
Ilva 6.500 in cassa integrazione, il piano per le bonifiche
Pubblicato il 20 feb 2013
L’Ilva ha inviato ai sindacati dei metalmeccanici un piano di ristrutturazione aziendale che prevede la cassa integrazione straordinaria per 6.500 lavoratori (di cui 6.417 per lo stabilimento di Taranto, altri addetti andranno in cassa negli impianti di Novi Ligure e Pratica di Mare). La richiesta è stata inviata ieri al ministero del Lavoro. La cassa integrazione dovrebbe iniziare già il prossimo 3 marzo e durare due anni. Nella prima fase riguarderà 4.444 addetti ma nel secondo semestre 2014, con la chiusura dell’altoforno 5 (il più grande d’Europa) arriverebbe a 6.417. Ma «nessun lavoratore in esubero» assicura il colosso della siderurgia. È questo il prezzo che Taranto e i lavoratori dell’Ilva dovranno pagare per il programma di risanamento e adeguamento degli impianti che prevede anche la chiusura temporanea degli altiforni a rotazione. Con questo piano l’Ilva di Taranto produrrebbe circa un terzo, passando dal regime di 30 mila tonnellate di acciaio al giorno (attualmente è circa 18 mila), a dieci mila. In cambio l’azienda siderurgica promette investimenti per l’adeguamento degli impianti alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) di circa due miliardi e mezzo di euro.
Il Manifesto – 20.02.13
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