Terni: conferenza dei lavoratori del PRC. Uno sguardo all’interno del Partito

a cura di Vittorio Mantelli

L’Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del Prc tenutasi a Terni il 22-23 febbraio 2003, è stata anche l’occasione per dare uno sguardo "dal di dentro" al Partito e interrogarci con la platea, cercando di fare, per quanto più possibile, un’operazione verità: sul chi siamo, sull’efficacia della nostra comunicazione interna ed esterna, così come sulla più o meno condivisa necessità di istituire un gruppo inchiesta in ogni federazione.

La platea che ha risposto (173 schede restituite). Schiacciante una maggioranza di maschi (84.4) con oltre la metà (54%) di ultraquarantenni, ci parlano di una insufficiente penetrazione tra i giovani lavoratori (v. grafico n.2). Giovani e genere due "G" da conquistare!

Il tema della comunicazione interna ci è sembrato importante per comprendere se il flusso informativo centro-periferia-centro del partito sia adeguato a un partito piccolo come il nostro e spesso, come accade da tre anni a questa parte, impegnato su più fronti.

A un 12.9 che dichiara insoddisfacente il flusso informativo, abbiamo il 32.4 che viceversa afferma che è buono. Ciò di fronte a un 54.7 di sufficienza.

Il giornale rimane con un consolidato 60.2 la principale fonte di informazione nella vita interna del partito; si segnala un 32.2 di e-mail, passando per un 26.3 tramite telefonate al circolo, significativo è un indeterminato 24.6 che sommato al 17.5 del "sentito dire" ci indica un 42.1 di una comunicazione informale, casuale, generica, fenomeno tutto da approfondire e soprattutto da superare.

Il giornale. Metà della platea afferma di acquistare Liberazione meno di 5 volte la settimana.

Il nuovo avanza nella comunicazione. Infatti il 56% alla domanda numero 5 "quale sistema di informazione riterresti più efficace nel tuo caso" risponde: e-mail personali; un 39.6 resiste con annunci su Liberazione; permane uno zoccolo duro di lettere a casa più frequenti. Rileviamo che quest’ultima modalità è comunque la più costosa.

Dipartimento lavoro. Il sito è conosciuto dal 72.2%, con una schiacciante maggioranza, 94.4, che ritiene efficace un forum per mettere in comune esperienze, lotte e percorsi. Questo è sicuramente il dato che ci domanda più innovazione, più ricerca interna ed esterna, più relazioni.

Alla risposta n. 8 "una volta ricevuta l’informazione dal dipartimento nazionale o dal regionale, viene socializzata realmente?" il 42.6 risponde NO, c’è ancora mezzo partito da conquistare alla partecipazione.

Organizzazione. Un 9.5% dei circoli non ha nulla, né telefono, né fax. Un 31.9 ha il telefono senza segreteria telefonica, un 6% non ha un fax funzionante e così via…………..

Referendum. La platea considera equivalente o di eguale efficacia i metodi più classici di propaganda (comizi sui posti di lavoro, ecc.) con quelli propri della comunicazione massmediatica (spot radiotelevisivi).

Un buco nero?! Alla domanda "fai attività politica sul posto di lavoro" l’11.5% risponde di NO. Chi è questo 11.5% che separa la politica dal sociale e non si fa riconoscere come comunista in ogni tempo e in ogni dove?

La "bacheca" di Liberazione. Semplice, classico, ordinario strumento quotidiano di informazione. Ripartire dai luoghi di lavoro "quando ci sono" contro l’omologazione mediatica un obiettivo da praticare? L’86.1 non ce l’ha.

L’inchiesta. L’inchiesta universalistica rimane al primo posto con uno scarto del 10% sull’inchiesta a campione, si affaccia la videoinchiesta con 17.5, strumento presentato con un film-documentario nell’assise di Terni ("tempi moderni. Prove di videoinchiesta", prodotto dal dipartimento lavoro nazionale). Si comincia ad affermare questo strumento: anche la Federazione di Napoli ha prodotto un video "Ho licenziato mio padre".

L’inchiesta evocata-auspicata è giudicata utile dal 95.6%. Il dato si commenta da solo!

Bollettino. Il 54% non lo conosce. Suggeriteci come diffonderlo di più!

Il 37% della platea risponde di avere già costituito nella propria federazione un gruppo inchiesta.

Per andare incontro a quella domanda del 95% che ci consentirebbe di superare un’inchiesta praticata a "macchia di leopardo" e riuscire realmente a praticare l’innovazione nel partito che ci consenta di essere più vicini ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici. Di fronte ai nuovi scenari (legge 30, 848 bis, ecc.) sarà necessario fare più inchiesta finalizzata alla costruzione di piattaforme, perché attraverso l’inchiesta è possibile svelare il processo di precarizzazione del lavoro che spesso sul territorio ha un andamento "carsico". Concludendo più inchiesta, più saperi, più conflitto.