BOLLETTINO DI INCHIESTA - N° 7 MARZO 1999

Bollettino di inchiesta
A cura del "GRUPPO INCHIESTA" - Partito della Rifondazione Comunista

"Chi non ha fatto l'inchiesta non ha diritto di parola" - MAO TSE TUNG

inchiesta.prc@rifondazione.it

SOMMARIO

Bollettino di inchiesta
Premessa
Dopo circa un anno di lavoro molto fecondo, l'attività di inchiesta sui problemi del lavoro (e del non-lavoro), promossa dal partito alla fine del 1997, sta subendo una prolungata interruzione “forzata”, legata sia alle vicende politiche interne del partito sia alle scadenze politico-elettorali.
L'inchiesta non è però un lavoro “temporaneo”, legato alle contingenze politiche: è un lavoro permanente, un modo di essere del partito, in quanto è uno strumento decisivo del suo rapporto (conoscitivo e pratico) con le masse, la loro condizione, i loro problemi ed esigenze.
Di qui, deriva non solo la necessità di riprendere al più presto il lavoro di inchiesta, ma derivano due ulteriori indicazioni:
  • la ripresa e lo sviluppo dell'inchiesta non sono un fatto di “ordinaria amministrazione” organizzativa, ma sono un tema politico del congresso;
  • la ripresa dell'inchiesta non è una pura prosecuzione del lavoro svolto nel primo anno, ma deve segnare un salto di qualità, che del resto era già stato delineato, sia pure sommariamente, nelle riunioni di bilancio dell'inchiesta svolte all'inizio della (fatidica) estate 1998.

Sommario

Per un bilancio della prima fase dell'inchiesta
Com'è già stato detto in più occasioni, il bilancio del primo anno di lavoro di inchiesta è molto positivo. Centinaia di compagni e di compagne si sono impegnati in inchieste, più ampie o più circoscritte, su un'ampia gamma di temi, tutti ruotanti attorno alla questione del “lavoro”, ma che non si limitavano alla tradizionale “inchiesta di fabbrica sui lavoratori occupati”. Questo lavoro si è collegato direttamente all'intervento di massa e al lavoro di propaganda del partito. Esso ha prodotto una molteplicità di conoscenze nuove, in parte ancora da esplorare e da utilizzare a fondo.
Finora non c'è stato un bilancio sistematico del lavoro svolto. Si propone quindi un convegno/seminario con il seguente o.d.g.:
  1. bilancio della prima fase dell'inchiesta
    • bilancio dei principali elementi di conoscenza prodotti dalle diverse inchieste locali: che partirà da una serie di relazioni tematiche sui principali temi toccati dall'inchiesta;
    • bilancio dell'”esperienza politica” del lavoro d'inchiesta, cioè del modo in cui si è intrecciata col lavoro politico quotidiano ed è stata utilizzata nel lavoro di massa, e del rapporto tra il lavoro di inchiesta e funzionamento/strutture del partito: questo bilancio è, naturalmente, affidato alle “testimonianze” dei compagni e delle compagne che hanno realizzato inchieste nelle varie situazioni.
  2. discussione di impostazione sulla seconda fase dell'inchiesta (su cui vedi il paragrafo seguente)Il convegno dovrà tenersi al più presto: si propone di tenerlo tra la fine di aprile e gli inizi di maggio. Anche per questo avrà inevitabilmente un carattere relativamente ristretto (dato l'accavallarsi di scadenze in quelle date), che del resto si collega anche al carattere “di lavoro” del seminario. Sarà un convegno “interno”, non nel senso di limitato agli iscritti, ma nel senso che dovrà coinvolgere compagni/e (iscritti o meno al partito) che hanno partecipato alla prima fase dell'inchiesta e/o si impegnano nella seconda.

