I NUOVI LAVORATORI DEL NORD-ESTTRA PRECARIATO E POVERTÀ
Il grande e ricco Nord-est dove ogni giorno si richiedono lavoratori ….., nei mass-media, nei cartelli esposti nelle vetrine o nei cancelli delle industrie, con interpellanze istituzionali e così via, c'è chi rimane "per strada" in cerca di un impiego che non troverà. A sentire la nostra società perbenista, questa persona, donna, giovane o d'età dai quarant'anni in su, è quella che non si vuole adattare ai lavori più umili (quei lavori che offrono agli immigrati), uno/a che non ha voglia di lavorare perché lavoro ce n'è, basta farsi avanti.Il lavoro che è offerto è flessibile, spesso con redditi di sotto al milione e mezzo netti, a tempo determinato, tramite agenzie interinali o cooperative. Questo per quanto riguarda l'operaio qualificato e generico maschio, d'età non superiore ai trentadue anni. Altri lavoratori per lo più donne, intellettuali e uomini rimasti a casa dopo i quarant'anni, gli si prospettano lavori irregolari sia dal punto di vista fiscale, sia come durata, atipico (in quanto non ascrivibili nel normale plafond dei lavori) quali: procacciatrici/ori d'affari "porta a porta" per assicurazioni; negozio o azienda a negozio od azienda, per pseudo rappresentanti di prodotti ristorativi, libri, cartoleria, mobili, biancheria e quant'altro al moderno mondo capitalistico-imprenditoriale possa venire a mente; rilevatrici/ori di prezzi nei supermercati (per supermercati e agenzie o cooperative subappaltanti da clienti di varia natura) rilevatori di dati statistici per l'ISTAT, lettori dei contatori e distributori di elenchi telefonici e delle bollette, merchandising, promotrici/ori di prodotti nei mercati. Tutti lavori questi ultimi, che non danno un reddito certo e per i quali sono migliaia le donne che per svariati motivi sono costrette ad accettare.Lavori che spesso non arrivano al milione netto al mese, lavori che ti portano a viaggiare dalla mattina alla sera, che non hanno orari, né sede. Lavori per cui o si è procacciatori d'affari, o collaboratori coordinati e continuativi, o soci di cooperative. Lavori in cui chi è fortunato riesce ad avere almeno il rimborso del parcheggio e dei chilometri (mediamente 300 lire al chilometro). Chi è sfortunato non si porta a casa neppure le spese, visto che il rincorrere la concorrenza comporta sconti e ribassi ai clienti, come per quella sfortunata Francesca di 34 anni che per vendere direttamente alle aziende la cartoleria dell'azienda "K" è costretta a ridurre all'osso il costo del prodotto, non riuscendo spesso a portare a casa il basso margine di guadagno, con la speranza di accaparrassi più clienti e potersi così sentire indipendente dai propri genitori. O come quel povero Simone che se ne va in giro dalla mattina alla sera per ristoranti a proporre prodotti per la pulizia della ditta "X", alla ricerca di nuovi cliente e non conclude quasi nulla, o Mario che propone polizze di varia natura per la "U" e difficilmente ne porta casa una. Lavori il cui guadagno sta in percentuale su quello che si riesce a vendere e spesso s viaggia per settimane senza mettere in tasca una lira e senza il riconoscimento delle spese sostenute.Ci sono poi, le Barbare, Anne, Marie, Laure, Giuseppi e Giovanni, coloro che fanno i promoter pressoché per tutto l'arco della loro vita, che si girano i supermercati a proporre qualsiasi prodotto che va dalla mortadella al "Pinguino". I promoter sono coloro che prendono mediamente sessantamila - settandaduemila lire (queste ultime complessive della ritenuta Irpef del 20%) al giorno per promozione se la commessa viene dall'agenzia, 140.000 lire al giorno se commissionate direttamente dalla ditta e 200.000 lire per promozione al giorno se Hostes in fiere. Solitamente le promozioni sono settimanali (due giorni a settimana), venerdì e sabato, per un reddito annuale complessivo dai cinque ai sei milioni. Naturalmente questo reddito vale se le promotrici lavorano tutte le settimane. Spesso molte di loro lavorano solo saltuariamente. Inoltre il pagamento delle prestazioni varia da agenzia ad agenzia e da cliente a cliente. Per finire arriva il mondo dei rilevatori dove lavorano le Irene, le Laure, le Barbare, le Elene i Giancarli e i Toni. E' quel mondo che ti costringe a stare alla mercé del cliente, in cui veramente non c'è un reddito fisso. Fa lo stesso un mese prendere novecentomila lire e un altro prenderne cinquecento mila lorde. Mentre per le promotrici bene o male