni. Egli continua, dopo tanti anni, a girare per la città: per questo “loro non si sentono tranquilli”.


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