Tre anni di tasse per pagare l’evasione fiscale

Tre anni di tasse per pagare l’evasione fiscale

di Roberto Ciccarelli – il manifesto

Fisco. 2013: ammanchi per 52 miliardi, pari a 3 finanziarie. L’Iva è stata evasa per 4,9 miliardi di euro, almeno due riconducibili a transazioni con l’estero

L’evasione fiscale accer­tata dalla guar­dia di Finanza nel 2013 è di 52 miliardi di euro, pari ad almeno tre leggi di sta­bi­lità di importo pari a quella licen­ziata dal governo Letta a fine dicem­bre: poco più di 14 miliardi di euro. Nel rap­porto annuale dif­fuso ieri, le Fiamme Gialle sosten­gono di avere indi­vi­duato 12.726 respon­sa­bili di reati fiscali e 8.315 eva­sori totali che hanno occul­tato al fisco red­diti per 16,1 miliardi di euro. Si stima che i ricavi non con­ta­bi­liz­zati e i costi non dedu­ci­bili rile­vati agli altri tipi di eva­sione siano pari a 20,7 miliardi di euro. L’Iva è stata evasa per 4,9 miliardi di euro. Almeno due sono ricon­du­ci­bili alle cosid­dette «frodi caro­sello», cioè quelle ope­ra­zioni ille­gali basate su fit­ti­zie tran­sa­zioni com­mer­ciali con l’estero. L’importo dell’evasione fiscale inter­na­zio­nale ammon­te­rebbe a 15,1 miliardi di euro.

Sugli oltre 12 mila denun­ciati per reati fiscali, 202 sono stati arre­stati per falsa fat­tu­ra­zione fat­ture (pari a 5.776 vio­la­zioni); 534 sono i casi di chi non ha ver­sato l’Iva (534 casi); 2903 le vio­la­zioni di chi ha omesso di pre­sen­tare la dichia­ra­zione dei red­diti; 1.967 i casi di chi ha nasco­sto la con­ta­bi­lità. Sono state inol­tre avviate pro­ce­dure di seque­stro pari a 4,6 miliardi di euro nei con­fronti di chi è stato rico­no­sciuto respon­sa­bile di frodi fiscali, di beni mobili, immo­bili, valuta e conti cor­renti pari per 4,6 miliardi. Nel corso del 2013 sono stati ese­guiti prov­ve­di­menti che hanno per­messo di ripor­tare 1,4 miliardi, al patri­mo­nio dello Stato. Magra con­so­la­zione, visto che com­ples­si­va­mente si tratta di 5,6 miliardi, un decimo dell’importo che si ritiene sia stato nascosto.

Quanto al con­trollo degli scon­trini e rice­vute fiscali negli eser­cizi com­mer­ciali, la Guar­dia di Finanza sostiene di avere effet­tuato 400 mila con­trolli. Nel 32% dei casi sono stati rila­sciati in maniera irre­go­lare, poco più di uno su tre. Sono stati inter­cet­tati oltre 298 milioni in con­tanti e titoli ille­ci­ta­mente tra­spor­tati attra­verso i con­fini nazio­nali. Rispetto al 2012 que­ste ope­ra­zioni sono quasi tri­pli­cate. Nel 2013 ne sono state indi­vi­duate il 140% in più rispetto all’anno pre­ce­dente, pari ad oltre 258 milioni. Le Fiamme Gialle sosten­gono che que­sto aumento sia stato dovuto alla seve­rità della entrata in vigore nel 2012.

Un’altra parte dell’attività dei mili­tari si è rivolta al con­tra­sto del lavoro nell’economia som­mersa. Sono stati sco­perti 14.220 lavo­ra­tori total­mente in nero, 13.385 sono gli irre­go­lari. I datori di lavoro che li hanno sfrut­tati sono 5.338. Anche il capi­tolo delle vio­la­zioni fiscali è quello rap­pre­sen­tato dal set­tore eco­no­mico dei gio­chi e delle scom­messe, in espan­sione e da tempo al cen­tro delle atten­zioni della finanza pub­blica. Nel 2013 la Gdf ha effet­tuato oltre 9mila inter­venti e ha denun­ciato 3.500 casi di vio­la­zione a carico di 10 mila respon­sa­bili. Le scom­messe «al nero», cioè non sog­gette alle impo­ste pre­vi­ste in que­sti casi, sono state pari a 123 milioni di euro.

Com­men­tando i dati il segre­ta­rio con­fe­de­rale della Cisl, Mau­ri­zio Petric­cioli ha chie­sto «un impe­gno sup­ple­tivo e straor­di­na­rio da parte del Governo e del Par­la­mento». Il depu­tato Pd Michele Pelillo, segre­ta­rio della com­mis­sione Finanze, ha sug­ge­rito usare la delega fiscale, appro­vata alla Camera e ora al vaglio del Senato, per il con­tra­sto dell’evasione. «I numeri che ci dà oggi la GdF sull’evasione fiscale sono impres­sio­nanti. Dob­biamo dun­que pren­dere atto che que­sti sforzi sono stati insuf­fi­cienti e che dob­biamo fare di più».

In un docu­mento appro­vato dalla com­mis­sione par­la­men­tare di vigi­lanza sull’anagrafe tri­bu­ta­ria nella XVI legi­sla­tura (2008–2012) aveva quan­ti­fi­cato l’entità dell’economia som­mersa tra i 230 e 250 miliardi di euro. In una audi­zione alla com­mis­sione Finanze del Senato nel 2012 il pre­si­dente della Corte dei Conti ha indi­cato una cifra più con­te­nuta pari a 180 miliardi di euro annui, citando una stima basata sui dati Ocse. È stata anche rea­liz­zata una simu­la­zione della distri­bu­zione ter­ri­to­riale dell’evasione.

Nell’aprile 2012 all’Unità di infor­ma­zione finan­zia­ria (UiF), un uffi­cio della Banca d’Italia, risul­tava che la media dell’evasione è di 38,19 euro su 100 euro di impo­ste pagate. Que­sta media cre­sce in regioni come il Molise, la Basi­li­cata e la Puglia (64 su 100), poi c’è la Cam­pa­nia con il 59 e la Sici­lia con il 56, a seguire tutte le altre. Un’altra carat­te­ri­stica deter­mi­nante di que­sta massa mone­ta­ria è quella di sti­mo­lare o di favo­rire la cre­scita delle eco­no­mie cri­mi­nali e i sistemi di rici­clag­gio del denaro sporco. Due facce della stessa meda­glia, sostiene l’Ocse dal 2012. Se a que­sta cifra aggiun­giamo quella dell’elusione fiscale, pari a 150 miliardi di euro all’ano, si com­prende facil­mente le dimen­sioni finan­zia­rie di un feno­meno che è anche alla base di un’economia paral­lela che finan­zia atti­vità cri­mi­nali o quelle appa­ren­te­mente legali. Secondo la Corte dei Conti l’Italia è primo in Europa per eva­sione fiscale. Nel mondo ci sono solo Tur­chia e Messico.


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.