BOLLETTINO DI INCHIESTA - N° 10 dicembre 1999

Bollettino di inchiesta
versione PDF
A cura del "GRUPPO INCHIESTA" - Partito della Rifondazione Comunista

inchiesta.prc@rifondazione.it

SOMMARIO


  • L'inchiesta: apertura della seconda fase o ritorno alla "fase zero"
    A cura del "Gruppo inchiesta nazionale" M. Gelmini, P. Cacciari, V. Reiser, D. Sacchetto, D. Bubbico
  • INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DI LAVORO ALLA FIAT
  • Non ti voto, non ti voto...
    Gemma Lunian e Paolo Caccciari
  • La politica come partecipazione
    relazione sull'andamento dei questionari del secondo campeggio nazionale dei GC
  • Torino
  • Ancona - 30 novembre 1999 incontro regionale sull'INCHIESTA
  • Nota dell'incontro di Crotone

Bollettino di inchiesta

L'inchiesta: apertura della seconda fase o ritorno alla "fase zero"

 

Sommario

Questionario sui giovani lavoratori e sulle giovani lavoratrici
della Weber - Magneti Marelli di Bologna

Questionario nei materiali - Questionario in versione PDF

Vi preghiamo di compilare il questionario in ogni sua parte, tenendo conto che per alcune domande sono possibili anche più risposte.

1. Sesso
[1] Maschio; [2] Femmina.

2. Quanti anni hai?
[1] 15-17; [2] 18-20; [3] 21-24; [4] 25-29; [5] oltre 29.

3. Sei:
[1] celibe/nubile; [2] coniugato/a; [3] altra condizione ……………………

4. Con chi vivi attualmente?
[1] con i genitori; [2] con marito/moglie; [3] con marito/moglie e genitori; [4] con amici/amiche; [5] da solo/a.

5. Qual è il tuo titolo di studio?
[1] licenza elementare
[2] licenza media inferiore
[3] licenza media superiore (fino a tre anni)
[4] licenza media superiore (fino a cinque anni)
[5] post-diploma, diploma para-universitario
[6] laurea

6. In questo momento, oltre a lavorare alla Magneti Marelli, stai frequentando qualche tipo di scuola? Se si, quale?
[1] scuola media inferiore
[2] scuola media superiore
[3] corso para-universitario
[4] università
(specificare………………………………………………………………………………………)
[5] altro
(specificare………………………………………………………………………………………)

7. Qual' è la professione attuale dei tuoi genitori?

    Madre: [1] lavoratrice dipendente; [2] lavoratrice autonoma; [3] disoccupata; [4] pensionata; [5] casalinga.

    Padre: [1] lavoratore dipendente; [2] lavoratore autonomo; [3] disoccupato; [4] pensionato.

8. Qual è il loro titolo di studio?

Madre: [1] nessun titolo; [2] licenza elementare; [3] licenza media o avviamento; [4] licenza media superiore; [5] laurea.

Padre: [1] nessun titolo ; [2] licenza elementare; [3] licenza media o avviamento; [4] licenza media superiore; [5] laurea

9. Quale qualifica hai attualmente alla Magneti Marelli?
[1] operaio/a generico/a
[2] impiegato/a tecnico/a
[3] operaio/a specializzato/a
[4] capo/quadro
[5] altro ……………………………

10. Qual è il tuo livello?

    [1] primo; [2] secondo; [3] terzo; [4] quarto; [5] quinto; [6] altro………………………………

11. Quale tipo di rapporto di lavoro hai alla Magneti Marelli?
[1] a tempo indeterminato; [2] a tempo determinato (a termine).

12. Se hai un contratto a termine, si tratta di :
[1] contratto di formazione-lavoro
[2] contratto a tempo determinato (specificare il numero di mesi)……………………………
[3] contratto part-time (indicare, ad esempio, se orizzontale o verticale)……………………
[4] contratto temporaneo (tramite agenzia interinale)

13. A quanti anni hai iniziato a lavorare? ……………………………………………

14. Avevi già lavorato prima della tua occupazione attuale?

    [1] si; [2] no.

    LE DOMANDE 15, 16, 17 SONO SOLO PER CHI HA LAVORATO IN PRECEDENZA

15. Se si, quanti altri lavori hai fatto prima di questo?

    [1] uno o due; [2] da tre a cinque; [3] più di cinque.

