L'INCHIESTA A CIVITA CASTELLANA NEL SETTORE DELLE CERAMICHEdi Mario Ricci
Lindustria ceramica di Civita Castellana permea ogni risvolto della
vita sociale della città, modellandone i modi ed i ritmi.
Essa impiega 1650 addetti nel settore delle stoviglierie e 1543 nel settore igienico-sanitario. Le lavoratrici (670) sono impiegate prevalentemente nel settore delle stoviglie. I pezzi prodotti nel 1996 sono stati 3.891.000 per il settore igienico-sanitario e 109.640.000 per il settore delle stoviglierie. Le 56 aziende ceramiche hanno fatturato, nel 1996, 492 miliardi di lire, di cui 227 per il prodotto esportato. Nello stilare il piano di lavoro per la realizzazione dellinchiesta,
la commissione lavoro della Federazione di Viterbo si è posta i
seguenti obiettivi:
Gli strumenti per la realizzazione dellinchiesta sono:
IL QUESTIONARIO: PRESENTAZIONE Come lavoratori e lavoratrici, siamo consapevoli del nostro ruolo nel processo produttivo? Vale a dire, siamo coscienti, pensiamo criticamente al rapporto con lavversario di classe? E ancora: come sviluppano oggi gli imprenditori il controllo sul mercato e sulla comunità produttiva? Sappiamo che non si sviluppa un movimento di lotta se si rinuncia a pensare criticamente la realtà. Proponiamo perciò uninchiesta, per cominciare almeno a leggerla questa realtà e a capirla. Abbiamo bisogno di lavorare a questa inchiesta insieme a tutti coloro che agiscono criticamente allinterno della classe operaia. Si impara facendo, si conosce il proprio avversario lottando, si fa linchiesta praticando liniziativa e la lotta insieme alla ricerca. |
RAVENNA: INDAGINE SUL LAVORO CHE CAMBIAdi Vittorio Bardi (della Segreteria CGIL Ravenna)La Camera del Lavoro di Ravenna, in collaborazione con il Centro Informazioni Disoccupati, ha avviato una ricerca sul lavoro che cambia in particolare su quellintreccio lavoro-non lavoro che interessa tanti lavoratori e in particolare i più giovani e le donne.Le caratteristiche più marcate di queste occasioni di lavoro sono quelle di essere flessibili ed irregolari, quei così detti rapporti di lavoro atipici, in quanto diversi dai tradizionali posti di lavoro a tempo indeterminato, che ormai sono diventati però la tipologia più diffusa di assunzione. Anzi a volte non è corretto parlare neppure di assunzione, perché si tratta di rapporti che, almeno formalmente, non sono di lavoro dipendente (rapporti parasubordinati di vario tipo). Per cominciare ad analizzare meglio queste complesse realtà, abbiamo innanzi tutto iniziato a raccogliere le esperienze, le conoscenze, le aspettative dei giovani, dei precari, dei disoccupati, attraverso un questionario diffuso prevalentemente tra chi si rivolge ai servizi per limpiego, gli uffici di collocamento e, gli stessi Centri Informazione Disoccupati. Anche per le metodologie di rilevazioni non si tratta di una ricerca con tutti i crismi della scientificità, ma dellinizio di unindagine che proseguirà anche con altri strumenti. Credo che iniziative di questo tipo, pur nelle loro limitatezze, abbiano un qualche interesse più generale e meritino di essere conosciute e socializzate. Queste, possono in qualche modo, entrare nellimportante lavoro d'inchiesta sulla condizione lavorativa che il PRC sta mettendo in atto. |
TREVISO: L'INCHIESTA NELLE PICCOLE IMPRESEdi Nicola AtalmiLa crescita dei volumi occupazionali nella piccola e media impresa (Pmi) è un dato acquisito non solo per le regioni del Nord-Est, ma ormai per tutto il Paese.Per fare solo un esempio nel Triveneto verso la fine degli anni 60 e linizio dei 70 si registrò un notevole aumento complessivo delloccupazione: gli occupati nel settore della manifattura passarono dai 375.000 degli anni 50 ai 540.000 nel 1961, oltre 700.000 allinizio degli anni 70. Ma se negli anni 50 quella che ora chiamiamo Pmi arrivava ad occupare il 18% degli addetti, già negli anni 70 conta oltre il 24% delloccupazione complessiva. Nel 1991 nel Triveneto la classe dimensionale dai 10 ai 49 addetti arriva ad impiegare il 36% degli addetti manifatturieri. Il ciclo delle subforniture, le piccole imprese specializza, i distretti industriali, i