Bisogno casa: priorità, costruire il fronte di lotta e difesa del diritto alla casa

Monica Sgherri*

ancora all’orizzonte il pericolo di carneficina sociale. Proroga parziale del blocco degli sfratti, fallimento del PNRR sull’edilizia economica e sociale non allontanano lo tsunami sociale,

La proroga dell’esecuzione degli sfratti é stata concessa ma in maniera contorta e insoddisfacente. Un respiro di sollievo rispetto alla scadenza del 30 giugno dove, senza ulteriore proroga del blocco degli sfratti, si sarebbe scatenata una vera e propria carneficina sociale. Con un emendamento passato al senato viene cancellato il via libera all’esecuzione di tutti gli sfratti ma non si capisce la ratio che motiva proroghe con scadenze diversa: al 30 settembre per quelli emessi a partire dal 28 febbraio 2020 e al 31 dicembre per quelli emessi a partire dal 1° ottobre 2020.  Rimangono nuovamente escluse dalle proroghe le esecuzioni degli sfratti per fine locazione anche laddove sia entrata la morosità incolpevole: ossia laddove quella famiglia non abbia potuto trovare un alloggio sul mercato privato perché colpita, in conseguenza del Covid, da una forte riduzione di reddito familiare.

Non c’é nella sostanza niente per farci stare più tranquilli: all’orizzonte il pericolo di carneficina sociale è ancora incombente.

Perché, se da una parte si proroga l’esecuzione degli sfratti, dividendo in due il fronte delle famiglie sotto sfratto, -senza però aver ritardato o bloccato l’iter giudiziario per la concessione di sentenze di sfratti esecutivi (per esempio bloccando quelli della grande proprietà)-non un passo avanti é stato fatto per la realizzazione di un piano straordinario casa capace di implementare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica in maniera rispondente al bisogno casa.

Non un piano casa é stato fatto, neanche uno stralcio di piano casa. Nell’immediato futuro o nel futuro a breve termine nessun nuovo alloggio a canone sociale mentre aumenteranno le famiglie senza un tetto sulla testa!

Anche il PNRR approvato segna un vuoto clamoroso su questo capitolo.

L’assenza nella Missione “Inclusione e Coesione”  dell’obiettivo di un incremento di alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, e aggiungiamo a consumo di suolo zero, e che tale voce sia inserita nelle priorità negli investimenti previsti per le  rigenerazioni urbane ci dà la triste conferma che anche questo Se questa é la grave e preoccupante cornice che inquadra il bisogno casa e la mancanza di risposte, per Regioni e Comuni si riconferma uno scenario con insufficienti risorse a disposizione. Ma non possono e non devono sottrarsi al dovere di assicurare un tetto alle famiglie che verranno sfrattate e a quelle migliaia di famiglie che da anni sono in graduatoria comunale per l’assegnazione di un alloggio. E lo possono fare se metteranno a disposizione il patrimonio dismesso pubblico da anni inutilizzato e compatibile con la residenza. Una risposta immediata é possibile a chi non può finire con la propria famiglia in mezzo alla strada.

Ma i Comuni oggi, potrebbero lanciare un appello alla grande proprietà e a tutti gli enti pubblici per la sottoscrizione di un patto solidale che si concretizza con la messa a disposizione di parte dei loro alloggi al bisogno casa e perché no incentivare la loro partecipazione rispolverando quello che fino ai primi anni del 2000 I Sindaci con coraggio facevano: requisire gli alloggi vuoti. Oggi crisi sanitaria per il Covid, crisi economica conseguente sono il contesto che motivano le requisizioni proprio perché le famiglie non possono rimanere senza un tetto pena disordine sociale e rischio sanitario.

Alcune realtà locali si sono mosse in maniera interessante e positiva: Il Comune di Messina sottoscrive un patto per il passaggio da casa a casa, l’Assessore Spinelli della Regione Toscana lancia il patto Comuni Regione per il recupero del patrimonio dismesso.

Qualcosa si muove ma ancora non é sufficiente.

Sul versante della mobilitazione sociale significative lotte vengono portati avanti: a Firenze la rete Resistenza casa ha già organizzato più presidi di denuncia davanti a case vuote con distribuzione di volantini con la nostra piattaforma. Molti I cittadini che si sono fermati e hanno condiviso e solidarizzato con I nostri militanti e grande il rilievo sulla stampa on line.

Ora l’obiettivo per noi e per gli sportelli casa dove operiamo deve essere quello di una campagna di mobilitazione con presidi di denuncia davanti ad alloggi vuoti o sotto Comuni e Regioni per riporre al centro il dramma casa: da ora devono sapere che il dramma dello sfratto non passerà nel silenzio e nell’indifferenza.

Molto possono fare da subito Comuni e Regioni proprio a partire dall’incremento degli alloggi a consumo di suolo zero. Molto possono fare premendo sul Governo per la correzione del PNRR.

Priorità per noi tutti, compagni e compagne che militano nel partito e che militano negli sportelli casa é costruire il fronte di difesa e di lotta perché mai come oggi: passaggio da casa a casa, perché nessuno resti senza casa, perché le case e I soldi ci sono!

*Resp casa, PRC-S.E.

 

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