L’INCHIESTA NEL PUBBLICO IMPIEGO A ROMA: UN PRIMO BILANCIO

a cura di Nino Ferrara

Circa un anno e mezzo. Il tempo che è passato dalla progettazione dell’inchiesta sul pubblico impiego, la sua realizzazione e le prime conclusioni che si terranno in un prossimo convegno pubblico con i lavoratori, le forze politiche e i rappresentanti istituzionali e sindacali per discutere dei risultati e trarre indicazioni per un progetto di lavoro politico futuro.

Il tutto ha avuto avvio a fine aprile 2001, sull’onda della conferenza dei Lavoratori del PRC a Treviso ("fare dell’inchiesta un momento cardine dell’attività e della crescita del partito") e dell’esperienza positiva dell’indagine condotta a Fiumicino-Aeroporto.

Il compagno Bruno Steri, responsabile per il pubblico impiego della Federazione di Roma, propose all’epoca a noi del gruppo inchiesta romano (Vittorio Mantelli ed il sottoscritto) di effettuare insieme un’indagine tra i lavoratori dell’INPDAP per conoscere le aspettative e le "speranze" di quanti operavano in un settore pubblico.

Nelle riunioni preliminari si decise subito di estendere questo lavoro a tutta la previdenza e più in generale al pubblico impiego, essendo Roma un laboratorio interessante in quanto sede di terziario e ministeri. La vastità del settore interessato, le oggettive difficoltà ad avere agibilità politica in alcuni Enti (Interni, Difesa, Finanze ecc.), l’assenza in alcuni casi di punti di riferimento interni (mancanza di Circoli Aziendali di Rifondazione Comunista, risposte evasive dalle strutture sindacali etc.) ed infine la necessità di rendere questa inchiesta "credibile ed efficace" dal punto di vista politico conferendo anche un elevato grado di oggettività alla raccolta dei dati, il tutto ha portato a restringere il nostro campo di indagine cercando comunque di mantenerne la validità generale.

Si è scelto quindi di operare lì dove si sapeva di poter contare sulla presenza di compagni, simpatizzanti e forze sindacali aziendali disponibili a sostenere un impegno notevole nella informazione preliminare sui motivi dell’inchiesta, nella sensibilizzazione alla compilazione dei questionari, nella distribuzione e relativa raccolta, nel trasferimento dal cartaceo su mezzi informatici dei dati da elaborare ed infine nella loro analisi.

La scelta a tal fine è ricaduta su cinque enti, i tre della previdenza (INPS; INPDAP; INAIL) più l’Istituto per il Commercio con l’Estero (I.C.E.) e l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana. Le motivazioni precedentemente esposte hanno inoltre portato a concentrare il nostro intervento solo in alcune sedi dei vari Enti: quelle luogo di Direzione Centrale e in diverse di quelle periferiche (territoriali), ciò al fine di avere dati relativi sia alle condizioni e alle aspettative di lavoro nei grandi complessi con attività non legata direttamente alle relazioni con il pubblico e dove è più diretto il rapporto con i luoghi di "decisione", sia nelle periferie dove è in genere più carente il personale e dove si può avere la sensazione di essere abbandonati a se stessi soprattutto quando si è in relazione diretta con gli umori e le rabbie di un’utenza molto spesso resa agguerrita da un "tam-tam" mass-mediatico che dipinge il settore "pubblico" come luogo di sprechi e inefficienze.

L’aver concentrato gli sforzi in questo modo ci ha permesso di ottenere un'omogeneità di problematiche e di motivazioni in quanto attinenti ad un medesimo contesto lavorativo. La scelta poi di sedi centrali e periferiche ci ha consentito di generalizzare i risultati.

In totale questa inchiesta ha interessato circa 5750 tra Impiegati e Dirigenti con la distribuzione effettiva di circa 4000 questionari. Quelli restituiti compilati sono stati 2127 con una media quindi del 53% di risposte. E’ da rimarcare come in molte Sedi, tra periferiche e centrali, si è registrata una percentuale di risposte superiore all’80%. La distribuzione e la raccolta dei questionari ha cercato di coinvolgere tutti i lavoratori interessati (da una prima lettura dei dati oltre il 15% di coloro che hanno risposto ha la qualifica di Dirigente o Quadro Direttivo).

