Rifondazione: Incredibile misoginia di un questionario lombardo sulla disabilità

Rifondazione: Incredibile misoginia di un questionario lombardo sulla disabilità

Ai pazienti e alle pazienti che si presentano al POT di Bollate in provincia di Milano per curare i postumi da Covid 19 e forse anche altre patologie viene presentato un questionario da compilare per stabilire il livello di autonomia della persona nella vita quotidiana. Le abilità indagate e i loro livelli sono 8: capacità di usare il telefono, di fare acquisti, di preparare il cibo, di pulire la casa, di lavare la biancheria, di servirsi dei mezzi di trasporto, di assumere farmaci, di gestire il denaro. Peccato che le domande sul cibo, il governo della casa e il bucato. siano affiancate da un asterisco che chiarisce che queste faccende sono riservate alle donne. Solo le donne devono rispondere Perfino nella certificazione della disabilità lascia un segno pesante la cultura patriarcale che assegna alle donne il compito del lavoro domestico di riproduzione, senza il quale tutta la produzione si fermerebbe La discriminazione è pensata e voluta, perché il questionario riprende e traduce con precisione un testo internazionale relativo all’indice di indipendenza nelle attività strumentali della vita quotidiana ( scala IADL, Intsrumental Activities of Daily Living ) e aggiunge la riserva del lavoro domestico alle donne . Il contesto sanitario dove si perpetua questa discriminazione la rende ancor più insopportabile e anche fuori dalla realtà: chissà a quanti uomini soli sarebbe giusto fare quelle domande per capire quale sia il loro bisogno di cura.
Che Regione Lombardia ritiri al più presto e rifaccia il questionario in modo rispettoso. E’ l’ennesima falla della sanità lombarda. Pensiamo come sempre che vada commissariata, perché smetta di fare danni.
Giovanna Capelli Responsabile Sanità Regionale Lombardia PRC-SE
Rosa Rinaldi Responsabile Sanità Segreteria Nazionale PRC-SE

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