16. Che cosa facevi?

    [1] ero dipendente con contratto a tempo indeterminato; [2] ero dipendente con contratto a tempo determinato; [3] ero lavoratore autonomo; [4] lavoravo in nero, non in regola; [5] ho fatto alcuni lavoretti precari; [6] altro (specificare)…………………………………………………………………………………

17. Perché hai deciso di cambiare occupazione?

[1] è scaduto il contratto che avevo; [2] mi sono licenziato; [3] volevo un lavoro stabile (se ora hai un contratto a tempo indeterminato), dopo tanti lavori precari; [4] altro (specificare)……………………………………………………………………………………………………………………………………

18. Come hai fatto a trovare il tuo attuale lavoro? [1] attraverso un annuncio sul giornale [2] attraverso l'Ufficio di Collocamento [3] tramite l'aiuto di genitori, parenti o conoscenti [4] attraverso una persona influente [5] scrivendo/andando all'azienda [6] rivolgendomi a Centri di Informazione comunali, provinciali, ecc [7] tramite l'aiuto della scuola [8] il lavoro mi è stato offerto [9] tramite agenzia interinale [10]altro (specificare………………………………………………………………………………………………)

19.Quante ore di lavoro settimanale prevede il tuo contratto ?

[1] 16 - 19 ore; [2] 20 - 34 ore; [3] 35 - 39 ore; [4] 40 - 44 ore; [5] 45 - 49 ore; [6] 50 - 59 ore; [7] 60 ore o più; [8] non so.

20. Quante ore di lavoro straordinario o supplementare fai in media al mese?

[1] non faccio mai straordinario; [2] meno di 8 ore; [3] 8 - 16 ore; [4] 17 - 24 ore; [5] 25 - 32 ore; [6] 32 ore o più.

21. Quali sono i motivi per cui fai lo straordinario (anche più di una risposta)?

    [1] me lo chiede l'azienda

    [2] mi serve per integrare il salario

    [3] lo faccio perché avendo un contratto a termine spero di essere riconfermato

    [4] lo faccio perché mi piace lavorare

    [5] altre ragioni

    (specificare………………………………………………………………………………………………)

22. Quanto guadagni al mese?

    [1] meno di 1.000.000; [2] 1.000.000 - 1.500.000; [3] 1.500.000 - 2.000.000; [4] più di 2.000.000; [5] non so.

23. Quanto del tuo stipendio dai in famiglia?

    [1] nulla; [2] meno del 20%; [3] 20 - 39%; [4] 40 - 59%; [5] 60 - 79%; [6] 80 - 89%; [7] tutto.

24. Sei soddisfatto della tua attuale occupazione lavorativa?

    [1] molto soddisfatto; [2] abbastanza soddisfatto; [3] poco soddisfatto; [4] per niente soddisfatto; [5] non so.

25. Pensi che gli studi che hai compiuto ti siano serviti per quanto riguarda :

    [1] le capacità professionali acquisite

    [2] la cultura generale acquisita

    [3] i rapporti instaurati con i compagni/insegnanti

    [4] altro

    (specificare………………………………………….)

26. Il tuo lavoro attuale lo consideri definitivo o provvisorio?

    [1] è sicuramente definitivo; [2] penso sia definitivo; [3] non so; [4] penso sia provvisorio;[5] è sicuramente provvisorio.

27. Se potessi scegliere, quale lavoro ti piacerebbe fare? ……………………………………………………….

LA DOMANDA 28 E' SOLO PER CHI HA UN CONTRATTO A TERMINE

28. Vorresti che, allo scadere del contratto, la Magneti Marelli ti offrisse di rimanere a tempo indeterminato?

[1] si, mi piacerebbe rimanere in questa azienda a tempo indeterminato perché mi trovo bene
[2] si, vorrei rimanere anche se non penso che questo sia il lavoro che faccia per me
[3] si, ho bisogno di soldi e accetterei qualsiasi lavoro
[4] non so
[5] no, vorrei un lavoro più gratificante ma che sia a tempo indeterminato
[6] no, vorrei un lavoro più gratificante ma non mi importa che sia "per sempre"
[7] no, ho accettato questo tipo di contratto proprio perché mi permetteva di fare anche altro
[8] altro (specificare) ………………………………………………………………………………………………………

29. Quali dei seguenti aspetti, secondo te, sono importanti in un lavoro? (anche più di una risposta)

[1] lo stipendio, il reddito [2] le condizioni di lavoro (ambiente di lavoro, ecc) [3] buoni rapporti con i compagni di lavoro [4] buoni rapporti con i superiori, i capi [5] la possibilità di migliorare tipo di lavoro [6] la possibilità di guadagnare di più [7] l'orario di lavoro [8] la possibilità di imparare cose nuove e esprimere le proprie capacità

30. Secondo te, quali delle seguenti cose sono più importanti nella vita? (anche più di una risposta)

[1] famiglia [2] lavoro [3] ragazzo/a, amici/amiche [4] svago nel tempo libero [5] studio e interessi culturali [6] attività sportive [7] impegno sociale [8] impegno religioso [9] attività politica

31. Hai partecipato negli ultimi 12 mesi ad attività riguardanti i seguenti temi :

[1] pace e disarmo [2] problemi della scuola e degli studenti [3] problemi dei lavoratori [4] difesa dell'ambiente, del territorio [5] problemi delle donne [6] problemi del quartiere [7] campagne elettorali

32. Nell'ultimo anno hai partecipato a qualche sciopero? [1] si; [2] no; [3] avrei voluto, ma non ne abbiamo fatti.

33. Sei iscritto ad un sindacato? [1] si; [2] no; [3] lo sono stato, ma non ho rinnovato la tessera.

34. Se si, quale? …………………………………………………

35. Sei iscritto ad un partito politico?
[1] si; [2] no; [3] lo sono stato, ma non ho rinnovato la tessera.

36. Se si, quale? ………………………………………………..

37. Sei iscritto a qualche associazione di massa (culturale, sportiva, ecologista, ecc.)?
[1] si; [2] no; [3] lo sono stato, ma non ho rinnovato la tessera.