c'è una quota mediamente pattuita, per questo tipo di lavoro la quota la fa il cliente. C'è il cliente, ad esempio, che paga 6.000 lire e quello che né paga 30.000 lire per la stessa quantità di lavoro, c'è quello che paga 1.500 lire e quello che dà 6.000 lire. Che una rilevatrice impieghi per il suo lavoro dieci minuti o trenta e ancor meglio un'ora, due o quattro e più ore, non importa, quello è il compenso. Sta nella velocità della rilevatrice che deve sottostare al tempo del computerino o terminale che ha a disposizione nell'impiegarci meno tempo possibile. Talvolta queste rilevatrici si trovano a dover fare delle rilevazioni manuali in quanto il punto vendita non permette di entrare con il computerino e qui oltre alla rilevazione manuale deve poi inserire i dati nel terminale. Perché è il terminale che gli permette di avere il contatto con la sua ditta, è tramite terminale che ella spedisce i suoi dati. Dati, si badi bene, che spesso non si riferiscono solo ai prezzi, ma anche alla posizione del prodotto, quantità dei ripiani e spazio a disposizione del prodotto stesso, stock (rilevazione dell'intera gamma di prodotti disponibili per esempio per i surgelati nel punto vendita), quantità del prodotto esposto, a quale ripiano, su vasca o frigorifero, vicino a bevande, caffè od altro.Ci sono rilevazioni che vengono pagate quarantamila lire per mille prodotti da rilevare, rilevazione che è svolta con una media da quattro a otto ore secondo, sempre, la velocità della rilevatrice. La rilevatrice per guadagnare spesso deve essere veloce (usare il modello UPS). Quindi, deve scendere dall'auto con il computerino pronto alla rilevazione, ricordarsi dove sono posizionati i vari prodotti nel punto vendita e camminare veloce, non sconcentrarsi dal terminale in modo che uscita da un mercato (per esempio i detersivi), si è pronti velocemente ad entrare nell'altro. Deve insomma escogitare un metodo di lavoro, che include anche il tragitto con l'auto in modo da disperdere meno tempo prezioso per arrivare ai vari punti vendita. Quindi si deve organizzare le giornate lavorative per zone anche perché il compenso chilometrico viene pattuito preventivamente da contratto. Quello che viene ad aggiungersi non è pagato. Naturalmente cerca di evitare di pranzare fuori, o si porta il cestino da casa e quando rientra in auto mangia un boccone da ferma, ma sovente guidando, oppure aspetta di rientrare a casa in modo da risparmiare in quanto il vitto non viene rimborsato. C'è da affermare che non sono molti i rilevatori ai quali vengono rimborsate le spese.Alle rilevatrici proprio perché collaboratrici coordinate e continuative, non è riconosciuta né la malattia né la maternità. Nel caso capitasse un tale contrattempo devono trovare una sostituta/o rinunciando al loro guadagno per il periodo di assenza, Molte si trovano a dover rinunciare alla loro unica occupazione. Alle rilevatrici non è riconosciuto il periodo di ferie pagato.Il mondo dei rilevatori per agenzia si suddivide gerarchicamente in questo modo. Clienti, agenzia e rilevatori. All'interno dell'agenzia c'è il titolare o i titolari, i capi reparto, i supervisori, e i rilevatori.Il supervisore che potrebbe essere equiparato nel normale canone lavorativo a un capo reparto, non viene a prendere tanto più di un rilevatore anche se la sua responsabilità è notevole. Ad egli compete di garantire che il lavoro vada a buon fine nella zona di sua competenza, istruire i rilevatori, seguirli e controllarli e qualche volta sostituirli. Ad esempio la dita "F" paga al supervisore per il Triveneto 500.000 al mese, circa sei milioni all'anno più 350 lire al Km, più autostrada, parcheggio, 15.000 lire per il pranzo e 25.000 per vitto e alloggio. E' chiaro che la supervisora cerca di integrare il reddito con le rilevazioni. Conseguentemente deve organizzarsi la settimana per fare l'una e l'altra cosa.Lara quaranta anni, che ha fatto la supervisora in una di queste agenzie racconta, che non aveva il tempo né per sé né per il suo compagno, né per suo figlio, che arrivava a casa stanca dalla giornata, "sei sempre in giro per la strada, dalla mattina alla sera, in mezzo al traffico. Ti devi incontrare con i rilevatori che sono o a Trieste o nelle altre provincie del Triveneto, devi controllare che facciano il loro lavoro a dovere e poi veloce in macchina per andare a fare le tue rilevazioni. In un anno e mezzo ho fatto fuori due auto e per l'ultima sto finendo di pagare il mutuo