Sommario

Linee generali della seconda fase dell'inchiesta
Come s'è già detto in riunioni e documenti di qualche mese fa di cui il “Bollettino diInchiesta” ha dato conto, la seconda fase dovrà segnare il passaggio da una fase di proliferazione di inchieste specifiche, legate alle esigenze di conoscenza e di intervento dei compagni/e nelle varie situazioni, a una fase in cui l'impegno di indagine viene concentrato su alcuni “grandi temi”, che da un lato si colleghino a scadenze e obiettivi politici prioritari del partito, dall'altro si collochino in un “orizzonte strategico” più a lunga scadenza, forniscano cioè spunti di conoscenza sulle contraddizioni di classe e sulla coscienza di classe nell'attuale fase capitalistica.
Dev'essere tuttavia ben chiara che ciò non “chiude” o “blocca” il modo in cui si è operato nella prima fase: al contrario, speriamo che l'esperienza del primo anno abbia radicato il metodo delle “inchieste specifiche e circoscritte” nel modo di lavorare del partito in una serie di situazioni, e che quindi i compagni e le compagne siano oramai portati a utilizzarlo autonomamente, senza particolari sollecitazioni. 
L'elemento nuovo è dato, piuttosto, dal tentativo di concentrare una parte delle forze e delle risorse disponibili su una serie di “inchieste-chiave”. 
Vediamone a grandi linee i temi e le caratteristiche.
Si tratta anzitutto di tre grossi temi su cui avviare momenti di inchiesta apporfondita/qualitativa. Cosa intendiamo con questo?
  • su ciascun tema, anziché fare un'inchiesta “a tappeto”, si individua un limitato numero di situazioni particolarmente significative, nelle quali “indagare in profondità”;
  • anziché usare un unico strumento (tipicamente, il questionario), si usano molteplici strumenti: le interviste con “testimoni privilegiati”, cioè con persone che conoscono bene la situazione (che possono essere compagni di sindacato o di fabbrica, esponenti politici ed economici locali, studiosi, ecc.); la raccolta di dati statistici e l'analisi di altre ricerche; le interviste con lavoratori e lavoratrici; infine, anche (ma non necessariamente) un questionario.
Inoltre, su ciascuno dei temi individuati, si cercherà di attivare l'apporto diretto e continuativo di “esperti”, che già avevano manifestato interesse e consenso per il nostro lavoro di inchiesta, ma che finora non erano stati coinvolti direttamente (se non attraverso la partecipazione ad alcune riunioni generali, e attraverso il Bollettino dell'Inchiesta).
I tre temi individuati sono i seguenti:
  1.  lavoro (regolare, precario, sommerso) e non-lavoro al sud. La situazione occupazione del Mezzogiorno non è fatta solo (né principalmente) di disoccupazione “totale”, ma di una mappa variegata di condizioni di lavoro in cui le condizioni precarie/irregolari hanno un peso rilevante. Si tratta di ricostruire – in alcune situazioni – questa mappa, sia nei suoi aspetti oggettivi che nei suoi risvolti soggettivi, vedendola non solo dal lato del mercato e dei luoghi di lavoro ma dal lato della famiglia.
  2. Condizione proletaria e coscienza di classe nei “distretti industriali”. I “distretti industriali” hanno sviluppato un peso (e un'attenzione) crescente nel contesto dello sviluppo economico italiano. Sono però quasi sempre esaminati dal punto di vista dell'efficienza economica, della competitività, dell'innovazione. Noi vogliamo rispondere anche ad altre domande: qual è la condizione dei lavoratori nei distretti? Quali sono i conflitti e la “coscienza di classe” che vi si sviluppano o che possono svilupparsi? (ovvero: i distretti sono davvero, come spesso si dice, il luogo dell'integrazione/subordinazione operaia, o possono essere il luogo di costruzione di nuove esperienze di lotta di classe nella “fabbrica diffusa”?). Anche qui, si tratta di scegliere alcune situazioni, non solo al nord (nord-est, Emilia) ma al centro-sud (“dorsale adriatica”).
  3. giovani ed accesso al mercato del lavoro. Oltre alla ben nota difficoltà dei giovani a trovare un lavoro, quali sono i canali utilizzati per trovarlo? Quali gli esiti? Quali sono “scelti” e quali sono “subiti”? Che tipo di coscienza si sviluppa di questa situazione? Che tipo di conflitti?