processi di outsourcing moltiplicano piccoli e piccolissimi insediamenti industriali o artigianali, dove la presenza del sindacato è pressochè inesistente ed è più alta la frequenza di incidenti sul lavoro, di lavoro nero o irregolare e di violazione dei diritti dei lavoratori. Ma è anche quelluniverso dove la Lega, al nord, e la destra in centro e sud Italia, hanno trovato troppo spesso terreno fertile tra i lavoratori dipendenti. Da tempo a Treviso ed in Veneto il nostro Partito lavora per rendersi visibile ma anche per comprendere le specificità e le contraddizioni del sistema di piccole e medie imprese. In particolare ora abbiamo avviato un lavoro di inchiesta, con il questionario che alleghiamo, per comprendere soprattutto il profilo soggettivo, i meccanismi, di auto-identificazione, la mobilità sociale, le aspirazioni dei lavoratori della piccola impresa. Il questionario elaborato in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia del Lavoro dellUniversità di Padova cerca in particolar modo di quantificare la mobilità, la flessibilità negli orari, gli aspetti di maggior insoddisfazione, il rapporto tra salario e tempo di lavoro, tra lavoro, condizione familiare e qualità della vita. Oltre a Treviso il questionario è già adottato anche nella cintura periferica nord di Mestre e nel distretto del mobile di Udine. Crediamo che un lavoro serio di inchiesta sia uno strumento indispensabile per riportare il nostro Partito ad impegnarsi nel vivo delle contraddizioni di questo pezzo di mondo del lavoro, nel centro di questa pretesa comunità dei produttori che qualcuno vuol far credere sia integralmente soddisfatta ed a-conflittuale. IL QUESTIONARIO Il questionario è rivolto ai lavoratori delle piccole imprese (fino a 50 dipendenti) di tutti i settori, operai, magazzinieri, impiegati e mansioni equivalenti, della Provincia di Treviso. Il presente questionario è assolutamente anonimo e riservato.
Vi ringraziamo anticipatamente per la vostra cortese collaborazione. |
RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 21/11/1997
Lincontro nazionale dedicato allinchiesta sul lavoro, tenutosi
a Roma il 21.11.97, ha avuto un grande successo di partecipazione, sia
in termini quantitativi che qualitativi. Vi hanno partecipato oltre 100
compagni, a partire dal Presidente e dal Segretario del partito, per arrivare
a numerosi dirigenti locali e provinciali (in particolare, i responsabili
lavoro, di cui era stata sollecitata la partecipazione), a compagni e a
ricercatori impegnati a collaborare al lavoro di inchiesta.
Il dibattito è stato ricco e vivace e, non tutti i compagni che si erano iscritti a parlare hanno potuto prendere la parola. Per tutte queste ragioni, cerchiamo di dare un resoconto abbastanza ampio, anche se inevitabilmente schematico, dellincontro e delle cose che sono state dette. Lincontro è stato introdotto da FRANCO GIORDANO, della segreteria nazionale. Egli ha sottolineato come linchiesta non sia uno strumento riservato agli addetti ai lavori, ma uno strumento contrapposto alla visione di una sfera della politica autonoma e separata dalla società. Linchiesta quindi come metodo permanente e centrale dellazione politica del partito. Le vicende della crisi politica connessa alla legge finanziaria, e le successive vicende elettorali, hanno messo in luce un nostro grave deficit di soggettività e di radicamento sociale. Linchiesta può essere vista come una metafora di una ricostruzione della soggettività e del rapporto tra conflitto sociale e politica. Un lavoro, cioè, in controtendenza rispetto alla passivizzazione di massa, manifestatasi anche nelle elezioni e in particolare nel Mezzogiorno. Linchiesta è anche, ma non solo, uno scandaglio conoscitivo dei processi di ristrutturazione, e non serve solo a dare visibilità a classi e problemi oggi oscurati; essa va vista anche come ricostruzione di una soggettività critica e dello stesso senso del lavoro di cui cè oggi necessità di ridefinizione. Attraverso la rivisitazione del vissuto lavorativo e della percezione dei soggetti cercheremo di vedere se e come si manifesta una critica