38. Se si, quale? ………………………………………………….

39. Che cosa ti piace fare nel tempo libero? (anche più di una risposta) [1] fare sport [2] andare a manifestazioni sportive [3] leggere, studiare [4] guardare la televisione [5] ascoltare musica [6] andare a concerti [7] suonare uno strumento [8] andare al cinema [9] andare in discoteca [10] altro (specificare)…………………………………………………….

 

Presentazione dell'inchiesta sui giovani lavoratori e sulle giovani lavoratrici alla Weber - Magneti Marelli di Bologna

L'idea di utilizzare uno strumento fondamentale come l'inchiesta, nasce dalla esigenza che avevamo, come Giovani Comunisti e Associazione IN MARCIA! per il lavoro, di analizzare le condizioni del cosiddetto lavoro "atipico" e precario, e del non lavoro, dirette conseguenze del processo di precarizzazione e flessibilizzazione della forza-lavoro. Processo portato avanti negli ultimi anni dalle politiche neoliberiste dei governi di centro-sinistra con l'avvallo delle organizzazioni sindacali tradizionali Cgil, Cisl, Uil.

Tra i settori sociali maggiormente colpiti da queste politiche figurano indubbiamente i giovani. I dati parlano chiaro: la disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il 32,2% (15-24anni), con punte del 56,6% al Sud (dati ISTAT aprile 1999); oltre il 75% delle nuove assunzioni avviene con contratti "atipici" (part time, contratti di formazione lavoro, contratti a tempo determinato, lavoro interinale, lavoro a domicilio, prestazioni coordinate e continuative).

In questo quadro c'è parso utile avviare una inchiesta sullo specifico giovanile in una azienda significativa di Bologna come la Weber - Magneti Marelli, per cercare, innanzi tutto, di conoscere come vivono e lavorano i giovani e le giovani in questa fabbrica, nel tentativo, poi, di rappresentare un punto di riferimento capace di dare risposte ai problemi e ai bisogni di una generazione che vive sempre più all'insegna dell'incertezza e della precarietà.

L'inchiesta alla Magneti Marelli (di cui alleghiamo il questionario) società del gruppo Fiat a capo del settore componenti, con 29.398 dipendenti sparsi in 14 paesi di cui circa 1.400 nei due stabilimenti presenti nel territorio bolognese (Bologna e Crevalcore), si propone inoltre di contribuire a una riflessione, più generale e di lungo periodo, sulle nuove forme delle contraddizioni di classe e di coscienza di classe nella società capitalistica di oggi; in una fase di debolezza della classe operaia dimostrata anche dal numero di ore di sciopero che, nel 1998, hanno raggiunto il livello più basso, fascismo compreso, nella storia del movimento operaio italiano di questo secolo.

Dopo aver effettuato alcune brevi interviste a testimoni significativi che lavorano in azienda, tra cui un delegato sindacale, abbiamo elaborato un questionario che è stato distribuito, a partire dal mese di maggio, (mentre era in corso la lotta per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici) direttamente ai giovani operai e operaie (i giovani al di sotto dei trent'anni sono circa 150) grazie al contributo di un compagno che lavora all'interno dello stabilimento.

Per quanto riguarda la presentazione del questionario si è pensato di non apporvi la sigla dei Giovani Comunisti né quella di In Marcia! per evitare oggettive difficoltà, sia al compagno che avrebbe distribuito i questionari, sia per le probabili diffidenze che avrebbe potuto alimentare nei giovani lavoratori e lavoratrici.

Dai primi questionari raccolti emerge, tra gli altri, un dato particolarmente significativo; la maggior parte dei giovani lavoratori e lavoratrici vive ancora con la famiglia d'origine a conferma delle statistiche ufficiali secondo le quali, nel 1998 in Italia, il 58,8% dei giovani tra i 18 e i 34 anni si trovava in questa situazione (erano il 51,8% nel 1990). Aumentano, cioè, i giovani che, raggiunta la maggiore età, non hanno la possibilità economica di emanciparsi dalla famiglia (perché ancora studenti o disoccupati o precari o con bassi salari), di andare a vivere con il /la compagno/a, gli amici, da solo/a, di diventare, in una parola, autonomi.

