
Dalla caduta di Kabul il 15.8.’21 al coraggio di ricominciare
Pubblicato il 15 ago 2025
Pubblichiamo questo testo uscito ieri a firma di una giovane giornalista che, prima dell’arrivo dei talebani a Kabul svolgeva il suo mestiere per la BBC. Una donna forte che, insieme alle sue sorelle è riuscita, con fatica, ad arrivare in Italia una settimana dopo, con uno degli ultimi voli che hanno permesso la fuga. La ringraziamo per averci consentito di pubblicare il suo ottimo e lucido articolo.
Maryam Barak*
Il 15 agosto 2021 Kabul è caduta, un giorno drammatico per l’Afghanistan che ha segnato l’inizio di una nuova e difficile fase per il Paese e la sua popolazione. Questo anniversario ci ricorda il prezzo della guerra e della perdita della libertà per milioni di afghani, molti dei quali sono stati costretti a fuggire in cerca di sicurezza e speranza.
Oggi, nel 2025, a quattro anni da quel momento drammatico, centinaia di rifugiati afghani arrivano in Italia attraverso i corridoi umanitari. Sono storie di dolore e coraggio, di persone che hanno lasciato tutto per inseguire un futuro migliore, trovando nell’accoglienza italiana una nuova speranza e la possibilità di ricominciare.
L’Afghanistan oggi è un paese molto difficile. Le donne non possono più andare a scuola o lavorare. I giovani non hanno più sogni. Molte persone hanno paura. Per questo, milioni di afghani sono scappati. Hanno lasciato casa, famiglia e amici per cercare pace.
Molti sono andati in Iran o Pakistan. Anche lì la vita è dura. Non hanno documenti, non possono lavorare, e hanno paura di essere mandati indietro e infatti alcuni sono stati presi e rimandati in Afghanistan.
Dopo che i talebani sono arrivati al potere nell’agosto 2021, l’Italia ha aiutato circa cinquemila afghani a uscire dal paese. A fine 2021, l’Italia ha iniziato un programma di corridoi umanitari per aiutare i rifugiati a venire in Italia con l’UNHCR attraverso Associazioni come Caritas e Sant’Egidio.
Il programma dei corridoi umanitari
Ad aprile 2025, Sant’Egidio ha firmato un accordo con il Ministero dell’Interno per portare altri 700 afghani con questo programma. A luglio 2025, 119 rifugiati sono arrivati in Italia con un volo da Islamabad, capitale del Pakistan, a Roma.
Marco Francioni, dell’Ufficio Relazioni Internazionali della Comunità di Sant’Egidio, spiega: “Il programma è per afghani che vivono fuori dal loro paese, soprattutto in Iran e Pakistan. Non è un’evacuazione diretta. Le persone vengono conosciute prima, poi selezionate scegliendo chi è più vulnerabile, come donne sole con bambini, persone malate, famiglie in pericolo.”
Una ragazza afghana, che chiameremo Nooria, che vive ancora in Afghanistan racconta: “Le donne non hanno più vita qui. Sono chiuse in casa. Non possono andare a scuola o all’università. Se vanno al mercato da sole, possono essere arrestate. Anche se portano il velo, la polizia chiede perché sono sole. Le autorità dicono che non succede, ma la realtà è diversa.”
Le donne afghane vivono situazioni molto difficili. Francioni ricorda: “Abbiamo aiutato molte donne: madri sole, ragazze scappate da matrimoni forzati. Ora studiano, lavorano e aiutano altri rifugiati a integrarsi.”
Un ragazzo afghano, che chiameremo Ramin, arrivato in Italia a luglio 2025 con i corridoi umanitari, racconta: “Nessuno vuole lasciare il proprio Paese, ma la situazione diventava ogni giorno più difficile. Siamo stati costretti ad andare via.”
Era uno studente universitario, ma per i problemi del Paese e la situazione sempre più grave, ha lasciato la sua famiglia e l’università senza poter finire gli studi. Anche se i ragazzi possono ancora studiare, dice che la qualità dell’istruzione è bassa: molti insegnanti e professori hanno lasciato il Paese e i talebani hanno cambiato tutto. Alcuni studenti sono stati arrestati solo per essere sospettati di avere idee diverse.
“Ora sono felice di essere in Italia. Qui posso parlare liberamente, posso studiare e costruire il mio futuro. Voglio aiutare la mia famiglia.”
Accoglienza e speranze per il futuro
In Italia, i rifugiati sono accolti in molte città: Roma, Milano, Padova e anche nel Sud. Sono persone di tutte le età e storie diverse: madri sole, bambini che vogliono andare a scuola e giovani che desiderano studiare e lavorare.
La Fondazione Emmanuel fa parte del programma di accoglienza. È un’organizzazione che offre supporto a migranti e rifugiati in vari aspetti della vita quotidiana. Dopo l’accordo di giugno 2025, ha accolto tre famiglie afghane arrivate con i corridoi umanitari.“Non offriamo solo un posto dove dormire. Offriamo un nuovo inizio.”
Le famiglie sono ospitate a Lecce, Torino e Spoleto. Emmanuel offre:
- inserimento scolastico per i minori
- corsi di italiano per adulti
- assistenza legale e sanitaria
- orientamento al lavoro
- sostegno economico e casa per 18 mesi
“Ogni persona ha diritto a vivere con dignità. Il nostro compito è accompagnarli finché saranno autonomi.”
Oggi, milioni di afghani sono ancora in attesa in Pakistan e Iran. Vivono in povertà e insicurezza, spesso senza documenti. Molti hanno chiesto aiuto all’UNHCR, ma aspettano da tempo.
“Riceviamo migliaia di richieste ogni settimana,” dice Francioni.
“Non ci fermiamo. Ogni famiglia che possiamo aiutare è una luce nel buio.”
Marco Francioni conclude con una speranza: “Sant’Egidio è pronta a continuare questo lavoro, sperando che il Governo italiano rinnovi il programma dei corridoi umanitari per aiutare sempre più persone a ricominciare una nuova vita.”
*da Più Culture
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