anticapitalistica, che rischia a volte di essere da noi solo presupposta e appiccicata. Si veda, ad es., la questione della riduzione dorario, rispetto a cui non si può presupporre come scontato un immediato ed ampio consenso di massa: tra i lavoratori, ad es., ci sono diffusi timori sui possibili tipi di scambio tra riduzione dorario e flessibilità, ma anche timori per gli effetti sulla competitività delle imprese, ecc. O, per tornare alla questione del Mezzogiorno, riproposta con urgenza dallo stesso risultato elettorale, dobbiamo ricostruire, ad es., quale è lidea di lavoro che ha in testa un giovane meridionale. Una situazione persistente di non lavoro può favorire il ritorno di forme di delega e di intermediazione (non nelle forme clientelari classiche), e cerca comunque un terreno di disorganizzazione e di frantumazione. Comè mutato il tempo di attesa del lavoro? Quale è il ruolo dellente locale? Un punto di partenza, una base di riferimento, possono essere le 183.000 domande presentate per i posti di lavoro previsti (grazie alla nostra pressione) nel pacchetto Treu. Ma altri temi importanti possono essere, nel Sud, il lavoro agricolo e le sue nuove forme; o ancora, un tema centrale sono gli apparati formativi, ad es., gli studenti universitari e il lavoro (studenti universitari che sono uno dei pochi soggetti sociali relativamente aggregati nel Mezzogiorno). ......................... La relazione di VITTORIO RIESER, dopo aver ripreso alcuni degli spunti politici proposta da Giordano, si è soffermata su alcuni aspetti del metodo di lavoro dellinchiesta. Si tratta di aspetti in parte già trattati nellampio articolo pubblicato sul Bollettino di inchiesta n. 1, per cui ci limitiamo a ricordarne alcuni punti essenziali. E bene aver sempre presenti i due livelli di riferimento dellinchiesta: quello più immediato, tattico, che si collega ai problemi di radicamento di massa del partito, alla capacità di costruire un rapporto di massa interattivo, in cui il partito non si limita a parlare, ma sa ascoltare e costruisce quotidianamente elementi di conoscenza della situazione di massa. Ma questo stesso livello rinvia a interrogativi più di fondo, strategici, sul rapporto tra contraddizioni sociali e lotta politica nella società italiana, sulle forme nuove che esso assume, ad es., nella cosiddetta impresa post-fordista, o nel Mezzogiorno, o nel Nord-Est. Linchiesta deve essere uno strumento politico, quindi va costruita nel partito, ma in un rapporto dialettico con la sua azione quotidiana, rispetto a cui essa ha anche una funzione di stimolo critico. Nel partito non va inteso come chiusura nei confini burocratici dorganizzazione: linchiesta vuole coinvolgere (e in parte ciò sta già avvenendo) tutti coloro che ne condividono lorizzonte politico, di analisi/ricostruzione di una coscienza critica anticapitalistica indipendentemente dal fatto che essi siano iscritti o meno al PRC. Si è già ribadito più volte che, se linchiesta deve diventare uno strumento concreto del partito nella sua azione politica, la strategia di inchiesta deve essere articolata: rifiuto, dunque, di una visione centralistica, di uninchiesta calata dallalto secondo uno schema unico. Quale è allora il compito delliniziativa centrale (e del piccolo nucleo di compagni che coordina il lavoro)? In primo luogo, e in una prima fase, quello di fare emergere - nelle varie situazioni - il fabbisogno politico di inchiesta, cioè i temi e problemi su cui lo sviluppo dellazione politica del partito richiede con più urgenza di costruire una conoscenza fresca della situazione di massa; si tratta poi insieme ai compagni delle varie situazioni di tradurre questi fabbisogni in concreti progetti di inchiesta, di costruire gli strumenti operativi e formare le risorse umane che dovranno portarle avanti. Dunque, che mille inchieste fioriscano, più ampie o più circoscritte, su temi diversi, a partire dalle esigenze politiche concrete delle varie situazioni. Cè un rischio di spontaneismo? certamente e vale la pena di correre questo rischio, perché inchieste anche limitate e sparse che nascano davvero dalla realtà concreta