“Matteo, che errore la staffetta”, dimissioni nel circolo ex Prodi

“Matteo, che errore la staffetta”, dimissioni nel circolo ex Prodi

di Silvia Bignami – la Repubblica – BOLOGNA Dimissioni di massa nel circolo del Pd che fu di Romano Prodi. Si dimette “da tutti gli incarichi del partito” Cecilia Alessandrini, la segretaria civatiana del piccolo circolo in pieno centro storico dove era iscritto il Professore, e dove ancora giace abbandonata la sua tessera, mai più ritirata dopo il tradimento dei 101. “Non ho condiviso la scelta di appoggiare il governo Renzi” scrive la segretaria, seguita nelle sue dimissioni “irrevocabili” dal Pd da quattro membri del suo direttivo. Tutti giovanissimi, tra i 36 e i 18 anni.

“Che il Pd spinga a fuggire energie così, mi fa capire che questo non è più il mio partito” spiega la Alessandrini, insegnante precaria, poco più che trentenne, dopo aver pubblicato sui social network la sua lunga lettera d’addio al Pd, e dopo aver restituito la sua tessera. Parole che scuotono il Pd di Bologna, col segretario Raffaele Donini che attacca: “Non si può mollare il Pd ora. E’ ingeneroso verso un partito che ha fatto un congresso con milioni di persone, e che sta provando a cambiare il Paese. Remeremo anche per chi se ne va”.

Eppure questa per la Alessandrini, che fino all’ultimo ha provato a convincere Prodi a tornare nel Pd, era una decisione obbligata “dopo aver visto avvicendarsi alla presidenza del Consiglio tre persone” Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, “non votate dall’elettorato, mentre l’unico al quale non è stata data questa possibilità è stato Pierluigi Bersani”. Impietoso è pure il giudizio nei confronti del Pd: “Un partito che, non per colpa di Renzi, di progressista non ha nulla, che non ha coraggio, nè la forza di buttare il cuore oltre l’ostacolo”. E in cui, ora, per giunta, si respira un clima irrespirabile, con la minoranza civatiana “costretta a votare sì al nuovo governo nonostante avesso espresso il suo no in direzione”. Scelta pure quella difficile per la Alessandrini, che domenica era al conclave con Civati proprio a Bologna: “Ci si poteva almeno astenere, e vedere se avevano il coraggio di cacciarci”.

Fatto sta che adesso, “se alla subalternità al sistema di cui il Pd ha sempre sofferto, si aggiunge anche l’impossibilità di dissentire, che precedentemente non è mai mancata e che è stata ampiamente usata e abusata da tutti, vuol dire che non c’è davvero più spazio per un agire politico autonomo”. L’accusa di mancanza di democrazia interna – totalmente negata dal cuperliano Donini: “E’ semplicemente una bugia ” – rende impossibile ora tornare indietro: nemmeno se il governo dovesse cambiare maggioranza, coi grillini ora esuli dai 5 stelle? La Alessandrini scuote la testa: “Per le europee penso che darò fiducia a Tsipras. So che il Pd è entrato nel Pse, finalmente. Ma anche il Pse è complice dell’Europa di austerity che ha ridotto la Grecia come è oggi. Dunque penso che voterò altrove”.

 

 


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.