Covid19 – Locatelli (Prc-Se): il Piemonte non ha bisogno di piccoli Orban ma di cambiare le politiche sanitarie

Covid19 – Locatelli (Prc-Se): il Piemonte non ha bisogno di piccoli Orban ma di cambiare le politiche sanitarie

“In Piemonte non abbiamo bisogno di piccoli Orban che abusano dell’emergenza per avocare a sè pieni poteri. Abbiamo bisogno di amministratori capaci di politiche di fuoriuscita dall’emergenza sanitaria che rimettano in discussione ritardi, manchevolezze, scelte sbagliate di aziendalizzazione e smantellamento della sanità pubblica”, dichiara Ezio Locatelli, segretario di Torino e membro della direzione nazionale Prc-Se.  

Ed ancora:”Tutte le scelte regionali sinora attuate sono risultate all’inseguimento di una situazione che, poco alla volta, è diventata gravissima nonostante le evidenze che si erano manifestate in precedenza nelle altre regioni del nord. Dunque il presidente della giunta regionale Alberto Cirio cominci a dare conto della carenza o mancanza di dispositivi di sicurezza individuale, di personale sanitario, di misure di prevenzione, di strutture sanitarie. Dia conto del progetto assurdo di attuare il trasferimento di pazienti positivi dagli Ospedali alle Rsa, progetto poi rientrato per le molte proteste da parte di associazioni e organizzazioni sindacali. Dia conto dei molti positivi o decessi che si riscontrano nelle Rsa deficitarie, in tutta evidenza, di personale, di servizi sanitari, socio assistenziali, di misure precauzionali di contenimento del rischio sanitario.

Sulla sanità, ancor più sui servizi dedicati ai malati cronici non autosufficienti si sono fatti troppi tagli che adesso producono il loro effetto nefasto. Le indicazioni operative del “protocollo d’intesa” siglato ieri relativamente a ulteriori misure di contenimento Covid19 fa qualche passo in avanti. Occorrerà vigilare perché siano realmente perseguite. Ma non si dica che sono indicazioni in continuità con le prestazioni e le misure di sicurezza sinora vigenti. Altrimenti non ci sarebbero così tanti morti. Vanno riviste tutte le delibere regionali che hanno abbassato gli standard delle varie prestazioni della sanità. Va incrementata la dotazione di personale sanitario qualificato. Va attuato uno sviluppo dei servizi territoriali domiciliari. Per tutto ciò non servono pieni poteri, serve molto più semplicemente volontà politica che finora la giunta regionale non ha dimostrato di avere”. 


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