Rifondazione al fianco delle vittime dell’uranio impoverito. Una lettera dell’ANVUI

Rifondazione al fianco delle vittime dell’uranio impoverito. Una lettera dell’ANVUI

Gregorio Piccin*
La scorsa settimana è morto Marco Diana, 50 anni, ex maresciallo dell’Esercito. Con lui salgono a 381 i morti per esposizione all’uranio impoverito, mentre sono oltre 7500 gli ammalati.
Una strage di Stato prolungata che dura da vent’anni con un muro di gomma eretto da centrodestra e centrosinistra. Un muro per proteggere gli alti vertici militari e indirettamente la stessa Nato che, utilizzando questo maledetto metallo nei suoi proiettili, ha contaminato territori sconfinati in Bosnia, Serbia, Afghanistan e Iraq provocando vere e proprie pandemie di tumori nella popolazione civile.
Nemmeno i 5stelle, che avevano utilizzato la questione dell’uranio impoverito come cavallo di battaglia (tra gli altri No Tav e No F35) incassando consenso, hanno mantenuto fede alle loro promesse.
l’Associazione nazionale vittime dell’uranio impoverito (ANVUI) ha pubblicato recentemente una lettera aperta indirizzata a Debora Serracchiani, Presidente della XI Commissione Lavoro, per chiederle di sbloccare l’iter della proposta di legge seguita all’esito della IV Commissione d’inchiesta parlamentare che già aveva messo in evidenza “sconvolgenti criticità, in Italia e nelle missioni all’estero nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari, che hanno contribuito a seminare morti e malattie”.
Con Pinotti (PD) prima e Guerini (PD) oggi, passando per Trenta (M5S) il Ministero della Difesa ha sempre negato il più possibile e osteggiato la verità e la giustizia, salvo perdere nelle aule di tribunale dove, in oltre 170 casi, è già stato dimostrato il nesso causale tra esposizione all’uranio e gravi patologie.
Nulla hanno mai fatto, del resto, gli esponenti della destra più becera che mentre si rivolgono ai soldati come ad “eroi che servono la patria” si girano dall’altra parte preferendo intrattenere buoni rapporti con gli alti vertici militari.
La recente nomina di Pinotti (definita dall’Associazione delle vittime “figura che da sempre ha avuto un atteggiamento negazionista, ostativo e a dir poco sgradevole sotto il profilo umano e politico”) alla presidenza della commissione Difesa del senato è uno schiaffo a tutti coloro che chiedono verità e giustizia.
Pinotti e Guerini, in cordata con personaggi come Alessandro Profumo (amministratore delegato di Leonardo) e Guido Crosetto (già parlamentare di Fratelli d’Italia nonché presidente della Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza e di Orizzonte Sistemi Navali, una joint venture Leonardo-Fincantieri) sono tra i più attivi promotori/sostenitori dell’industria bellica nazionale considerata oramai uno “strumento della politica estera del Paese”.
La grande maggioranza delle missioni militari, spesso direttamente telefonate da Washington, vengono sempre giustificate con un supposto “interesse nazionale” da difendere o con una supposta “democrazia” da esportare ma l’unico risultato concreto che ottengono sono la chiusura di buoni contratti per l’industria militare e l’offerta di pacchetti di vendita tutto compreso (armi, addestramento e manutenzione) sulla pelle dei soldati, dei contribuenti e delle vittime civili.
La lettera dell’ANVUI che pubblichiamo e che sottoscriviamo in questo senso parla chiaro e ci fa sperare che una nuova consapevolezza si stia diffondendo tra i soldati.
Rifondazione Comunista, dentro e fuori il parlamento è sempre stata al fianco delle vittime dell’uranio impoverito, contro questo sciagurato muro di gomma istituzionale e contro l’uso neocolonialista e anticostituzionale delle Forze armate.
*Responsabile pace, PRC-S.E.
SERRACCHIANI TOLGA IL FRENO A MANO ALLA PROPOSTA DI LEGGE CHE GIACE DA UN ANNO NELLA COMMISSIONE CHE PRESIEDE.
VERITA’ E GIUSTIZIA PER LE VITTIME DELL’URANIO IMPOVERITO!
Egregia On. Serracchiani,
pochi giorni fa, nella Sua veste di Presidente della XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, in occasione della “giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro” ha richiamato il Parlamento “ad esprimere maggiore impegno verso il flagello delle morti bianche e in genere degli incidenti e delle malattie professionali” assegnando a quest’ultimo “il compito di aggiornare la legislazione ai nuovi rischi”.
Quale migliore occasione quindi, proprio in virtù del Suo auspicio a far sì “che non ci siano solo giornate della solidarietà e dei buoni propositi”, per ricordarLe che, fatto stridente, proprio nella Commissione che Lei presiede giace da ormai oltre un anno la proposta di legge a firma del Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati On. Gianluca Rizzo <Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008 n.81 e altre disposizioni concernenti la sicurezza sul lavoro e la tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie professionali del personale delle Forze Armate> presentata il 25 settembre 2019, ancora in attesa di essere incardinata per la discussione che la porterebbe verso l’iter di approvazione finale. Si tratta di una legge auspicata da ormai vent’anni che rappresenterebbe “un momento di svolta” per i 381 deceduti e i 7500 malati di cancro a causa dell’esposizione all’uranio impoverito.
Il trecentottantunesimo, 50 anni, se n’è andato proprio qualche giorno fa. Lo saprà sicuramente, ne ha parlato tutta la stampa nazionale.
Noi del resto abbiamo registrato l’assordante silenzio da parte del Ministro della Difesa e delle Istituzioni.
Ci consenta di farLe notare che su questo tema e quello più generale del lavoro, il suo governo ed il Suo partito sembrano più interessati ai profitti dell’industria che alla salute di chi lavora. Quanta attenzione avete dato e continuate a dare all’industria nazionale della Difesa che considera il ministero competente “un cliente molto apprezzato grazie all’impegno che l’Italia ha espresso negli ultimi 30 anni su tutti i teatri del globo”? Forse che le missioni nelle quali i soldati sono caduti sul campo o deceduti in patria per gravi patologie legate all’esposizione da uranio impoverito sono le migliori vetrine per il made in Italy della difesa?
Abbiamo infatti notato, on. Serracchiani, la sorprendente rapidità con cui il suo governo nella persona del Ministro della Difesa pro tempore On. Lorenzo Guerini, attraverso la così detta norma “G2G” ha soddisfatto le pretese dell’industria di riferimento di trasformare lo stesso Ministero in un “agente di commercio” per i suoi prodotti con l’accondiscendenza degli stessi alti vertici militari che continuano a negarci verità e giustizia.
Egregia presidente Serracchiani, l’on. Gianluca Rizzo rispondendo ad una nostra recente missiva, ci ha assicurato che Le farà pervenire le nostre sollecitazioni.
L’on. Gian Piero Scanu, già presidente della IV Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, nostro presidente onorario, nonché membro del Suo stesso partito, ha recentemente affermato che l’approvazione della legge in oggetto rappresenterebbe “un salto di civiltà”.
Sbloccare, per la parte che Le compete, il percorso verso l’approvazione consentirebbe, egregia Presidente, di dare un senso alle parole da Lei stessa recentissimamente pronunciate, trasponendole in fatti!
Vincenzo Riccio – Presidente Associazione Nazionale Vittime Uranio Impoverito

 


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