adesso. E' impossibile sostenere con quello che prendi tali costi, la più delle volte ci rimetti, d'altronde alla mia età cosa faccio?" "Al ritorno dalle vacanze di agosto, spese tutte per problemi familiari, mi sono trovata che una rilevatrice si era rotta una gamba, l'altra era in ospedale. Cosa faccio? Mi sono dovuta mettere al telefono e cercare una sostituta. Trovata ho dovuto insegnarli il lavoro e non è stato facile, in quanto insegnare detto-fatto ad utilizzare due sistemi di rilevazione informatica con due terminali in pochi giorni non è semplice e crea confusione, dato sta che mi sono dovuta assorbire gran parte del lavoro di Pordenone e di Padova, più il mio; rientravo con forti mal di testa."Lara in dicembre ha dato le dimissioni da supervisora per motivi di salute e stress fisico. Da quando uno dei clienti più grossi se n'è andato, prende circa quarantamila lire lorde, con un rimborso spese di centoquarantamila lire. Lara è passata da circa settecentomila lire mensili a quarantamila lire e si trova nella condizione di cercare un altro impiego, o si deve far mantenere dal suo compagno. Lara infatti, non prende nemmeno le spese per le sue sigarette.Irene trentaquattro anni laureata in scienze politiche, un mese prima di laurearsi gli viene offerto da Lara quest'opportunità di diventare rilevatrice; la proposta era allettante perché facendo i conti Irene veniva a prendere all'inizio sulle novecento mila lire mensili nette lavorando sei giorni al mese per non più di quaranta ore al mese. "All'inizio ho pensato che fosse una buona offerta, tanto doveva rimanere provvisoria, infondo avrei preso qualcosina per essere indipendente dai miei (almeno per le mie spese), mi avrebbe lasciato tempo per dedicarmi a qualcos'altro e per trovare un sistemazione migliore. Dopo i clienti sono aumentati, qualcuno si è ritirato ma insomma le cose non andavano male, riuscivo in ogni modo a portare casa dalle novecento a un milione e cento mila al mese nette, anche se le ore erano aumentate in quanto lavoravo una settimana dalle 14 alle 35 ore un'altra 30 ore. Complessivamente 79 ore mensili". Naturalmente se si guarda in modo superficiale si può notare che la media di paga per ora che questa rilevatrice veniva a prendere si aggirava attorno alle undicimila lire nette; ma se si osserva più in profondità si può notare che la rilevatrice impiega e impiegava per il cliente "S" (30.000 lire) trenta-quaranta minuti, per il cliente "V" (40.000 lire) dalle cinque alle sette ore (a seconda se c'era anche la rilevazione manuale), per il cliente "U" (60.000 lire) dalle sei alle otto ore. Da questi dati si può comprendere che la paga oraria molte volte va al di sotto delle diecimila lire lorde."Ora invece le cose non vanno bene perché il cliente per cui avevo dieci punti vendita e, per il quale prendevo trentamila lire lorde e quando c'era lo stock anche quaranta, se né andato, proprio ora, che avevo fatto il passo... di andare a convivere con il mio compagno e, che avevamo sostenuto delle spese per arredare il nostro modesto appartamento. Quindi come dicevo, le cose non vanno bene perché vengo a prendere seicentomila lire in meno al mese e cioè percepirò alla data di oggi 18 gennaio 2001 non più di cinquecento mila lire lorde mensili. E poi ci accusano di essere mammoni ma come si fa a vivere con uno stipendio di cinquecento mila lire mensili? Sono costretta fin tanto che non troverò un altro lavoro o farmi mantenere dal mio compagno o chiedere soldi ai miei, questa è la realtà."Irene anch'essa intervistata ci dichiara quanto segue:Tu accennavi allo stock, cosa intendi con la rilevazione a stock?"Lo Stock è un tipo di rilevazione dell'intera quantità dei prodotti presenti nel punto vendita per l'intero mercato per esempio dei surgelati o dei gelati".In che cosa consiste realmente il tuo lavoro?"Dipende dal cliente...Per alcuni clienti come la "S" che è quella che se ne è andata, "C" e "B", consiste nel rilevare la quantità di prodotti disponibili nel punto vendita, i ripiani degli scaffali, la quantità di spazio a loro disposizione, la presenza, dove sono collocati, probabili promozioni tipo gli sconti del punto vendita, del produttore, offerte multiple, prodotto aggiuntivo gratuito o regali del produttore e naturalmente il prezzo del prodotto... per esempio quando avevamo da rilevare le birre dovevamo raccogliere anche la data di scadenza."Ma fai tutte queste cose a mano e rilevi tutti i prodotti del