del lavoro del partito e siano gestite direttamente dai compagni e dalle compagne fruttano più di una mega-inchiesta condotta dallesterno. E però, necessario evitare che il progetto nazionale di inchiesta sul lavoro si riduca ad una semplice sommatoria di tante inchieste locali. Bisogna, quindi, che dalla pluralità di inchieste emergano alcuni fili conduttori (che vuol dire anche alcuni luoghi o terreni di inchiesta), che permettano di collegarle e confrontarle in un elaborazione/interpretazione connessa ai temi strategici più di fondo, che vogliamo affrontare. Abbiamo già più volte indicato il binomio alienazione/controllo, riferito alla condizione di lavoro e ai percorsi sul mercato del lavoro, come un filo conduttore fondamenta. Ma, se vogliamo esplorare questo tema in tutta la sua portata, è necessario affrontarlo non solo sul terreno tradizionale del lavoro dipendente e dellimpresa capitalistica. Due terreni in particolare sono essenziali: ? le nuove articolazioni della dipendenza del lavoro (i lavoratori autonomi di seconda generazione, i soci-lavoratori delle cooperative, ecc.); ? la dimensione di genere e il lavoro riproduttivo. Su questo ultimo aspetto, un primo incontro con il Forum delle Donne ha delineato prospettive rilevanti non solo sul piano dei contenuti ma su quello organizzativo: la possibilità cioè che il Forum delle Donne assuma in proprio una serie di lavori di inchiesta su questo terreno. Il che ovviamente non significa che la dimensione di genere vada relegata in inchieste specifiche: essa deve essere una dimensione scostante di tutto il lavoro di inchiesta. La necessità di non perdere di vista i temi generali, i fili conduttori, potrà anche tradursi nel concentrare un impegno particolare, anche centrale, su inchieste in luoghi e su temi cruciali. In sostanza, le funzioni del centro sono, in questa prima fase, essenzialmente di promozione, di formazione, di comunicazione. Bisognerà poi (non troppo in là nel tempo) provare a tirare le somme, e completare il quadro delle inchieste emerse dal basso, in modo da colmare eventuali vuoti e dare allinsieme dei lavori un collegamento più organico. Infine, via via che le inchieste produrranno risultati, il compito centrale (ma non solo ristretto agli attuali compagni coordinatori) sarà allora quello di raccogliere, confrontare, elaborare questi risultati. Possiamo ipotizzare che, nei primissimi mesi del 98, siano completati i giri di ricognizione e di promozione delle iniziative di inchiesta e che almeno in una parte delle situazioni le inchieste si siano concretamente avviate. Sarà così prevedibile ed opportuno un primo momento di verifica, che tiri le somme di quanto è emerso ed eventualmente completi il quadro. Se questi tempi saranno rispettati, si può programmare per lautunno 98 un primo momento di esposizione e di discussione complessiva di contenuti e risultati del lavoro di inchiesta, ovviamente preparato da momenti seminariali di elaborazione più parziale. GIOVANNA CAPELLI (Milano) si è soffermata, sul rapporto tra produrre e riprodurre, mostrando ad es. come la dimensione del lavoro riproduttivo vada tenuto presente nellanalizzare le diverse posizioni di lavoratori e lavoratrici sulla questione della riduzione dorario. Ha anche sottolineato limportanza del racconto delle proprie condizioni (così come, in forme certo diverse, avveniva nelle riunioni di autocoscienza delle donne) come uno degli strumenti dellinchiesta. GIANNI ALASIA (Torino) ha sviluppato un richiamo critico alla
realtà del partito e alle sue insufficienze, dimostrate anche dalle
difficoltà incontrate dal lavoro di inchiesta su plusvalore e sfruttamento
alla Fiat, avviato a Torino già ben prima della proposta di inchiesta
nazionale. Si è poi soffermato su alcuni aspetti del rapporto scuola/lavoro:
il 70% dellofferta di lavoro torinese non supera la licenza media; andrebbero
studiati i lavori degli studenti universitari (come mostra una ricerca
torinese, la stragrande maggioranza di essi lavora). Infine ha ricordato
che, se linchiesta deve essere lavoro politico, essa deve anche rispondere
alle scadenze politiche.
