La “Freedom Flotilla” fermata da Israele: l’attivista Antonio Mazzeo denuncia la violazione dei diritti umani e il silenzio dell’Occidente

 

di Laura Tussi

La Freedom Flotilla Coalition, una coalizione internazionale di associazioni e attivisti per i diritti umani, ha visto Israele fermare un altro suo tentativo di rompere l’assedio navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza. L’imbarcazione, la norvegese “Handala”, con a bordo una dozzina di passeggeri e membri dell’equipaggio, è stata intercettata e sequestrata dalla marina militare israeliana in acque internazionali. L’episodio, che ha avuto luogo a circa 70 miglia dalla costa di Gaza, ha suscitato immediate reazioni di condanna da parte degli organizzatori e di attivisti internazionali, ma non altrettanto dai governi occidentali che sono tradizionalmente alleati del Sionismo israeliano.

A bordo della “Handala” viaggiavano persone di diverse nazionalità, tra cui attivisti per i diritti umani, giornalisti e un membro del parlamento norvegese, Erik Larsen. Il loro obiettivo era consegnare ai palestinesi di Gaza un carico simbolico di aiuti e, soprattutto, attirare l’attenzione del mondo sulla situazione umanitaria critica nella Striscia, dove oltre due milioni di persone vivono sotto un blocco che limita gravemente l’accesso a beni di prima necessità, medicine e materiali per la ricostruzione.

L’attivista italiano Antonio Mazzeo, noto per il suo impegno a favore dei diritti umani e della pace, ha commentato l’accaduto con parole dure e precise, riprese da diverse testate online e blog. Secondo Mazzeo, l’operazione israeliana non è stata una semplice “fermata” di una nave, ma un atto di pirateria internazionale. “Le imbarcazioni della Freedom Flotilla,” ha dichiarato Mazzeo, “non rappresentano alcuna minaccia alla sicurezza di Israele. Non trasportano armi, né materiali a doppio uso, ma solo persone che credono nella solidarietà e nella giustizia.”

Mazzeo ha sottolineato che l’azione della marina israeliana viola il diritto internazionale, in particolare le norme che regolano la libertà di navigazione in acque internazionali. “Sequestrare una nave in acque internazionali è un atto di pirateria,” ha affermato Mazzeo. “Non è ammissibile che una forza militare blocchi un’imbarcazione civile che non sta commettendo alcun reato. L’obiettivo di questa Flottiglia è portare solidarietà a un popolo che da troppi anni è sottoposto a una punizione collettiva. L’ennesimo sequestro di una nave umanitaria è la dimostrazione che Israele non ha intenzione di allentare la morsa su Gaza, nonostante le condanne e le richieste della comunità internazionale.”

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