INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU QUESTURA COSENZA

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU QUESTURA COSENZA

Ringraziamo le deputate Simona Suriano, Doriana Sarli e Yana Ehm che su nostra segnalazione hanno presentato un’interrogazione parlamentare sulla richiesta di misure di sorveglianza speciale da parte della questura di Cosenza contro l’attivista femminista Jessica Cosenza e il militante sindacale USB Simone Guglielmelli dopo che analogo provvedimento ha colpito l’attivista del comitato PrendoCasa Francesco Azzinnaro.
La ministra Lamorgese e il governo Draghi cosa ne pensano di quel che accade a Cosenza? Ritengono normale che si utilizzino misure di pesantissima limitazione della libertà personale contro giovani attivisti incensurati per reprimere forme legittime e costituzionalmente garantite di protesta sociale.
Dopo aver distribuito manganellate agli studenti in tutta Italia vogliamo capire se il governo Draghi ritiene che sia normale anche questa forma di repressione del dissenso.
Attendiamo di sapere se il governo ritiene normale in un paese democratico con una Costituzione antifascista che il Questore scriva nella sua richiesta che “tale prescrizione sarebbe idonea a limitare i suoi spostamenti ed a contenere il suo carattere eversivo e ribelle consentendo alla Forze dell’Ordine un adeguato controllo e prevenire così ulteriori condotte illecite in danno all’ordine e la sicurezza pubblica ed il quieto vivere della collettività”.
Le parlamentari nell’interrogazione ricordano che “l’applicazione di questa misura comporta in diritto e in fatto, la revoca del passaporto e della patente di guida per tutta la sua durata e l’impossibilità di ottenere licenze finalizzate a esercitare qualsivoglia attività economica. Il tribunale prescrive di non associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza, di non rincasare la sera più tardi di una certa ora e di non uscire la mattina prima di un determinato orario, di non partecipare a riunioni pubbliche e manifestazioni anche solamente sportive. In sostanza, si impone a degli attivisti che protestano di non lavorare, non circolare, non partecipare, non cooperare per il bene comune”. Le deputate giustamente sottolineano che “l’istituto potrebbe essere limitato rigidamente nell’applicazione a soggetti connessi strettamente a organizzazioni a delinquere strutturate per compiere i più gravi delitti e non essere richiesto nel caso di attivisti che protestano pacificamente”.
L’arbitrario e abnorme utilizzo della prescrizione della sorveglianza speciale non ha nulla a che fare con la prevenzione del crimine ma si configura come misura di disciplinamento sociale e repressione.

Il testo dell’interrogazione è disponibile sul sito della Camera.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Francesco Saccomanno, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 


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