Rifondazione: Nè a Milano né altrove, non alla riapertura del centro di detenzione di Via Corelli

Rifondazione: Nè a Milano né altrove, non alla riapertura del centro di detenzione di Via Corelli

Come annunciato nei giorni scorsi il Centro Permanente per i Rimpatri di Via Corelli a Milano (ex CIE) è stato aperto.
Sarà in grado al completo di trattenere 150 migranti colpevoli unicamente di non avere il titolo per restare in Italia.
La riapertura del centro è in perfetta linea con il Patto per l’immigrazione e l’asilo presentato in Commissione europea quanto con le timide riforme ai decreti Salvini che verranno esaminate al prossimo Consiglio dei Ministri.
Rifondazione Comunista, parte integrante fin dall’inizio della “Rete No Cpr”, si considera mobilitata perché non si crei l’ennesimo campo di internamento in Italia.

Sono le leggi che regolano l’immigrazione a dover cambiare e deve essere affermato il diritto a poter restare in Europa. I CPR non potranno mai essere riformabili o umanizzati, sono l’esempio concreto di come si possano spendere risorse per creare sofferenze, esclusioni, violenza, al solo scopo di alimentare il clima d’odio xenofobo nel Paese.

Stupisce la solerzia della giunta regionale lombarda nel rivendicare le sollecitazioni per l’apertura del Cpr a Milano, come se nella regione più colpita dal Covid l’apertura di un vero e proprio lager fosse da considerarsi priorità.
Rifondazione Comunista continuerà a ripetere che l’unica sicurezza è la giustizia sociale e ambientale. Di questo dovrebbero preoccuparsi la Regione e il governo.

Stefano Galieni, Responsabile nazionale immigrazione

Matteo Prencipe, Segretario provinciale federazione di Milano, PRC-S.E.


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