A Torino si è alimentato l’immaginario dell’estrema destra

A Torino si è alimentato l’immaginario dell’estrema destra

DmitriJ Palagi
“L’agibilità politica delle organizzazioni fasciste e neofasciste è un tema spesso negato dal sistema politico e istituzionale. L’opera piemontese dedicata a Yukio Mishima è chiaramente subalterna all’estrema destra ed è grave che sia stata permessa”
Un’opera imbevuta della retorica dell’estrema destra, a partire dalla scelta di una bandiera che non è quella dell’attuale Giappone, ma quella che fu dell’Impero (una similare è ancora in uso da parte della sola marina militare di quel paese). Una retorica che causa continue tensioni internazionali e rinnova un dibattito che evidentemente Regione Piemonte e Comune di Torino ignorano, o scelgono di ignorare. Questo rappresenta l’opera di Torino dedicata a Yukio Mishima, che sceglie di non concentrarsi sui suoi lavori ma sull’atto del suicidio, di cui alcune realtà politiche si sono appropriate in nome di un “nero come la morte” che potrebbe suonare come slogan infantile, se non fosse proprio indicativo di una galassia pericolosa.
Si può dibattere sul rapporto tra cultura e nazionalismo, o meglio in modo specifico tra alcune figure intellettuali del Novecento e le esperienze storiche che hanno segnato lo schieramento fortunatamente sconfitto durante il secondo conflitto mondiale. Conosciamo la modalità con cui l’estrema destra italiana cerca di mascherarsi da sconfitta della storia, invece che riconoscere come sia erede di chi ha massacrato milioni di vite e sistematizzato la persecuzione di interi popoli, codificando la propaganda su presunte basi etniche e trascinando l’umanità nella barbarie della guerra mondiale.
Abbiamo visto alcune sigle tentare di raccontare un Bobby Sand e un Che Guevara in improbabili ricostruzioni che snaturano completamente le loro storie e vite. Per questo non entreremo nel merito di quello che fascisti e neofascisti scelgono di raccontare di sé. Vogliamo invece denunciare quanto le istituzioni diano agibilità a questa galassia, alimentando l’immaginario in cui cercano di nutrirsi.
Ringraziamo Simone Ciabattoni, consigliere della circoscrizione 4 di Torino in Comune, la Sinistra, per aver saputo rappresentare nelle istituzioni la necessaria presa di posizione rispetto a questa vicenda, giustamente contestata anche dall’ANPI e dal Museo della Resistenza di Torino
La Regione Piemonte deve chiedere scusa alla cittadinanza, mentre il Comune farebbe bene a intervenire, senza limitarsi a alzare le mani, in nome di una qualche impossibilità ad agire. Altrimenti è inutile ragionare di estreme destre e stupirsi che continuino ad esistere in Italia. Se trovano sostegno così aperto da parte delle istituzioni, che evidentemente ignorano del potere evocativo dei simboli e dei loro significati.

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