Perché un’inchiesta nel Pubblico Impiego

a cura di Vittorio Mantelli

Perché un'inchiesta nel pubblico impiego? Il pubblico impiego interessa nel nostro paese circa centinaia di migliaia di addetti. Spesso questi lavoratori diventano i bersagli naturali dell'attacco al "pubblico" anzi su di essi viene costruita tutta una mitologia che ci parla di inefficienza-assistenzialismo in contrapposizione ad un privato efficiente. In realtà dopo aver provveduto a privatizzare il rapporto di lavoro nel pubblico impiego e dopo aver introdotto il lavoro interinale, si è realizzata in questo settore la declinazione di tutte le forme del precariato che la legislazione consente: i fenomeni di esternalizzazione, outsourcing, ecc. sono già una realtà ... niente di fronte agli affondi della finanziaria 2003 dove è prevista anche la privatizzazione degli enti di ricerca. Anche il comparto degli "Enti Locali" con il referendum federalista subirà una forte deregolamentazione in ordine alle "competenze" e al contratto. Per questo come Gruppo Inchiesta abbiamo ritenuto dare priorità ad un’indagine nel settore del Pubblico Impiego e degli Enti Locali..

Le condizioni reali di questi lavoratori c'interessano molto. E questa realtà ha a Roma, ovviamente, il suo peso specifico sotto tutti i punti di vista: l’inchiesta vuole essere appunto l'inizio di una relazione tra il partito e questo grande numero di lavoratori.

L’indagine è stata realizzata in collaborazione con diverse realtà sindacali e semplici simpatizzanti operanti in azienda, procedendo dapprima con la distribuzione di un volantino in cui si è presentato lo scopo, avendo cura di sottolinearne il carattere anonimo. Infatti dall'esperienza FATTA in precedenza sapevamo che il momento più delicato insieme all’informazione preventiva (vedi volantino) era la programmazione-studio-articolazione del momento della raccolta dei questionari. Fase che andava costruita innanzitutto con una rete informale di rapporti nel posto di lavoro, "rete" fatta da compagni r.s.u. e non solo, che avrebbe reso la penetrazione dell'inchiesta più efficace, facendo in modo che l'iniziativa arrivasse in profondità costruendo nel vivo un insieme di "rapporti reali" con i lavoratori, rapporti fino a quel momento non esistenti. Non è possibile infatti pensare ad un lavoro d'inchiesta senza la creazione di rapporti/rete che lo preceda. Un secondo aspetto di rilievo è stato l'impegno, una sorta di "feedeeback", che il Partito ha assunto con i lavoratori e che ci ha visto ritornare sui luoghi di lavoro per presentare i risultati in due incontri pubblici (avvenuti l’11 e il 13 giugno 2003 presso le sedi generali INPS e INPDAD). E’ stato un momento politico alto in cui i dati dell’inchiesta sono stati il punto di partenza per un’analisi attenta e approfondita delle condizioni presenti oggi nel mondo del lavoro e di denuncia della situazione di precarietà e frustrazione vissuta dalla gran parte dei lavoratori. A discutere in affollate assemblee indette dalle organizzazioni sindacali CGIL, COBAS e RdB si sono ritrovati il compagno Bertinotti, e successivamente il compagno Musacchio della direzione nazionale del PRC, insieme ai massimi dirigenti nazionali del pubblico impiego delle tre organizzazioni sindacali. Un momento quindi che oltre a rappresentare un elemento di crescita progettuale si è trasformato in elemento di forte partecipazione dei lavoratori e di importante e "visibile" unità delle rappresentanze sindacali.

 

Dall'Inchiesta al Progetto.

La presentazione pubblica oltre ad aver rappresentato la sintesi ci ha consegnato l'opportunità concreta, reale, di agire politicamente partendo dai bisogni, insieme ai lavoratori e nel recupero di momenti di unità. E’ un lavoro di analisi e di prospettiva politica che ci aiuterà a individuare obiettivi e aprire vertenze, a definire percorsi di ricomposizione.

Percorsi che ripartendo dalle nuove condizioni (libro bianco - finanziaria 2003 - attacco alla previdenza, ultimo presidio collettivo del welfare state, ecc) riescano a rimettere in gioco una politica "efficace" nel difendere le condizioni dei lavoratori. Percorsi che ci portino ad interloquire con tutti (OO.SS, forze politiche, lavoratori e lavoratrici) sapendo, come si può evincere dalla prima lettura dei dati, che nei luoghi di lavoro si ha ben chiaro la necessità di un cammino per una ricomposizione di classe: traspare infatti una rinnovata soggettività del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici a cui spesso però le stesse OO.SS, troppo ripiegate su stesse, hanno fanno da "tappo" bloccando questo processo in "fieri".

Lo scenario poi che nei prossimi mesi si aprirà sui temi affrontati dal libro bianco di Maroni è tale da cambiare sul versante legislativo-contrattuale il lavoro nella pubblica amministrazione e più in generale in tutti i settori (vedi la discussione attuale sull’aumento dell’orario di lavoro nel pubblico impiego a 40 ore). Obiettivo dichiarato è la fine dei C.C.N.L. per i rapporti di lavoro individuali, l'abolizione dell'ART.18, cosi come quello del diritto di sciopero. Ciò svela la natura profondamente di classe di questo attacco e il primo passo per rispondere efficacemente è fare uscire questi lavoratori dal senso di impotenza a cui una condizione individuale li condanna. E' questo lo "spazio politico" che il partito deve riempire per fare il salto verso la costruzione di un vero partito di massa. In questo percorso l'inchiesta sarà lo strumento di orientamento per raggiungere questo obiettivo!

Essendo il pubblico impiego presente nelle aree metropolitane e in tutti i capoluoghi di regione e di provincia, occorrerà generalizzare su larga scala l’inchiesta nel pubblico impiego () poichè questo ci consentirà di avere per la prima volta la conoscenza delle condizioni reali di un segmento ancor più importante oggi perché sotto attacco sia dal punto di vistra contrattuale sia perché investito dai processi di esternalizzazione e ridimensionamento frutto delle logiche federaliste.