Anche per questo l'inchiesta alla Magneti Marelli vuole essere un contributo per l'elaborazione della piattaforma sulle giovani generazioni che i Giovani Comunisti stanno costruendo in queste settimane; piattaforma che vede nel salario sociale l'asse centrale, insieme alla riduzione dell'orario di lavoro, che permetterebbe ai giovani disoccupati e precari di godere di diritti fondamentali (sanità e trasporti gratuiti; contributi per il pagamento del canone d'affitto e per le spese di acqua, luce, gas; riduzione del prezzo dei biglietti per gli spettacoli, ecc.) al fine di potersi progettare un futuro.

 

Roberto Santi
Giovani Comunisti\e di Bologna

Sommario

Il lavoro e il non lavoro a Palermo

I Giovani Comunisti devono partire da un’inchiesta sociale nel mondo della disoccupazione, del precariato e del lavoro a Palermo e provincia per individuare le azioni di lotta più idonee ad un movimento di massa come il nostro: questo primo passo, ossia l’analisi della realtà presuppone un lavoro di diffusione che permetta alla nostra inchiesta di essere quanto più attendibile possibile.

Numero di questionari: 2000 (di cui 1000 in città e 1000 in provincia). E’ previsto un margine del 10-15% che farebbe lievitare il numero dei moduli a 2200/2300 circa per avere sempre un dato di 2000 questionari compilati.

Destinatari: giovani dai 19 ai 32 anni egualmente distribuiti per sesso ed età.

Caratteristiche dei soggetti intervistati: giovani disoccupati, lavoratori precari (part-time, LPU, LSU, PIP, Ex art.23, etc. etc.), lavoratori non in regola.

Tipologia del progetto INCHIESTA: inchiesta a ragnatela ossia ogni Circolo rilevatore dovrà avere lo stesso numero di moduli suddivisi per sesso ed età e dovrà cercare il campione a caso e non mirato ossia tra parenti ed amici.

Compito del rilevatore: 1) Avere capacità comunicative discrete; 2) Essere capace di coinvolgere il soggetto intervistato, mettendolo a suo agio; 3) Verificare il più possibile se il soggetto collabora.

 

Obiettivi: fare dell’inchiesta una occasione di incontro con quelle categorie sociali del mondo del lavoro e del non lavoro che in questi anni non abbiamo coinvolto nelle nostre iniziative per elaborare proposte autonome ed alternative.

Data di inizio: ottobre 1999

Tempo previsto per la raccolta dei dati: 2 mesi

Elaborazione dei dati:

Pubblicazione dei risultati: dicembre 1999

Collaborazioni: U.P.L.M.O., CID-CGIL, Associazione IN MARCIA.

Referente Elio Teresi 091-8146504 (Casa) o 091-583218 (Ufficio).

Quadro A. Dati generali sulla persona intervistata

Luogo di residenza ___________________________________________

Età ____________ Sesso: | M | F

Stato Civile: Celibe | Coniugato | Convivente | Figli n. __________

Titolo di studio: Nessuno | Lic. Elem. | Lic. Media | Diploma | Laurea |

Titoli Professionali ____________________________________

Iscritto al sindacato: SI | NO | Se SI quale _________________________

Del sindacato pensi che: 1. Difende i lavoratori | 2. Non difende i lavoratori | 3. E’ Utile | 4. E’ inutile |

Iscritto ad un Partito: SI | NO | Se SI quale _________________________

Rifondazione Comunista svolge un ruolo positivo nell’interesse dei lavoratori e dei disoccupati: SI | NO |

Perché: _____________________________________________________________

ATTUALE POSIZIONE: 1. Occupato & 2. Disoccupato & 3. Studente &

4. Studente lavoratore & 5. Altro &

 

Notizie riguardanti l’azienda o l’ente presso cui l’intervistato lavora

  • Ente Pubblico | Ente Pub/Privato | Azienda | Impresa mista |

Cooperativa | Settore _______________________________________

  • Sede: Palermo | Provincia |
  • Ha lavorato in formazione lavoro: SI | NO |
  • Ha lavoratori part-time: SI | NO |
  • Ha lavoratori extracomunitari: SI | NO |
  • I dipendenti sono diminuiti negli ultimi 3 anni: SI | NO |
  • Ha lavoratori Articolisti, Borsa Lavoro, PIP, LPU, Altro: SI | NO |
  • Quanti? Ex art. 23 | LSU | PIP | LPU | Altro |

 

Quadro B Lavoratore Precario

  • Mansione svolta: Direttiva | Impiegatizia | Operaia | Altro |
  • Tipo di lavoratore: lavoratore in nero | Tempo determinato | Part-time | (LSU | , LPU | , PIP | , Borsa lavoro | , Ex art. 23) | Forestale | Altro |
  • Settore: Agricoltura | Industria | Terziario |
  • Precedenti esperienze di lavoro: SI | NO | Quale settore: _________________
  • Rapporto di lavoro: Contrattuale | Non contrattuale | Altro |
  • Giornata lavorativa: Orario settimanale n. ore _______ Straordinario n. ore _____
  • Tempo occorrente per recarsi al lavoro: ore / minuti ________________________ Mezzo utilizzato: Pubblico | Privato |
  • Organizzazione del lavoro: Normale | A turni alterni | Notturno |
  • Ambiente del lavoro: Salubre | Nocivo | Stressante | Pericoloso |
  • Rispetto norme di prevenzione e tutela antinfortunistica: Scarsa | Mediocre | Sufficiente | Discrete | Buone | Ottime |
  • Ingresso nel mondo del lavoro tramite: Concorso ž Selezione ž UPLMO ž
  • Raccomandazione ž Conoscenza personale ž Altro ž
  • Giorni di riposo nella settimana: Uno œ Due œ Più di due œ Nessuno œ
  • Tempo libero dedicato ad hobbies: Poco

