Dopo Genova: sassi & computer

di Gianni Marchetto - CGIL Torino

 

Premessa

Sono prime osservazioni derivanti dalla mia partecipazione alla manifestazione di Genova, forse del tutto sbagliate, sul movimento del Genova Social Forum.

 

La novità

Intanto era tutta brava e bella gente.

E' data dal fatto che pur avendo delle analogie con altri movimenti, penso a quello più importante del '68/'69, è un movimento che porta in sé una discontinuità politica e di "saper fare":

Come tutti i movimenti che spuntano da un mare di contraddizioni che li genera nella sfera economica, sul fronte dei valori nella società civile e politica, porta con sé un mare di impurità - i movimenti in genere non nascono in cima alla montagna dove sorgono limpide le acque - sono piuttosto delle eruzioni vulcaniche che portano con se lava e detriti, ovvero sono la tracimazione di fiumi e quindi l'alluvione che ne viene con tutte le conseguenze.

E' un movimento privo di ogni connotazione di classe - ovvero è interclassista (a differenza del '68/'69) più che altro nella sua "filosofia" che non per la propria estrazione sociale, e proprio per questo (forse) porterà a posizionare su sponde opposte l'opinione pubblica, in maniera trasversale tutti i ceti sociali, dai poveri, alla classe operaia, ai ceti medi, su su fino ai ceti borghesi (vedi la quasi intera redazione di "Repubblica" e l'editoriale di Scalfari di domenica 22 luglio, tutto in favore del movimento - e questo a differenza del silenzio politico tenuto sullo sciopero dei metalmeccanici del 16 dallo stesso giornale) e questo in virtù del suo essere interclassista che innanzi tutto spaccherà il ceto politico e sindacale - specie quello di sinistra (vedi i DS);

Ed è proprio per questa sua caratteristica interclassista e per le sue potenzialità di rottura nel blocco dell'avversario, che spiega la reazione dura dell'establishment del nostro Paese, che in un primo tempo ha tentato di "lisciarlo" (vedi Ruggiero della FIAT) in un tentativo di integrazione (fallito) e dall'altro è stato duramente "percosso" 8Scaiola e Berlusconi) fino al tentativo di farlo diventare un tutt'uno con il Black Bloc nel tentativo di screditarlo;

Un centro Sociale in fondo è persino compatibile con questa mondializzazione- con un po' di manganello quando "esagerano" e un po' di case da occupare li si può tenera a bada, stante il fatto che tutto si ascrive nella vecchia logica per cui ad un individuo si prospettano due strade: o l'integrazione o la ribellione, basta che quest'ultima sia circoscritta;

In fondo è la prima volta che un movimento "interclassista" si pone come alternativo al "pensiero unico", o almeno così a me pare che sia visto dal nostro establishment - nel passato i movimenti a carattere interclassista hanno avuto tutt'altre funzioni: nella nascita del fascismo negli anni '20, per non dire il blocco di potere democristiano che ha governato per circa 50 anni, tutto posizionato su una ipotesi di conservazione e di moderatismo.

Ma la stessa funzione del movimento operaio attuale viene vista, sempre dall'establishment attuale, come una funzione "conservatrice" - oggettivamente bisogna riconoscere che anche la parte con la schiena dritta (la gran parte della CGIL con in testa la FIOM) fa battaglie eroiche ma tutte in difesa - il mazzo in mano lo ha il padronato;

Mentre, sempre agli occhi di questi, questo movimento si propone come altro dal pensiero unico ed è soggettivamente vicino, attiguo alle figure della globalizzazione, ne conosce i meccanismi, le storture, le mistificazioni ecc. e quindi va messo a tacere, va ridotto a Black Bloc. Questa situazione è forse dovuta al fatto che non c'è più il gruppo dirigente DC, oggettivamente portato alla mediazione prima di tutto al proprio interno, ma poi anche con i movimenti (vedi per tutti Moro) - è vero che il blocco sociale attorno a Berlusconi è anch'esso interclassista, ma ciò che prevale è la logica del "comando di azienda" che nell'attuale fase fa tutt'uno con gli "spiriti animali" di questo capitalismo;

La vera novità sta nel fatto di non essere per niente ideologizzato (nel senso di richiamarsi ad un unico filone ideologico) ma di avere in sé grandi e forti valori di una storia di nuovo "umanesimo" e poi, fatto di enorme importanza, di provenire per la gran parte da esperienze dirette di "saper fare" , e comunque alieno alla sola chiacchiera verbosa anche se di sinistra.

Il Black Bloc - a mio parere - è un fatto di "ordine pubblico" al quale i tutori dell'ordine non sanno o non vogliono far fronte - non c'è più neanche una scusante di carattere ideologico come era nel caso dell'autonomia - in pratica non gliene frega niente del G8, della globalizzazione ecc. - ciò che prevale è un atteggiamento meschino e opportunista nell'usare il movimento come i pidocchi usano la schiena dell'elefante, l'unica cosa che vale è lo scontro con la polizia.

Quale atteggiamento avere

Intanto un atteggiamento positivo di reciproco ascolto - di andare a "rubare" il loro saper fare - abbandonando ogni atteggiamento saccente, di supponenza (tipo: "adesso ti spiego io i mali della globalizzazione"), ma confrontando la nostra esperienza e il nostro saper fare.

Tentare di dare continuità, a livello del territorio, su contenuti e piattaforme "PER" e non solo "CONTRO" - in fondo questa è l'unica strada per evitare di essere sempre in brutta compagnia (vedi Black Bloc o i loro cugini nostrani); "contro" ci si trova quasi sempre tutti, "per" significa fare una selezione a monte - visto che l'altra strada (quella di un movimento coeso e organizzato) è negata, o comunque resta molto difficile, dalla composizione stessa del movimento.

Mettendo "in rete" tutte le esperienze, i contenuti, i linguaggi che lo compongono - utilizzando per le sue caratteristiche composite ed internazionali Internet.

Per ultimo è un'esperienza utile e importante, di vera contaminazione per il movimento operaio, visto il divorzio avvenuto in anni ormai lontani tra "esperienza e scienza" che ha contraddistinto in questi anni la nascita di una nuova generazione di lavoratori. Così come la contaminazione di questo movimento con i sindacati dei lavoratori, che sono portatori di esperienza ormai più che secolare, è più utile che mai alle acerbe esperienze di organizzazione delle varie associazioni che lo compongono.

A questo proposito occorre rimarcare tra i sindacnto, specie per il sindacato e per la sinistra - ad oggi nessuno è in grado di fare alcuna previsione sulle sorti di questo movimento - l'unica previsione possibile è quella della presenza con le proprie idee, esperienze e saper fare che possiamo fornire al movimento per tentare di arricchirlo assieme alle idee, esperienze e saper fare di tutti gli altri soggetti - insisto sul carattere delle esperienze e saper fare di cui ogni soggetto deve essere portatore - non servono i parlatori.