AJTA (Napoli)
ROSA RINALDI (CGIL Nazionale) indica alcuni possibili terreni dellinchiesta tra i pubblici dipendenti: a partire dalla ricostruzione analitica, da un lato, dai titoli di studio, anzianità, ecc; e, dallaltro, del ruolo formale e delle cose che effettivamente fanno, per arrivare poi ad analizzare la loro autopercezione. Altri temi importanti riguardano il rapporto tra formazione e lavoro: ad es. nel Nord Est abbiamo loccupato ignorante (che ha abbandonato la scuola per andare a lavorare) e, nel Sud il disoccupato colto (es. il diplomato che non trova lavoro). Infine, chiede perché non ci sia alcuna donna nel nucleo centrale dellinchiesta. GIANNI MARCHETTO (Torino, Fiom) inizia proponendo di spostare laccento dalla soggettività allesperienza (la prima è come unistantanea, la seconda è come un film) o dalle masse alle persone. Illustra poi il progetto di Osservatorio sul Lavoro/i e sullorario di lavoro avviato presso alcuni grossi comuni della cintura torinese (progetto di cui sono pubblicati alcuni stralci in questo stesso numero del Bollettino di inchiesta N. d. R.). A proposito dellorario di lavoro, osserva che le 40 ore segnarono un salto di qualità nella vita delle persone, perché significavano il sabato libero: le 35 ore cosa significano da questo punto di vista? Inoltre, la portata della riduzione dorario rischia di essere vanificata o ridotta se non si ha un adeguato controllo sullinsieme del tempo di lavoro. La compagna BRANDI (Prato) fa notare che una realtà distrettuale, come quella pratese, non può essere capita senza un riferimento al lavoro riproduttivo; la flessibilità delle donne è un elemento-chiave degli attuali processi di ristrutturazione dellindustria pratese. La federazione di Prato ha avviato uninchiesta condotta sia attraverso interviste che attraverso un questionario su orario e condizione di lavoro (lorario medio reale a Prato è di 12 13 ore al giorno!). Inoltre indica come altro tema interessante lautopercezione, come studente e come lavoratore, dello studente universitario: ad es. nei diplomi universitari o lauree brevi lofferta didattica viene valutata più direttamente in riferimento allo sbocco lavorativo, diversamente dai corsi di laurea veri e propri. PEPPINO DI IORIO (CGIL Campania) indica due importanti terreni
di indagine nella realtà campana:
Il segretario del partito, FAUSTO BERTINOTTI, ha scelto di intervenire
nel corso del dibattito anzichè fare il rituale intervento conclusivo.
Inizia sottolineando come - oltre alle ragioni di fondo dellinchiesta,
che riguardano il rapporto tra inchiesta e liberazione del lavoro, tra
alienazione e rivoluzione (su cui prima o poi dovremo ragionare), e la
questione della centralità del lavoro nella politica, in una fase
in cui la politica dei governi offusca questi aspetti e i propri riferimenti
di classe oltre a queste ragioni di fondo ci sono due ragioni più
immediate della strategicità dellinchiesta per il partito:
Al centro di tutto questo, sta il problema della ricomposizione,
nel lavoro e nella vita, delle comunità lavorative. Il che significa
avere un senso di sé come sfruttato e riconoscere il tuo simile
nella condizione di classe. Ma questi due elementi oggi non sono dati.
Lesperienza passata ha visto la ricomposizione nel lavoro di età,
sessi, origini diverse. Oggi, per realizzare questo, devi riferirti allintero
arco della vita di lavoro delle persone, questo anche perché il
lavoro salariato, decisivo nellestrazione del plusvalore e nel definire
le gerarchie sociali, è stato relativamente marginalizzato.
Questo pone un problema di formazione quadri, non solo per chi
fa linchiesta, ma per chi deve confrontarsi con essa.
Alienazione/controllo (in cui ricomprenderei il tema dello sfruttamento) e produzione/riproduzione sono le due coppie-chiave su cui si costruisce limpianto concettuale del lavoro di inchiesta. Venendo agli aspetti più pratici, organizzativi:
Credo che, tra il livello nazionale e quello più strettamente
locale, sia utile, come quadro di riferimento, qualche aggregato intermedio,
ad es.: il triangolo industriale; il Nord Est; il Mezzogiorno; i distretti
della quarta Italia. E credo che sarebbe utile indagare, con metodi che
sono in parte da inventare, qualche storia straordinaria: ad es. Secondigliano
o altre periferie urbane.