Sommario

Bari, il Veneto, Livorno

L’ inchiesta dei GIOVANI COMUNISTI

Veneto di G. Schiavon

I giovani comunisti in Veneto hanno svolto il lavoro d’ inchiesta a Vicenza e a Venezia con approcci profondamente diversi ma su temi abbastanza simili.

I vicentini hanno censito attraverso un questionario l’ interesse per la politica e l’ "appeal" delle forze politiche organizzate tra gli studenti dell’ alto vicentino, mentre i vicentini hanno collaborato nella distribuzione dei questionari sul "non voto".

La metodica usata dei compagni vicentini è stata più organica essendosi rivolti - nella raccolta- alle scuole pubbliche e avendo curato il questionario dalla predisposizione all’ analisi, mentre a Venezia i compagni hanno partecipato ad un’ iniziativa pensata e organizzata dall’ Osservatorio sulle trasformazioni in Veneto .

I giovani veneziani, attraverso l ‘intervento nella distriibuzione dei questionari, hanno spostato il campo di ricerca ad un pubblico giovane e giovanissimo contattato in luoghi informali: durante un concerto alla festa di Radio Sherwood a Padova ed in una serata della festa "Margheraestate" a Marghera. Questa scelta ha contribuito, oltre ad abbassare l’età dei censiti, anche ad diversificare e a rendere omogeneo il campione essendo stati raggiunti soggetti non facilmente raggiungibili.

La prossima inchiesta giovanile nell’area veneziana, che sarebbe utile approntare , riguarda il lavoro nei centri commerciali, riprendendo un’inchiesta da me cominciata ne 1993 e poi pubblicato dalla rivista "Laboratorio Comunista" sul centro commerciale Auchan di Zellarino, che se pur limitata alla realtà di un solo centro commerciale, combinava un questionario con una serie di interviste a domande aperte.La ragione dell’inchiesta è nelle cose, nella società della fungibilità assoluta, il lavoro seriale nella grande distribuzione è oggi al contempo tra i più sfruttati e fra i meno indagati.

 

BARI di M. De Palma

Abbiamo avuto e abbiamo grandi difficoltà a costruire una rete studentesca> a Bari e nella provincia. Difficoltà che riteniamo di non poter superare> con un surplus di volontarismo e organizzativismo, o ancora affidare alla> speranza di una rinascita del movimento a partire dalla consapevolezza del> corpo studentesco dell'attacco che il Governo sta producendo ai danni> dellla Istituzione scuola. La parcellizzazione delle scuole sul territorio,> le solitudini degli studenti e dellle studentesse, non le abbiamo ancora> indagate fino in fondo. Ci chiediamo perchè la rete prodottasi con le> mobilitazioni per la difesa della scuola pubblica di quest'inverno appena> passato, seppur incapace di collegarsi alle mobilitazioni nazionali, non è> stata capace di reggere la battaglia dell'informazione sulla guerra dei> balcani. Abbiamo bisogno di ripartire ponendo sotto critica la capacità dei> giovani comunisti di provocare e stare nelle mobilitazioni. Spesso anche> noi siamo vittime del politicismo, di uno snobbismo pseudo intellettuale> che ci allontana dalla possibilità di capire i bisogni nostri e di di> quelli che ci circondano. Tentiamo di superare vecchi e nuovi vizi con una> pratica che sarebbe dovuta essere al centro della riflessione e del nostro> agire già da molto tempo. Lanceremo in questi giorni un "foglio> d'inchiesta", che sarà proposto ai compagni e alle compagne che lavorano> nei collettivi degli studenteschi medi per capire insieme quali sono nella> scuola dell'autonomia, i cambiamenti, se essi vengono percepiti e come.> Infine l'inchiesta servirà a capire se e come, le forme di lotta degli anni> scorsi sono ritenuti efficaci. E' un nuovo terreno d'iniziativa quello con> cui quest'anno ci cimenteremo. Noi pensiamo che il primo risultato che> otterremo sarà quello di mettere in relazione vite ed esperienze che spesso> anche all'interno di una stessa scuola o città rimangono chiuse e isolate.

