Come s'è già detto in riunioni e documenti
di qualche mese fa di cui il Bollettino diInchiesta ha dato conto, la
seconda fase dovrà segnare il passaggio da una fase di proliferazione
di inchieste specifiche, legate alle esigenze di conoscenza e di intervento
dei compagni/e nelle varie situazioni, a una fase in cui l'impegno di indagine
viene concentrato su alcuni grandi temi, che da un lato si colleghino
a scadenze e obiettivi politici prioritari del partito, dall'altro si collochino
in un orizzonte strategico più a lunga scadenza, forniscano cioè
spunti di conoscenza sulle contraddizioni di classe e sulla coscienza di
classe nell'attuale fase capitalistica.
Dev'essere tuttavia ben chiara che ciò non chiude
o blocca il modo in cui si è operato nella prima fase: al contrario,
speriamo che l'esperienza del primo anno abbia radicato il metodo delle
inchieste specifiche e circoscritte nel modo di lavorare del partito
in una serie di situazioni, e che quindi i compagni e le compagne siano
oramai portati a utilizzarlo autonomamente, senza particolari sollecitazioni.
L'elemento nuovo è dato, piuttosto, dal tentativo
di concentrare una parte delle forze e delle risorse disponibili su una
serie di inchieste-chiave.
Vediamone a grandi linee i temi e le caratteristiche.
Si tratta anzitutto di tre grossi temi su cui avviare
momenti di inchiesta apporfondita/qualitativa. Cosa intendiamo con questo?
-
su ciascun tema, anziché fare un'inchiesta a tappeto,
si individua un limitato numero di situazioni particolarmente significative,
nelle quali indagare in profondità;
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anziché usare un unico strumento (tipicamente, il
questionario), si usano molteplici strumenti: le interviste con testimoni
privilegiati, cioè con persone che conoscono bene la situazione
(che possono essere compagni di sindacato o di fabbrica, esponenti politici
ed economici locali, studiosi, ecc.); la raccolta di dati statistici e
l'analisi di altre ricerche; le interviste con lavoratori e lavoratrici;
infine, anche (ma non necessariamente) un questionario.
Inoltre, su ciascuno dei temi individuati, si cercherà
di attivare l'apporto diretto e continuativo di esperti, che già
avevano manifestato interesse e consenso per il nostro lavoro di inchiesta,
ma che finora non erano stati coinvolti direttamente (se non attraverso
la partecipazione ad alcune riunioni generali, e attraverso il Bollettino
dell'Inchiesta).
I tre temi individuati sono i seguenti:
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lavoro (regolare, precario, sommerso) e non-lavoro
al sud. La situazione occupazione del Mezzogiorno non è fatta
solo (né principalmente) di disoccupazione totale, ma di una mappa
variegata di condizioni di lavoro in cui le condizioni precarie/irregolari
hanno un peso rilevante. Si tratta di ricostruire in alcune situazioni
questa mappa, sia nei suoi aspetti oggettivi che nei suoi risvolti soggettivi,
vedendola non solo dal lato del mercato e dei luoghi di lavoro ma dal lato
della famiglia.
-
Condizione proletaria e coscienza di classe nei distretti
industriali. I distretti industriali hanno sviluppato un peso (e
un'attenzione) crescente nel contesto dello sviluppo economico italiano.
Sono però quasi sempre esaminati dal punto di vista dell'efficienza
economica, della competitività, dell'innovazione. Noi vogliamo rispondere
anche ad altre domande: qual è la condizione dei lavoratori nei
distretti? Quali sono i conflitti e la coscienza di classe che vi si
sviluppano o che possono svilupparsi? (ovvero: i distretti sono davvero,
come spesso si dice, il luogo dell'integrazione/subordinazione operaia,
o possono essere il luogo di costruzione di nuove esperienze di lotta di
classe nella fabbrica diffusa?). Anche qui, si tratta di scegliere alcune
situazioni, non solo al nord (nord-est, Emilia) ma al centro-sud (dorsale
adriatica).
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giovani ed accesso al mercato del lavoro. Oltre alla
ben nota difficoltà dei giovani a trovare un lavoro, quali sono
i canali utilizzati per trovarlo? Quali gli esiti? Quali sono scelti
e quali sono subiti? Che tipo di coscienza si sviluppa di questa situazione?
Che tipo di conflitti?
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