Scheda Primotecs di Maurizio Bertolotto

Situazione aziendale:
La Primotecs è l’ultimo sviluppo della transizione avuta negli anni dalla vendita degli storici stabilimenti della Riv di Villar Perosa (oggi 445 dipendenti) da parte della multinazionale SKF a cui si è aggiunto durante il periodo di proprietà Teckfor lo stabilimento di Avigliana (240 dip.). L’attuale proprietà la tedesca Mutares società di investimenti che rileva attività industriali in crisi per ristrutturarle e venderle continua nella politica di scarico della riorganizzazione sui lavoratori (già si erano avuti tagli dei dipendenti nei periodo precedente) senza prevedere seri investimenti. In questo periodo di pandemia ha deciso di attaccare la contrattazione di secondo livello(dalle maggiorazioni per le ore notturne, il turno notturno, la contribuzione ai costi della mensa e dei trasporti collettivi, i premi per per l’anzianità lavorativa; cose che erano il frutto di antiche lotte e di una altrettanto passata realtà di paternalismo industriale).
Attacco che è stata contrastato ma non fermato nel suo spirito. Questo è stato reso possibile da una realtà sindacale di fabbrica (rsu) collaborativa che è stata anche agevolata dalle divisioni fra lavoratori (chi vicino alla pensione che può sperare che una parte dei ‘risparmi’ possano divenire incentivi all’esodo anticipato, gli impiegati meno colpiti e fra gli operai quelli che non fanno turni notturni). La presenza della Rsa di ALP-CUB non è riuscita per stanchezza e per ruolo marginale assegnatole dalla direzione aziendale (non interessata a nessuna discussione) a aiutare l’organizzazione della lotta e dei lavoratori più combattivi (che avevano bocciato la prima bozza nel referendum seguito ad accese assemblee di solo 22 voti).

Proposte da avanzare
Il partito dovrebbe cercare di invertire sul piano sovrastrutturale sulla divisione dei lavoratori che si sta facendo passare (fra garantiti e non) sottolineando come il costi della pandemia stiano pesando giorni di cassa integrazione ecc.
La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
Nella vicenda sopra accennata nell’accordo finale si prevede un blocco dei licenziamenti nei prossimi 5 anni con un eventuale riduzione dell’orario (tipo partime imposto) dove il lavoro sempre più povero diventa una bene da dividersi.
A fronte di investimenti nei vari settori che porteranno i fondi europei va richiesta da parte di chi li riceverà il rispetto della democrazia anche all’interno dei luoghi di lavoro.
Sempre sul piano sovrastrutturale (ma che dialetticamente reagisce con la struttura come osservava Gramsci) va contestata l’idea che i costi della formazione- riqualificazione dei lavoratori debbano essere a carico del pubblico e dei lavoratori stessi. Nessuno si scandalizza più come faceva Ingrao dell’utilizzo del concetto di esubero per il lavoratore dopo che per anni è stato sfruttato.
La gestione della forza lavoro in un regime capitalistico non può essere razionale (se oggi si professionalizzassero nuovi lavoratori a particolari richieste del mercato non è detto che quando li si saranno ottenuti siano ancora necessari…)

Sindacato
L’utilizzo del referendum sugli accordi è un passo avanti verso la responsabilizzazione dei lavoratori nelle vertenze. Va resa prassi ordinaria.
La presenza di Rsa in aziende deve trovare una tutela non solo tramite il continuo ricorso a sedi legali ma con meccanismi che ne prevedano il riconoscimento fattuale (obbligo di partecipazione alla contrattazione di secondo livello).

Maurizio Bertolotto

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