In fondo, i giudizi di valore già li abbiamo chiari, e
ciò che accade nel mondo del lavoro lo conosciamo. Il compito del
partito è di creare il movimento. Ci sono due settori chiave su
cui bisogna costruire il movimento: i trasporti e le telecomunicazioni.
In altri, più tradizionali, oggi è più difficile,
anche se le 35 ore possono servire per scardinare la linea sindacale. Non
a caso, in Francia la svolta a sinistra è nata anche da movimenti
di lotta nelle ferrovie e nel settore pubblico.
ALLOCCA (Umbria) sottolinea come tra il fare e il gestire laccordo, di cui parlava Bertinotti, cè appunto di mezzo linchiesta. Bisognerebbe fare inchiesta anche dentro il partito ..................................
GRAZIA PAOLETTI (Firenze) nota come, inizialmente, ciascun compagno tenda a proporre questa o quella inchiesta, in ordine sparso. Poi il riferimento ad alcuni elementi strutturali permette di costruire criteri e di selezionare priorità: si veda ad es. il filo conduttore costituito dai processi di esternalizzazione della grande industria, o da fenomeni parzialmente simili nei servizi, lungo i quali trovi il collegamento tra tutta una serie di figure diverse. Laltro riferimento importante è dato dallallargamento dellinchiesta alla vita, al territorio. Il partito: facciamo linchiesta dove il partito è più presente (e quindi dispone di maggiori canali, ecc.) o dove è meno presente (per costruire le premesse di questa presenza)? Venendo al problema dei giovani, raramente il percorso scolastico
determina il percorso lavorativo. E bene sfatare luoghi comuni sulla percezione
del lavoro da parte dei giovani, e indagare concretamente, ad es. quale
rapporto cè, nellottica dei giovani, tra il lavoro come necessità
e il lavoro come valore.
NICOLA ATALMI (Treviso) fa un breve quadro delleconomia trevigiana,
caratterizzata da due distretti tipici (la calzatura sportiva e il mobile)
e da quello che potrebbe essere più propriamente definito il sistema
tessile/abbigliamento (a partire dalla Benetton). In questa realtà,
è stata impostata uninchiesta sulle piccole aziende fino a 50 dipendenti,
che costituiscono parte rilevantissima del tessuto industriale locale -
uninchiesta trasversale, che include aziende dei diversi settori. Inoltre,
è stato impostato un osservatorio sugli incidenti sul lavoro (inclusi
quelli nel percorso casa-lavoro): perché sulla stampa ne arriva
una minima parte, e perché attraverso lindagine diretta emergono
i fattori soggettivi.
PATRIZIA LAZZI (Torino) .....................
MADARO (Napoli) ........................
BRUNO (Chieti) osserva, tra laltro, che se facessimo linchiesta
scriveremmo sui nostri volantini cose più intelligenti di quello
che spesso scriviamo e che non convincono lelettorato.
................
FRANCO GIORDANO, nel suo breve intervento conclusivo, osserva che la curva di frequenza alla riunione (presenti alla fine sono meno della metà di quelli presenti allinizio, e sono calati bruscamente non appena concluso lintervento del segretario) mostra quanta resistenza o indifferenza culturale ci sia ancora su questi temi. Linchiesta serve anche per uscire da un andazzo per cui il partito o aspetta levento o traduce liniziativa politica in termini soltanto di propaganda.............. |
UNA PROPOSTA DI OSSERVATORIO LOCALE SUL LAVORO E SULL'ORARIO DI LAVOROdi Gianni MarchettoFrancamente non capisco lo scandalo rispetto alla legge di accompagnamento delle 35 ore - si dice tutto alla contrattazione!!E allora come la mettiamo con la L. 300/70(lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori) e con il recente Dlgs. 626? Per fare solo 2 esempi. A me pare una salutare provocazione alle cosiddette parti sociali - le une (il Sindacato) molto verboso al proposito, con altisonanti proclami nei congressi e poi .... - le altre (la Confindustria e il sistema delle aziende) che accetta le riduzioni di orario solo quando queste si connotano in termini di ricatto occupazionale nei confronti dei lavoratori. Una sfida che deve fare i conti con una serie di questioni. 1a - la difesa di una riduzione di orario già raggiunta
- le pensioni di anzianità a 35 anni (almeno per lindustria) -