mercato?"Dipende perché per esempio nella catena dei supermercati "Cadoro" non si può entrare con il terminale, conseguentemente sono costretta a fare un doppio lavoro, prima rilevare i prodotti a mano e poi reinserirli nel terminale.... No, naturalmente sono rilevabili solo alcuni prodotti che il cliente ci ha richiesto e che vengono riconosciuti tramite l'ean o codice a barre. Se il prodotto non viene scannerizzato o non corrisponde con il codice a barre fornito, non va rilevato."Presumo che nel caso delle rilevazioni manuali tu debba essere molto accorta e trascrivere su dei tabulati i dati, ciò richiederà sicuramente più tempo, anche perché da quanto ho capito a casa ti devi trasferire tutti i dati nel terminale."Be... se guardiamo per la rilevazione manuale solamente ci impiego meno di quanto ci impiegherei con il terminale. Poi naturalmente una volta che devo trasferire i dati qui cade il palco. E' naturale che se voglio svolgere il mio lavoro seriamente devo essere molto accorta nel controllare i codici a barre, anche perché ci sono prodotti che hanno più ean. E' un vero stress per i miei occhi..."Ma scusa mi viene da porti una domanda, come mai ci impieghi di più con il terminale?"Semplicemente perché il recente terminale, il quale doveva essere a sentire l'agenzia, il migliore nel mercato e più veloce, si è dimostrato più lento dei precedenti tant'è vero che sono io che attendo la rielaborazione dei dati e non il PC che attende me. E mano a mano che vanno inseriti dall'agenzia nuovi prodotti o clienti questo diventa ancora più lento... Un esempio: io ho due terminali, per la rilevazione degli Oli, con uno ci impiego tre minuti, tra l'entrare e l'uscire dal negozio dieci minuti, con quest'ultimo ci impiego un quarto d'ora dentro il negozio."Perché non usi allora il terminale più veloce?"L'agenzia ha deciso di caricare tutti i dati sul PC nuovo…. Solo la ribellione, per modo di dire, di noi rilevatrici l'ha bloccata ed obbligata a correre ai ripari cercando di velocizzare il sistema. Inoltre il computer vecchio sta esaurendo il suo tempo, nel senso che una volta che si rompe qualche pezzo esso non è sostituibile in quanto acquistato da una ditta di origine danese ora in fallimento."I dati come vengono spediti alla tua ditta?" Inserisco il terminale alla linea telefonica e mi collego con il numero verde della sede di Milano e invio i dati; la stessa cosa per riceverli. Anche qui con un terminale ci impiego dieci minuti con l'altro quaranta minuti abbondanti".Con che contratto sei stata assunta e come vieni pagata?"Sono stata assunta con il Contratto di collaborazione coordinata continuativa a tempo indeterminato, posso disdire il contratto con il preavviso di un mese prima. Vengo pagata al 10, il 20, o il 30 di ogni mese, ma devo spedire il rapportino riassuntivo delle rilevazioni specificato per cliente e la ricevuta attinente al mio corrispettivo in base alle norme di legge che spesso cambiano e non sempre la ditta mi informa preventivamente. Spesso devo io telefonare all'agenzia per chiedere chiarimenti su quanto leggo sul "Sole24Ore" per quanto riguarda la mia attività. Dicevo ogni mese devo spedire il resoconto tenendo conto che ci vogliono quindici giorni perché la ditta verifichi i dati, poi deve coincidere la data di emissione dei bonifici con il 10, il 20, o il 30. Conseguentemente tenendo conto dei tempi di valuta prendo lo stipendio a distanza di 30 giorni dall'emissione. Se poi coincide con le ferie di Natale o Capodanno e le vacanze estive devo attendere un mese e mezzo."E adesso che con l'articolo 34 del collegato alla finanziaria 2001 sei equiparata al lavoratore dipendente come ti senti?"Presa in giro! Anche perché penso che sia una fregatura sia per i lavoratori a contratto a tempo determinato, sia per i collaboratori come me. In quanto i primi si trovano ancor di più senza diritti e per me (anche se la ditta come è prassi dice che non cambia nulla e che anzi così e meglio ….), probabilmente mi trovo addebitati all'addizionale Irpef anche i rimborsi spese. Inoltre essendo quest'ultima dicitura non riconoscibile a norma di legge, devo trasformare le mie uscite come trasferte con tutte le incognite sul significato di trasferta in quanto la legge non è assolutamente chiara per la mia tipologia del lavoro. Quindi oltre a trovarmi una minore remunerazione devo anche scervellarmi a fare la commercialista di me stessa."Immagino una tua giornata tipo, in giro per negozi dalla mattina