Roma Ti Riguarda, una lista di sinistra per Roma. Intervista a Paolo Berdini

Roma Ti Riguarda, una lista di sinistra per Roma. Intervista a Paolo Berdini

Stefano Galieni

Raggiungiamo Paolo Berdini, candidato sindaco a Roma della lista Roma ti riguarda, pochi minuti dopo aver appreso della scandalosa sentenza di primo grado emessa dalla procura di Locri, con cui si condanna l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere, per un insieme assurdo di reati. Quasi il doppio di quanto richiesto dall’accusa. Anche Berdini è rimasto sbalordito dalla sentenza.

«Non è possibile e non posso far altro che sentirmi solidale e garantire tutto il mio appoggio e sostegno a questo sindaco che dovrebbe rappresentare un esempio per il Paese intero. Ti rendi conto. Nell’esercizio delle sue funzioni, accoglie migranti sul suo territorio rifiutando le spinte razziste e viene, per questo, condannato. Una sentenza che – fermo restando la necessità di leggere le motivazioni – risponde a mio avviso ad una logica antidemocratica del nostro Paese in cui si sospende la Costituzione. Dobbiamo mettere al primo posto la mobilitazione in difesa della sua esperienza. Quello che più sconcerta è che tutti sappiamo come dietro l’accoglienza ai migranti ci sia spesso un traffico di poteri e un giro di soldi insostenibile. Sono tanti i gruppi che controllano questo business che guadagnano sulla sofferenza e il dolore altrui e in tale maniera aumentano il fatturato. Chi sfugge a questa logica di profitto criminale viene condannato. Ripeto è semplicemente inaccettabile. Chi non se ne rende conto è complice anche col proprio silenzio».

Da un piccolo Comune come Riace ad una città come Roma che potrebbe essere la capitale anche dell’accoglienza.

 

«Ci dovremmo aspettare tutti questo. Poi capita che una delle realtà più meritorie, che accoglie persone dalla Stazione Termini o dalla Tiburtina, venga sgomberato 44 volte in 4 anni. Questo la dice lunga sul fatto che o si fa parte del coro che lucra sulle emergenze o non si ha diritto a far parte della città. Qui non si tollerano le persone povere. La povertà non è considerata requisito necessario per aver diritto all’accoglienza. O sei utile e crei profitti o non devi esistere e vieni sgomberato».

Eppure le risorse ci sono

«Si c’è un immenso patrimonio pubblico inutilizzato nella città. Una amministrazione decente lo utilizzerebbe per sostenere attività economiche di chi non ha altro modo per vivere. Non penso solo all’accoglienza di chi è immigrato ma ai tanti e alle tante che non riescono a pagarsi un affitto, alle giovani coppie che non possono costruirsi un futuro, a chi è escluso. Roma ti Riguarda propone che gli stabili vengano utilizzati sia a scopo abitativo, che sociale, che economico, con un affitto a canone irrisorio, simbolico, per chi non ha i mezzi per costruirsi un futuro. Dobbiamo e vogliamo pensare a queste persone».

 

La città che ci raccontano media e leader politici blasonati è quella di un territorio violento in cui primeggia la guerra fra poveri. Cosa ne pensi?

«Girando per la città io vedo sempre più che la guerra è contro i poveri. Nelle periferie più nascoste scopro continuamente giacigli di solidarietà umana in cui il “diverso” è accettato per quello che è perché ha i tuoi stessi bisogni. Si utilizza la potenza mediatica degli organi mainstream per amplificare casi di conflittualità, come una casa assegnata a famiglie di “stranieri” o la presenza di un centro di accoglienza, ma quello che vedo è diverso. Si è visto durante i mesi di lock down duro, quando al primo posto nella città c’è stata la solidarietà fra chi non ce la faceva. Questo dovrebbe imporre nell’agenda di governo, non solo cittadino ma nazionale, l’importanza di realizzare città democratiche e accoglienti. Questo per noi è fondamentale».

Tu in questi mesi hai dato estrema importanza alle periferie, anche con affermazioni forti del tipo “tutti i soldi alle periferie”.