se appunto per R.O. si intende non solo la giornata, la settimana, il mese
IL PASSAGGIO ALLE 40 ORE Del tutto diverso fu il passaggio dalle 48-44 alle 40 ore settimanali rispetto allobiettivo del raggiungimento delle 35 ore: 1. - perché quel passaggio era invocato dalle lotte di
oltre 10 anni, da una fase espansiva della economia nazionale (con
bassi salari!) e perché nella mente della stragrande maggioranza
dei lavoratori italiani cera pure il desiderio vivissimo di avere 5 giorni
la settimana con il sabato di riposo - anche se è bene ricordare
che a Torino ci fu un dibattito su giornata lunga (8 ore), settimana corta
(5 giorni) ovvero su giornata corta, settimana lunga (= prolungamento
del lavoro al sabato), che però venne messo in disparte quasi subito
a fronte dellentrata in campo di una nuova generazione
LE CONTRRADDIZIONI DELLE 35 ORE A tuttoggi quelle condizioni non ci sono più nella quasi totalità delle aziende - sono cambiate le ragioni di mercato, nei tempi, nella resa degli investimenti, ecc. 1a - già per le attuali R.O. (nei tessili, nei chimici,
nei meccanici) il maggior utilizzo degli impianti (da 2 a 3 turni e da
5 a 6 giorni) è stato lo scambio che i padroni hanno voluto e
ottenuto - dove questo non è avvenuto sono comparse le squadrette,
che sono diventate da un lato una sorta di orario punitivo per chi lo
fa (giovanotti per la maggior parte), dallaltro una divisione tra chi
fa il lavoro normale e chi è impegnato nelle squadrette
COSA FARE? - IL TABELLONE Andare alla costruzione di osservatori comunali sui lavori e sullorario di lavoro Perché il livello comunale? Perchè occorre un contenitore istituzionale da fare entrare in gioco come uno degli attori interessato allo sviluppo positivo per il raggiungimento delle 35 ore (così come può esserlo una provincia o una regione) - per farlo diventare un soggetto attivo verso una politica attiva del lavoro. Questo non significa affatto non attrezzare tutto il sindacato (nelle categorie così come a livello confederale) con un proprio sistema informativo volto allobiettivo della riunificazione delle forze di lavoro e allapplicazione della riduzione dorario. Daltra parte (almeno per quanto riguarda RC) questo non è altro che fare inchiesta come dice ormai dallultimo congresso Fausto Bertinotti - come esigenza fondamentale per rifondare la cultura del partito legandolo saldamente alla conoscenza dei processi che avvengono nel mondo del lavoro e nella società. 2 TABELLONI + LINFORMATIZZAZIONE SU INTERNET Adesso vediamo cosa in concreto si intende per Osservatorio sul lavoro/i e sullorario di lavoro 1. - intanto i tabelloni (vedi allegato)
Quindi lobiettivo primario è quello di costruire un sistema informativo a disposizione delle parti sociali e dei cittadini. Non ne so molto delle prerogative di un Ente Locale e tanto meno di quelle di un Assessore al Lavoro - provo a dire la mia: ? specie in relazione allaumento dei contratti atipici, perché
non pensare ad una formazione, (pagata da una parte dal sistema delle aziende
e dallaltra da forme di consorziamento degli enti locali) per queste
figure tra le più sfigate in quanto non impareranno mai un mestiere
NOTE AL TRACCIATO RECORD DEGLI ARCHIVI DI FONTE INPS - 01M NOTE da a descrizione note 1 2 Ufficio zonale INPS della Prov. di TO
Nota (1). Se byte 32 - 1 tutti i mesi sono retribuiti; altrimenti nei successivi 12 byte ci sarà 0 sui mesi retribuiti e 1 su quelli non retribuiti Nota (2). Bisogna richiedere tutti gli 01M iscritti allINPS nellanno 1995 che lavoravano presso imprese localizzate nel comune di Venaria, con i dati individuali del tracciato di cui sopra. |