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Il "questionario di massa"
Ma, oltre a questi tre “filoni di approfondimento” in un numero limitato di situazioni significative, ci sembra indispensabile avviare un momento di inchiesta più ampio e di massa, attraverso un questionario che tocchi il più ampio e vario arco di situazioni sociali. Una bozza di tale questionario (insieme alle sue “istruzioni per l'uso”) viene distribuita ad ogni delegato. Qui ci limitiamo ad indicarne sommariamente i temi e gli obiettivi.
Anzitutto, il questionario vuole – sia pure in modo inevitabilmente schematico e sommario – fornire alcuni elementi di conoscenza sulla condizione delle “masse lavoratrici”, sulle loro esigenze immediate, su alcune loro “opinioni politiche e sociali”, e – attraverso di questo – offrire spunti per una valutazione non astratta e ideologica di qual'è oggi la coscienza di classe.
In secondo luogo, la sua realizzazione vuol essere un momento importante di diffusione e di verifica del “metodo dell'inchiesta” come modo di essere del partito, come banco di prova della capacità effettiva di “rifondazione comunista”.
A partire da questo, si punta ad offrire all'iniziativa di massa del partito un “armamentario” più ricco, più concreto ed efficace di strumenti: nell'individuazione degli obiettivi, nello sviluppo della propaganda politica, nella costruzione di rapporti organizzati con le masse.
La scelta di proporre “dal centro” una bozza di questionario non è la migliore possibile: la via migliore (come mostrano molteplici esperienze) è quella di costruire questo strumento progressivamente, attraverso gli apporti capillari dei compagni e delle compagne. Ma, al tempo stesso, vi era un problema di “tempi politici”: la necessità di “recuperare il tempo perduto” nella “pausa forzata” dell'inchiesta, la necessità di sviluppare il nostro rapporto di massa nel nuovo e più difficile quadro politico. 
Si è quindi scelta la “scorciatoia” di un questionario proposto centralmente (sia pure dopo una serie di momenti di discussione collettiva, ma necessariamente ristretta).

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Programma e scadenze operative
La ripresa del lavoro d'inchiesta potrà realisticamente, avviarsi solo dopo le elezioni europee. Nel frattempo, però, sarebbe importante realizzare alcuni “momenti preparatori”, che permettano poi al lavoro di avviarsi speditamente:
  1. il già indicato convegno/seminario di bilancio della prima fase dell'inchiesta, da realizzarsi tra la seconda metà di aprile e la prima metà di maggio;
  2. una serie di riunioni preparatorie e di impostazione sui 3 filoni di “ricerche qualitative”:
    • per quanto riguarda il Mezzogiorno, è già in programma una riunione (che si è tenuta prima del Congresso) con “esperti” e compagni, prevalentemente della Campania, come primo momento di impostazione del lavoro (da estendersi poi in altre regioni);
    • per quanto riguarda i distretti industriali, si terrà una riunione con “esperti” e compagni delle aree interessate, in data da definire, ma comunque prima di giugno;
    • per quanto riguarda giovani e lavoro, si programmerà una riunione con i Giovani Comunisti, che dovrebbero assumere il ruolo di gestione di questa parte di inchiesta.
  3. per quanto riguarda il questionario di massa, le scadenze sono meglio articolate nelle “istruzioni per l'uso”, accluse alla bozza di questionario, che ogni delegato/a ha ricevuto: comunque, l'obiettivo è di realizzare una rima “tranche” di questionari nel periodo (purtroppo ristretto) che intercorre tra le elezioni europee e le ferie estive, e di completare la raccolta di questionari nei mesi di settembre-ottobre.
La ripresa dell'inchiesta coinciderà anche con la ripresa del Bollettino dell'inchiesta, che darà conto puntualmente di tutte le “tappe” del lavoro.

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