«Penso che da queste aree debba partire il riscatto del futuro. Ci vivono ragazze e ragazzi privati del diritto all’istruzione, in aree degradate, in cui è impossibile trovare la bellezza. Non vanno al centro, conoscono spesso poco la città e i quartieri diversi da quelli in cui vivono. Si ritrovano ad avere come unico punto di ritrovo il centro commerciale che è emblema del degrado cittadino. Ma è in quei luoghi che riescono a riconoscersi. Bisognerebbe poter investire sulla conoscenza, far si che ad esempio, i docenti delle scuole siano sostenuti in programmi di visite anche guidate. Non è giusto che siano privati della propria storia e delle tante risorse di una città che deve essere di tutti. Sono stato giorni fa a San Basilio, che un tempo aveva una propria forte capacità di relazionarsi con il resto della città e in cui ora si sta male».

Parli dei tempi delle giunte Argan e Petroselli, quando il rapporto con le periferie era biunivoco.

«Con Roma ti riguarda abbiamo voluto avere in lista due grandi figure di quelle giunte, il socialista Alberto Benzoni e dell’architetto Bernardo Rossi Doria. Vogliamo riprendere il buono di quel periodo, dire che servono case per chi non ne ha. Le giunte che ricordi hanno cancellato le baracche a Roma dando abitazioni dignitose. E poi ad esempio ridare ruolo ai centri anziani, altra intuizione splendida di allora, aprire i teatri di quartiere visto che oggi restano aperti solo quelli del Quarticciolo e di Tor Bellamonaca».

Per farlo bisogna combattere la Roma dei “palazzinari”

«E per farlo serve una Sinistra forte, come quella di Berlino, del 14%. Lì hanno ottenuto la requisizione degli immobili non utilizzati, il Sole 24 Ore ha pubblicato l’elenco delle imprese immobiliari interessate. Hanno utilizzato un referendum per tagliare le unghie alla rendita immobiliare. Le società immobiliari potranno intestarsi complessivamente non più di 3000 alloggi. Potrebbero esserne messi quindi a disposizione 240 mila. Dovremmo farlo anche da noi per calmierare i prezzi e ad esempio impedire che anche una bottega commerciale o di artigianato sia costretta ad affitti esorbitanti e insostenibili. Ne guadagnerebbe l’intera città».

Mentre il dibattito pubblico è preso da temi che poco riguardano la vita delle persone, poco si parla di soluzioni a questioni concrete come quella dei trasporti.

«Siamo l’unica città nel mondo in cui il 60% del trasporto pubblico è su gomma e quindi inquinante. Nelle altre prevale il ferro, ci sono tante tranvie e anche i tempi di spostamento sono ridotti. Dobbiamo prendere lezione dalle altre città in cui si vive meglio e con questi strumenti avvicinare il centro alle periferie. Parlano tanto dei soldi che pioveranno col Pnrr. Una città come Roma li dovrebbe utilizzare soprattutto per modernizzare questo aspetto che sarebbe prezioso per migliorare realmente la qualità della vita».

Inevitabile domandarti cosa pensi del fatto che la sinistra si presenti anche a Roma frammentata?

«Si dobbiamo affrontare questo problema a partire dal 5 ottobre. Io ringrazio Rifondazione Comunista perché ha avuto l’intelligenza politica di aprire una prospettiva concreta permettendo di creare una lista aperta e plurale. Accanto a ottime compagne e compagni dirigenti di questo partito ci sono socialisti, ecologisti, 2 candidati alla presidenza di municipi che provengono dal M5S. Con la lista ho trovato un senso di identità che permette una solidità nell’aprirsi verso il mondo esterno. Con questo percorso si potrà, comunque vada, aprire una via significativa nella città. Si tratta di qualcosa di prezioso che va preservato e ampliato. Mi duole dirlo e lo affermo senz’astio ma le altre liste hanno scelto un percorso identitario che porta a chiudersi in casa. E questo non è il tempo di chiudersi ma di aprirsi, di rimettersi in gioco, di discutere partendo dalle questioni reali. Non possiamo permetterci il lusso di non capire il senso di questa sfida, soprattutto per il futuro».


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