Dati estremamente significativi quindi, dati su cui è in corso nel Partito un’analisi accurata generale e disaggregata per Ente e Sede coinvolti. Il tutto finalizzato ad una serie preliminare di interventi settoriali per la diffusione e discussione dei risultati (attresa da molti lavoratori) e alla preparazione di un convegno pubblico che sia occasione per Rifondazione Comunista, anche sulla base di quanto emergerà dai dati, di un momento di crescita progettuale e di confronto con chi ha collaborato all’inchiesta e con le altre forze politiche e sindacali, i lavoratori e le Istituzioni, per un intervento efficace nel settore pubblico ed in particolar modo nel settore della previdenza.

L’inchiesta come punto di partenza e di verifica di un percorso politico.

 

Un anno e mezzo di lavoro politico durante il quale si è cercato di mettere in moto un processo di coinvolgimento e partecipazione collettiva "trasversale" dei compagni che lavorano nel pubblico impiego, i responsabili a livello nazionale dell’Inchiesta, del settore lavoro e degli enti locali, le rappresentanze sindacali aziendali e semplici simpatizzanti perché tutti nell’ambito delle proprie competenze potessero dare il proprio contributo di idee e proposte alla riuscita dell’iniziativa. Fase questa importante perché ha portato ad una modellazione collettiva dei quesiti del questionario e dei criteri di somministrazione.

Un’Inchiesta utile anche alla crescita di relazioni umane, sociali e politiche interne al nostro Partito, che ci ha aiutato a creare un "corto circuito" positivo di lavoro tra le diverse istanze (circoli, federazione, nazionale) ridimensionando anche le asprezze di un diverso schierarsi interno. Asprezze che negli ultimi tempi, almeno a Roma, hanno determinato un’immobilismo dell’agire politico se non una "rottura" traumatica anche umana tra compagni.

Inchiesta che ha agito inoltre da "volano" per altre iniziative. Sull’onda di questo lavoro, e in coincidenza della prossima presentazione dei risultati, i compagni della previdenza hanno deciso di approfondire i temi della previdenza pubblica e hanno prodotto un documento da sottoporre al vaglio della discussione nel Partito e tra i lavoratori. Inoltre si è lanciata l’idea di un Coordinamento Nazionale dei lavoratori del settore.

L’inchiesta come momento di trasversalità e ricomposizione. Momento di rilancio dell’attività politica.

 

L’inchiesta inoltre come luogo di "acquisizione di conoscenze" del mondo del lavoro e più in generale del contesto ambientale, sociale e relazionale, che ci aiuti a trovare i nessi delle dinamiche che attraversano una società contemporanea in così profondo cambiamento, definendo gli elementi di un "progetto politico" concreto che sappia incidere sul contesto "reale".

Ma anche un agire politico importante perché si è stati "tra i lavoratori". L’operare "porta a porta", entrare nelle stanze facendosi "riconoscere", sentire le ragioni, capire gli umori, acquisire i loro saperi, leggere lo stupore e la soddisfazione di trovare chi cerca di riempire quel "vuoto" che oggi oggettivamente esiste tra loro e quanti (forze politiche e purtroppo anche sindacali) dovrebbero rappresentarne gli interessi.

Ecco, l’inchiesta come recupero del senso originario e più puro della politica: l’essere tra i lavoratori per far vivere il senso della considerazione e della partecipazione, essere tra i lavoratori, i cittadini, per acquisire gli elementi di progettualità nell’agire.

L’inchiesta come valore fondamentale del nostro agire politico, importante per le situazioni di lavoro che raggiunge, ma importante per noi, per le modificazioni culturali che possono essere introdotte nel Partito, importante perché rompe la supponenza di tanta politica che parla di quello che