alla sera, senza pausa, e poi di corsa a casa per trasmettere i dati. Uno stress notevole! Neanche tu fossi un'imprenditrice o una manager d'azienda, ma con una remunerazione, non per colpa tua naturalmente, non certo da affiancare a quella di una dirigente."Si, sono in giro dalla mattina alle otto fino a che non ho finito e devo concludere prima che il supermercato chiuda altrimenti o devo tornare al pomeriggio se il punto vendita non fa il continuato, oppure il giorno dopo se la rilevazione non è conclusa. Senza pausa, primo per non sprecare tempo prezioso, secondo per risparmiare ciò che guadagno visto che il ristoro non mi viene rimborsato e nemmeno il doppio viaggio."Certo uno stress non indifferente soprattutto per chi giovane come te, laureata, sente di dedicare il suo tempo libero per se stessa, per costruire qualcosa che ti permetta di avere un ruolo nella società, ruolo corrispondente ai sacrifici che hai fatto nel percorso dei tuoi studi. Il tuo caso purtroppo è quello di molti giovani che con spirito ed entusiasmo hanno intrapreso un percorcorso di studio per essere un cittadino del mondo e poter contare."All'inizio, un anno fa, ti dirò mi piaceva e pensavo, anche se provvisoriamente, di utilizzare tale esperienza per le mie ricerche ed osservare come si comportano i cittadini italiani e non. Ti spiegherò in altra sede, perché ne ho scoperte di belle. Per tornare a noi, lo stress non lo sentivo. Con il passare dei mesi, ho perso la voglia di guidare e prima mi piaceva. Odio i supermercati, tant'è che per me diventa quasi una tortura andare a fare la spesa. Ho dovuto cambiare gli occhiali perché ho perso ancora vista, soffro di stanchezza agli occhi e di congiuntivite, risento di tendinite alla spala sinistra. Arrivo casa che non vedo l'ora di mettermi a letto e non ho certo voglia né di studiare né di leggere i giornali. Sto diventando una qualunque, mi sto fossilizzando."Scusa una domanda personale. I rapporti con il tuo compagno come sono?"Bene …. Dipende cosa intendi …. Lo stress psicofisico di entrambi dovuto dal lavoro (anche perché il mio compagno non ha un'occupazione meno stressante della mia) ci porta, ad addomentarci abbracciati l'una all'altro. Questa è la realtà che accompagna molti lavoratori del Veneto e non solo …. e poi si parla di disfunzioni o sterilità e si ricorre all'inseminazione artificiale."Queste sono le tante Irene, Lare, Marie Toni e Giovanni che fanno i rilevatori, i quali un giorno hanno un reddito che si può dire "normale" e un altro, non hanno di che campare.Le rilevatrici e le promotrici sono oggi il 30% delle lavoratrici/ori italiane, le quali non sono invisibili alle statistiche ma sono visibili alle tante massaie che vanno a fare la spesa. E' il popolo del sommerso, spesso della povertà e della precarietà, coloro che in buona parte non percepiranno mai un pensione.Molte donne accettano di svolgere tale occupazione per integrare lo stipendio familiare e non per sfizio personale come la nostra società perbenista intende pensare. Altre non hanno trovato di meglio e se avessero altre occasioni cambierebbero subito lavoro. Le donne che appartengono a quest'ultima categoria sono in continua crescita, sono soprattutto coloro che hanno un titolo di studio e che non hanno come propensione solamente la famiglia, quelle che si vedono realizzate come donne nella società e non unicamente come mogli e madri.Questi sono i lavori che vengono offerti assieme a quelli elencati all'inizio del documento, nel ricco Nord-Est: dove la Tosi e altre cercano lavoratori altrove; dove per donne e uomini al di sopra dei 35 anni non c'è occupazione se non instabile ed irregolare; dove tutti sono ricchi e stano benne per accumulo familiare; dove la famiglia di tipo tradizione e con politiche familiste diventa una costrizione; e per concludere, dove i giovani vengono chiamati dalle statistiche "mammoni", solo perché non possono permettessi di condurre, malgrado ne sentono la necessità, un vita indipendente dalla propria famiglia. Questa precarietà comporta una serie di conseguenze psicofisiche non indifferenti, quali depressione, violenza soprattutto nei confronti di quelli che sono considerati diversi da loro, con forme di intolleranza e avvicinamento alle idee e ai sistemi dei movimenti politici di destra.         
Gennaio 2001
                                    Irene Rui e Guido Zentile-Commissione Lavoro PRC Veneto

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