MARCHEResoconto comitato politico regionale del 18.12.97 sullavvio dellattività dinchiesta sul lavorodi Fabio MontaniniNella riunione del 18.12.1997 il Comitato Politico Regionale delle Marche, allargato a tutti i responsabili del Lavoro delle Federazioni e dei Circoli ed ai compagni impegnati in attività sindacale, ha deciso di avviare lattività dinchiesta sui luoghi di lavoro.Ha concluso i lavori il compagno Marco Gelmini del gruppo nazionale che segue lattività dinchiesta. La realtà socio-economica delle Marche è molto diversificata e complessa, dove, nonostante un livello di disoccupazione relativamente basso (circa il 6,5%) rispetto alla media nazionale esistono una serie di problemi che derivano dalla stessa storia della industrializzazione regionale. Il lavoro nero possiamo ormai considerarlo una componente organica della nostra attività produttiva, il lavoro precario è divenuto una regola invece che un fenomeno straordinario, i salari hanno mediamente un livello basso che determina un aumento dellorario di lavoro attraverso lo straordinario che in molte realtà produttive è ormai strutturale. Molto elevata in percentuale è la disoccupazione femminile e giovanile soprattutto con un livello medio-alto distruzione, viceversa perdono lavoro (attraverso crisi aziendali, ristrutturazioni, ecc.) lavoratori con basse qualifiche ed in età avanzata, soggetti che più difficilmente possono trovare una ricollocazione. La segreteria regionale ha proposto lindividuazione di un primo ambito di partenza che scaturisce proprio dallanalisi della struttura produttiva marchigiana che vede nei cinque distretti industriali individuati, momenti significativi molto importanti che naturalmente non esauriscono tutti i vari aspetti. Contemporaneamente importante è lavvio dellinchiesta nellaltro ambito quello del pubblico impiego, che vede un impegno complessivo di tutto il partito a livello nazionale. I 5 distretti industriali proposti su cui incentrare lattività sono: 1) Distretto calzaturiero Federazione di Fermo più
Federazione di Macerata (parte sud est Civitanova)
La proposta della segreteria regionale si basa su due questionari predisposti uno per il pubblico impiego e laltro per il lavoro dipendente delle piccole e medie imprese. Essendo la prima esperienza dinchiesta che il PRC delle Marche avvia si è pensato di agevolare il lavoro predisponendo una serie di domande utilizzabili in tutti i distretti stabiliti ponendo questioni oltre che sulle condizioni di lavoro nellimpresa o nellEnte anche sul sindacato e la sua attività, sulla conoscenza della propria azienda e del suo mercato, sulle grandi questioni nazionali come la riduzione dorario a parità di salario che il nostro partito ha posto con forza nel dibattito politico. Comunque la stesura finale dei questionari avverrà in un confronto allinterno delle Federazioni che valuteranno direttamente sul territorio adattamenti o modifiche in base alle esigenze che emergono localmente. Il dibattito seguito alla esposizione della proposta ha evidenziato la consapevolezza del partito in merito alla necessità del lavoro dinchiesta e di un suo utilizzo non temporaneo o straordinario ma come strumento permanente della politica dei comunisti marchigiani. Abbiamo registrato positivamente la disponibilità allimpegno dei compagni per raggiungere lobiettivo di valorizzare linchiesta nel suo duplice aspetto, quello della conoscenza e quello del radicamento sociale. Nei prossimi giorni si costituirà un gruppo di lavoro regionale ed in ogni federazione che seguiranno lattività dinchiesta. Per il coinvolgimento più ampio possibile di compagni e simpatizzanti e di altri soggetti sensibili a queste tematiche si è deciso (per il mese di Gennaio) una serie dincontro allargati nelle federazioni. Con queste riunioni territoriali si intende costruire la indispensabile rete di punti di riferimento nei luoghi di lavoro e studiare laddove non ci siano, forme di pubblicizzazione, informazione e sensibilizzazione per lavvio concreto dellinchiesta. Come già detto per il mese di gennaio p.v. è prevista la fase di preparazione operativa in modo che a febbraio inizi il lavoro vero e proprio di distribuzione e ritiro dei questionari, a primavera contiamo di avere i dati elaborati per le pubblicazioni e per arrivare al loro utilizzo nella attività politica quotidiana. Non di secondaria importanza è stato considerato lobiettivo interno di questo lavoro e cioè lo stimolo alla ripresa di una attività politica in larga scala che coinvolga nuovi compagni e nuove soggettività, in particolare forze sociali che si pongono in alternativa alla involuzione di stampo liberista della società italiana. |