 

Livorno di L. Mattei

L’inchiesta che noi G.C stiamo preparando a Livorno si rivolge ai corsisti, cioè agli utenti dei Corsi di Formazione Professionale che l’ente Provincia di Livorno si appresta ad effettuare nell’anno 99-2000. Questo perché da una prima analisi dei dati degli anni formativi 1995-96-97, fornitici dall’Amministrazione provinciale, emerge che il 75% dei corsisti sono giovani disoccupati – inoccupati, compresi in una fascia di età tra i 18 e 33 anni dove il 56% ha il diploma di istruzione secondaria e più del 60% ritiene che i corsi non servono a niente.

Già da qui si capisce quanto sia importante avviare un lavoro che ci permetta da un lato di avere elementi di conoscenza importanti rispetto alla condizione disoccupato - inoccupato dall’altro di affinare lo strumento politico sia per creare un collegamento tra i giovani e noi, sia per costruire momenti di verifica tra i Giovani e l’Amministrazione

Sommario

Piattaforma e campagna nazionale per le giovani generazioni

 

Nel dibattito politico di questi ultimi mesi si tende spesso a discutere della "questione giovanile" e di eventuali e possibili provvedimenti a sostegno delle giovani generazioni. Lo stesso Governo D'Alema è solito riproporre un consueto ritornello: quello secondo il quale bisogna sì affrontare i problemi dei giovani, ma in relazione ad una vera e propria contrapposizione con i "lavoratori garantiti" e i pensionati. La logica del conflitto generazionale, di recente riproposta da autorevoli esponenti della vita politica nazionale, sembra essere l’elemento dominante delle ispirazioni governative, nel nome di una tesi che ritiene "la coperta troppo corta e quindi incapace di coprire tutti". E la stessa politica che ispira i tagli allo stato sociale (pensioni, sanità, formazione, ecc.), viene spesso mascherata da questa pericolosissima motivazione. Anche e soprattutto per queste ragioni la discussione attorno alle giovani generazioni ci sembra dovuta molto più a ragioni strumentali che a un reale interesse ad affrontarla.

In realtà la condizione giovanile non è migliorata in questi anni di governo di centro sinistra. Né sul terreno dell’occupazione, né su quello dei diritti e dei bisogni sociali, sono stati presentati provvedimenti strutturali che provano a costituire elementi significativi di controtendenza. Gli stessi nuovi 574 mila posti di lavoro di cui spesso si parla, e che sono una parte importante della propaganda governativa sul terreno occupazionale, sono quasi sempre iper flessibili o a termine, comunque a basso salario, e si accompagnano ad un decremento numerico ancora maggiore di "posti fissi". I contratti d'area, che non casualmente vengono proposti laddove si riduce l’insediamento produttivo, sembrano proprio ispirati a questa logica: secondo la quale, si toglie il lavoro vero al padre e si assume, a metà salario (e quando va bene) il figlio. E la stessa ultima finanziaria sembra confermare questo schema .

Questa impostazione governativa viene del resto ribadita dall’approccio del Governo ad altre questioni importanti, che pure se ricondotte a misure per le giovani generazioni, si rivelano ancora una volta del tutto inefficaci o strumentali (dal reddito minimo di inserimento ai presunti provvedimenti sul diritto allo studio, che nella legge di parità provano a mascherare in qualche forma i finanziamenti alle scuole private).

In questo quadro si è affermato un certo protagonismo del Ministero degli Affari Sociali, che, sulla scorta di quanto accade nella legislazione di altri paesi europei, da un anno discute sulla possibilità di approvare un disegno di legge quadro per le giovani generazioni (lo stesso che avrebbe dovuto prevedere l’istituzione di un organismo rappresentativo nazionale, il Consiglio Nazionale della gioventù, poi stralciato, verso il quale abbiamo avuto una forte critica politica, e che affronta, in qualche modo, il tema degli incentivi per i giovani). Questa idea ( più nota come legge Turco), ancora vaga nelle sue articolazioni ma chiara per l’impostazione di fondo, si accompagna al varo del Reddito minimo di inserimento, una proposta assistenziale per i poveri e i bisognosi ben lungi dall’essere sia una forma di salario a tutela della dignità dei disoccupati sia lo strumento per un reale impegno per il lavoro. Verrebbero coinvolti dal provvedimento, infatti, solo "gli individui privi di reddito, ovvero con un reddito (...) non superiore alla soglia di povertà stabilita in 500mila lire mensili", che dovrebbero comunque accettare qualunque offerta di lavoro (anche se mal retribuito o a tempo determinato) favorendo, di fatto, il lavoro precario.

Eppure questa proposta, non condivisibile perché ricalca l’idea del "welfare minimo" che aveva già caratterizzato la precedente legge finanziaria (quella della crisi del Governo Prodi), in cui ai diritti sociali e fondamentali validi per tutti si sostituiscono meri provvedimenti di assistenza solo per gli indigenti assoluti, introduce un tema importante, cioè la necessità anche per il nostro paese di dotarsi di una legge quadro e di alcuni collegati sulle giovani generazioni. La stessa propaganda governativa tende molto a sottolineare questo aspetto, presentando l’attuale esecutivo come il primo della storia della Repubblica che prova ad indagare questo terreno, con un risultato indubbiamente positivo in termini di immagine e comunicazione, favorito anche dalla partecipazione a questi progetti di molti pezzi di mondo giovanile (dalle organizzazioni giovanili dei partiti del centrodestra e del centrosinistra fino ad un buon numero di associazioni e ad alcuni centri sociali).

