Non ci uniamo al coro di elogi a Draghi

Non ci uniamo al coro di elogi a Draghi

di Maurizio Acerbo*
Non ci uniamo al coro di elogi a Draghi per il quale davvero sarebbe adatta una celebre prima pagina di Cuore. Certo è una soddisfazione che l’ex-presidente della Bce ammetta involontariamente che noi della sinistra radicale avevamo ragione nel contestare le regole europee che ora definisce con un eufemismo “inadeguate”. La svolta sul debito è quella di chi sa che ora al capitale servono massicce iniezioni di denaro pubblico. Infatti tiene a precisare che bisogna fare debito ma per dare soldi alle imprese non per rafforzare lo stato sociale. Colpisce l’assenza di autocritica per il terrorismo economico contro la Grecia e le letterine con cui ha imposto al nostro paese di tagliare sanità e scuola pubbliche, di innalzare età pensionabile, di precarizzare il lavoro. Stucchevole il riferimento ai giovani dopo che quelli come lui li hanno condannati al precariato a vita e a una pensione da fame.
Se poi parliamo di politiche industriali avremmo voluto sentire qualche parola sui risultati fallimentari delle privatizzazioni di cui il crollo del ponte Morandi e l’avvelenamento di Taranto sono due emblemi.
Non ci stupisce il palco da cui ha parlato Draghi, il meeting di Cl cioè del gruppo che ha prosperato su esternalizzazioni e finanziamenti pubblici e che ha avuto in Formigoni l’emblema dell’intreccio trasversale politica-affari. CL già si lecca i baffi immaginando i flussi di risorse pubbliche su cui potranno banchettare. Che la destra plauda Draghi dimostra che sono solo l’altra faccia delle politiche neooliberiste, quella più becera e razzista. E non a caso CL è stata l’anello di congiunzione tra i due poli del neoliberismo italiano.
Comunque visto che hanno scoperto che il debito può essere buono tutti questi amici di Draghi cancellino dalla Costituzione il pareggio di bilancio inserito con voto bipartisan ai tempi del governo Monti.
Visto che ci tengono così tanto ai giovani chiediamo che vengano subito assunti i giovani che mancano e che servono nel settore pubblico – in particolare nelle strutture sanitarie e scolastiche pubbliche – che sono carenti e vecchie rispetto alle medie europee.
*segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

 


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