La Russa a Praga: involontario omaggio ai “partigiani rossi”

La Russa a Praga: involontario omaggio ai “partigiani rossi”

Dichiarazione del segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo sulla visita di La Russa a Praga:
La Russa andando a Praga il 25 aprile involontariamente rende due volte omaggio ai comunisti.
Lo fa visitando il lager nazista perché furono comunisti la maggioranza dei perseguitati politici sterminati dal nazifascismo insieme agli ebrei.
Non a caso nei campi di concentramento il triangolo rosso indicava i prigionieri politici.
Lo fa rendendo omaggio a Jan Palach che si autodefiniva “luterano e comunista” e protestava contro i carri armati che andarono a reprimere la Primavera che era stata promossa dal Partito Comunista Cecoslovacco guidato da Alexander Dubcek.
Quei comunisti cecoslovacchi che spinsero il partito a una radicale destalinizzazione e a un profondo rinnovamento del socialismo che entusiasmò i giovani, gli intellettuali e gli artisti, le classi lavoratrici erano stati protagonisti della lotta contro il nazifascismo e l’occupante tedesco. Erano stati partigiani e antifascisti. E svilupparono quella visione del socialismo autonoma da Mosca ispirandosi proprio ai comunisti italiani che la famiglia La Russa ha combattuto per decenni.
E dunque involontariamente Ignazio Benito La Russa rende omaggio anche ai “partigiani rossi” che ha offeso anche in questi ultimi mesi.
Il segretario del PCI Luigi Longo, che andò a Praga ospite di Dubcek per sostenere la Primavera e poi condannò l’invasione nell’agosto del 1968, era stato il comandante Gallo delle Brigate Internazionali in Spagna e della Resistenza italiana, un “Garibaldi del Novecento” come lo definì Berlinguer.
Consiglio di rileggere l’omaggio che al comunista Jan Palach dedicò il comunista eretico Pier Paolo Pasolini e le parole che Milos Hajek, il grande storico del movimento comunista internazionale e protagonista della “primavera di Praga”, dedicò al ruolo che le idee dei comunisti italiani ebbero ispirando i rinnovatori cecoslovacchi. 
Il Presidente del Senato rende omaggio a un giovane che decise di sacrificare la propria vita alla stessa maniera dei monaci buddhisti in Vietnam. La protesta di Jan Palach era rivolta contro l’invasione del Patto di Varsavia del suo paese e contro quella dell’imperialismo nordamericano nel sudest asiatico. Jan Palach era contro ogni imperialismo, mentre il partito di La Russa è riuscito a stare dalla parte di Putin e degli USA.
Una cosa è certa: se vincevano Hitler e Mussolini non ci sarebbe stata una Primavera a Praga.
Abbasso il fascismo!
Evviva il comunismo nella libertà!

Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.