Anche per questi elementi crediamo necessario da una parte criticare l’impostazione governativa ma dall’altra non sottrarci alle tracce di discussione aperte. E riteniamo importante iniziare a ragionare attorno ad una proposta organica dei Giovani Comunisti e del PRC alternativa a quella del centrosinistra, che possa essere sia uno strumento di visibilità ma soprattutto l’occasione per iniziare ad organizzare attorno ad essa possibili vertenze, movimenti, conflitti, col coinvolgimento del numero più ampio di soggetti sociali e politici. Già dal campeggio nazionale è emersa la necessità di costruire una vera e propria piattaforma per le giovani generazioni, da dispiegare sul territorio nazionale tramite una campagna politica di lunga durata, capace di coinvolgere l’intero corpo dei nostri militanti e di fissare alcuni obiettivi credibili e concretamente percepibili. Una piattaforma, e una campagna, che devono prevedere un nostro disegno di legge, da presentare contemporaneamente a quello governativo, anche utilizzando gli strumenti mediatici e comunicativi ai quali certamente si riferirà la legge del Governo.

Una piattaforma e una campagna che vogliamo cominciare ad affrontare nel Coordinamento Nazionale dei Giovani Comunisti, ma che sappia interpretare, soprattutto, le esigenze dei nostri compagni e delle nostre compagne sul territorio: una proposta quindi necessariamente aperta, da approfondire negli attivi provinciali e regionali, che possa sviluppare la costruzione di vertenze locali da ricondurre a un tema di fondo nazionale capace di "unificare" le nostre tante, troppo spesso disperse, iniziative. Ed insieme promuova una precisa operazione di visibilità (tramite un vero e proprio "titolo" - Riprendiamoci il futuro ? - con manifesti, volantini, adesivi, magliette, spot radiofonici sui circuiti alternativi, ovviamente compatibilmente alle nostre ben note difficoltà finanziarie).

Del resto, crediamo indispensabile cominciare a dotarci di un pezzo di programma articolato e complessivo sulle giovani generazioni, anche alla luce della necessità di rendere più riconoscibile l’iniziativa politica del nostro partito attraverso una proposta organica e non solo con le singole, e giuste, battaglie politiche ( dalle 35 ore alla "forbice" salariale) che spesso, soprattutto territorialmente, stentano a farsi riconoscere come pezzi di un unico progetto. E la promozione di un approccio non più resistenziale ma offensivo alle politiche sociali ed economiche del governo (che ci porta a considerare, per esempio, che per difendere le pensioni bisogna provare a partire dai giovani) si può incrociare positivamente con questa proposta.

Riteniamo che la piattaforma debba articolarsi a partire dalla questione della precarietà, centrale per la definizione di un elemento "unificante" per la condizione giovanile. Attorno alla precarietà, che è la caratteristica più pregnante per le giovani generazioni, crediamo necessario sviluppare il nostro ragionamento, partendo da tre grandi questioni, attraverso le quali strutturare la campagna nazionale e le vertenze locali. La prima riguarda il lavoro e il salario, la seconda la formazione e il diritto allo studio, la terza i diritti e le libertà. Proveremo qui ad avanzare alcune ipotesi di discussione, nel tentativo di tracciare un filo conduttore alle diverse tracce di ragionamento.

