RIFONDAZIONE COMUNISTA: COSA ACCADE AL TERMOVALORIZZATORE DI TERNI? QUALI RIFIUTI PER LA POPOLAZIONE?
Il Tribunale amministrativo dell’Umbria ha annullato i provvedimenti e i giudizi non favorevoli alla proposta di ACEA ambiente di estendere la tipologia di rifiuti da bruciare nell’inceneritore di via Ratini a Terni. Il TAR ha condannato la Regione al pagamento di 2 mila euro in favore della società ricorrente.
La città di Terni e con essa il sud dell’Umbria è ripiombato nell’incubo dei rifiuti smaltiti tramite termovalorizzatore.
La Regione nel 2021 aveva bocciato la richiesta di ACEA di smaltire nel termovalorizzatore di Maratta, anche gli scarti dei processi di recupero dei rifiuti urbani. Il tribunale ha dato ragione alla multiutility annullando così la delibera con la quale nel settembre 2021 la Regione Umbria aveva bocciato la richiesta di allargare le tipologie di rifiuto da utilizzare come combustibile nel termovalorizzatore.
Ad oggi nell’ inceneritore Acea di Terni sono bruciati unicamente scarti pulper da cartiera ma in loco ACEA si appresta a termovalorizzare anche quelli dei processi di recupero dei rifiuti urbani da raccolta differenziata di legno carta e plastica normalmente avviati in discarica.
Una richiesta alla quale ci eravamo opposti anche noi di Rifondazione Comunista a sostegno dei comuni di Terni e Narni, oltre alla USL Umbria 2 e alla Provincia.
Questo ampliamento di autorizzazione aveva avuto in conferenza dei servizi il via libera da parte del comitato di coordinamento regionale, un insieme di tecnici che a nome e per conto della regione, coordina le attività del territorio .
Un parere che, la Regione aveva superato con la propria delibera.
La sentenza della prima sezione del Tar costringe Palazzo Donini ad esprimersi nuovamente sul processo autorizzativo. Il timore nella Conca, è che il pronunciamento del TAR , considerando anche il via libera alla costruzione di un termovalorizzatore in Regione come previsto dal nuovo piano rifiuti, apre le porte dell’impianto ternano ai rifiuti solidi urbani della regione e non, che ora sono destinati alla discarica .
Rifondazione comunista sinistra europea ha manifestato la propria contrarietà alla termovalorizzazione dei rifiuti in tutta l’Umbria, incentivando la raccolta differenziata il riciclo e il riuso per quello che riguarda i rifiuti soli urbani.
Con la sentenza del TAR di questi giorni si torna al 2014, è necessario per bloccare la richiesta avanzata di poter bruciare i rifiuti urbani, si apra invece un tavolo dove le forze economiche politiche e sociali si pongano a tutela della salute e dell’ambiente che ci circonda.
Il nuovo piano rifiuti regionale che parla chiaramente della costruzione di un nuovo inceneritore, visto il no espresso dalla giunta perugina, individua nel territorio ternano già altamente inquinato il luogo dove poter bruciare anche con la costruzione di un altro impianto, i rifiuti di tutta l’Umbria e non solo.
I rifiuti non sprigionano solo energia come vogliono farci intendere con la parola termovalorizzazione, dare valore a ciò che non lo ha, i rifiuti passano da essere materiale inerte a : pm2,5 ( polveri respirabili intratoraciche) , pm10 ( polveri in generale) , ossidi di azoto, ossidi di zolfo, idrocarburi e se non correttamente abbattute diossine e infine metalli pesanti.
Sostanze che inquinano l’ambiente e aumentano tra la popolazione tutta una serie di patologie che possono andare da infiammazione del tratto respiratorio e dei polmoni sino a una vasta gamma di neoplasie che l’organizzazione mondiale della sanità collega all’inquinamento di aria e ambiente.
Come Rifondazione Comunista sinistra europea ci poniamo come promotori di tavoli che analizzino e cerchino di risolvere il problema dei rifiuti tutti, non solo di quelli solidi urbani.
Maura Mauri, Componente del CPN PRC-S