1.Lavoro e salario: conosciamo delle differenze, anche teoriche, che, fuori e dentro il nostro partito, distinguono lavoro garantito, salario sociale, reddito di cittadinanza. Ma se è utile approfondire questi temi pure analiticamente, crediamo necessario provare ad avanzare una proposta, che, ben lungi dall’essere una mediazione tra posizioni diverse, prova ad affrontare la condizione di chi già lavora e quella di chi è disoccupato o inoccupato. La nostra proposta, alternativa a quella del "reddito minimo di inserimento" proposto dalla Turco, nasce dalla consapevolezza di affrontare i nodi legati alla disoccupazione giovanile - e alle nuove forme di lavoro che si producono soprattutto in alcune regioni italiane - attraverso interventi strutturali (come le 35 ore, purtroppo poco percepibili per le giovani generazioni), ma anche tramite un insieme di misure garantite e fornite dallo Stato che vanno dalla individuazione di un "pacchetto di servizi" per i disoccupati (diritto alla casa, all’istruzione, alla cultura...) fino alla corresponsione diretta di forme di reddito, dignitoso e congrue, comunque finalizzate al lavoro. Pensiamo, per gli occupati, al "salario minimo intercategoriale", come una misura per combattere il lavoro precario e mal retribuito e come misura per ricomporre la frammentazione in atto nelle neo assunzioni, fra le diverse forme atipiche di contratto, stabilendo per tutti i tipi di rapporto di lavoro minimi salariali e di diritti inderogabili. Per disoccupati e inoccupati, in un orizzonte che guardi alla tesi dello "Stato occupatore in ultima istanza e della lotta per la piena occupazione, è necessario porsi, contemporaneamente all’obiettivo di creare nuovi lavori (per esempio nella salvaguardia del patrimonio storico e ambientale, nella ricerca di forme alternative di energia, nella cura della persona) e senza perdere di vista la lotta per le 35 ore settimanali, l’obiettivo di un "salario sociale": da dividere in un pacchetto di servizi sociali gratuiti (di competenza regionale e comunale) e quote di reddito monetarie (di competenza del bilancio dello Stato), che per un periodo di tempo (due, tre anni, durante i quali si devono predisporre corsi di formazione pubblica obbligatoria per i fruitori delle quote di reddito) possano garantire a chi è iscritto alle liste di collocamento un rimedio decoroso al proprio stato di inoccupazione. Queste proposte (finanziabili praticamente tramite la tassazione dei grandi patrimoni e il recupero dell’evasione fiscale), possono diventare un momento centrale della nostra campagna contro la precarietà come condizione che contraddistingue le giovani generazioni, senza dimenticare che l’intera materia va presentata in forma non ideologica e necessita un approfondimento nel nostro dibattito, soprattutto al fine di costruire a partire da essa il "corpo" del nostro disegno di legge sulle giovani generazioni.

2. La questione della formazione rappresenta un punto decisivo per la definizione delle linee di fondo della campagna. Negli ultimi anni abbiamo segnato un punto di elaborazione importante individuando nella formazione uno dei possibili agenti di determinazione del modello di sviluppo e contemporaneamente denunciandone il carattere funzionale al mercato e al sistema delle imprese. E' quindi necessario e possibile accompagnare a questa battaglia complessiva sul ruolo della formazione una serie di specifiche iniziative capaci di legare scuole ed università, intrecciando il quadro complessivo proposto dalla nostra campagna.

Nell’ambito della battaglia generale contro le riforme strutturali del sistema scolastico e universitario (della riforma dei cicli alla parità, dall’autonomia didattica al diritto allo studio) si possono già indicare alcune iniziative: presentazione di liste per gli OO.CC. anche su piattaforme incentrate su vertenze locali; l’avvio immediato di una petizione contro l’articolo 6 del Regolamento attuativo dell’autonomia didattica, che elimina la legge del Codignola del 1969 cancellando nei fatti il libero accesso, per tutte e tutti, ai diversi corsi universitari; la mobilitazione sulle tasse d’iscrizione e sui test d’accesso alle SIS.

3. Il terzo punto riassume in parte i primi due (il pacchetto dei servizi e delle gratuità come diritto e non come mera assistenza) e introduce l’idea di una riappropriazione della categoria della libertà, troppe volte in questi anni colpevolmente abbandonata dalla sinistra e agitata strumentalmente dalla destra. Riteniamo invece utile riempire la nostra campagna di contenuti troppo spesso considerati di secondo piano e invece necessari per avvicinarci più concretamente ai bisogni delle giovani generazioni. Dalla legalizzazione delle droghe leggere alla libertà di orientamento sessuale, dalla riduzione dei prezzi dei preservativi alle questioni aperte dalla riforma della leva, alla naja, al servizio civile. Fino a giungere, parlando di libertà, al tema centrale della autonomia, che dobbiamo provare a far diventare il contraltare della condizione della precarietà. Autonomia dalla famiglia, e quindi diritto alla casa (oggi nel nostro paese tantissimi giovani fino a 34 anni vivono con la famiglia, differentemente che in molti altri paesi europei) e sgravi sugli affitti, libertà di movimento e di viaggiare (intervenendo anche sui piani tariffari), tutti terreni sui quali è possibile aggregare un numero considerevole di giovani .

Come si vede, le tre tracce di discussione possono rappresentare diversi pezzi di un’unica campagna politica e possono intrecciarsi col ragionamento su una piattaforma organica per le giovani generazioni. Una piattaforma e una campagna da far vivere nelle nostre federazioni, iniziando un percorso di attivi, provinciali e regionali, fino ad arrivare alla nostra stessa seconda conferenza nazionale, ed intorno alla quale provare ad aggregare altri soggetti politici, riscoprendo anche forme di militanza e pratica politica (come la possibile costituzione di comitati di scopo, finalizzati alla realizzazione di un obiettivo concreto, o di una vertenza con un ente locale nel quale il Prc può essere indifferentemente al governo o all’opposizione). Così le proposte di legge che ne debbono scaturire possono diventare una sorta di contenitore che giorno dopo giorno, con la nostra pratica politica, riempiamo di credibilità e fattibilità, per la riconoscibilità generale del nostro progetto.

Sommario

Bollettino di Inchiesta