
Ricordiamo l’affondamento della Kater I Rades, quando gli albanesi erano il pericolo
Pubblicato il 30 mar 2020
Oggi in maniera bipartisan si elogia l’arrivo dei medici albanesi in Italia. Ricordiamo che 23 anni fa il governo Prodi impose il blocco navale all’Albania e che il 28 marzo una nave carica di profughi, la Kater I Rades, venne speronata e affondata da un mezzo della marina militare italiana, la corvetta Sibilla, provocando oltre un centinaio di vittime. Morti rimasti senza giustizia – i comandanti delle due navi vennero considerati responsabili di un “incidente”. Era l’epoca in cui esponenti politici della destra che tutt’ora godono di ampio consenso urlavano “albanesi tutti appesi” e partiti come la Lega facevano manifesti “un voto alla Lega – un albanese in meno”, l’epoca in cui il centro sinistra dichiarava di aver garantito la “sicurezza nazionale”. Gli albanesi allora venivano presentati come un’emergenza e una minaccia. Allora come oggi di fatto pur con discorsi e retoriche diverse destra e centrosinistra convergevano verso politiche di respingimento dei migranti. Nel ringraziare il popolo dell’Albania per la solidarietà Rifondazione Comunista non si unisce alla propaganda di chi preferisce dimenticare. Invitiamo le nostre istituzioni e tutti i partiti a chiedere scusa per la strage della Kater I Rades e per i tanti episodi di criminalizzazione di un popolo intero di cui, in tanti, sono stati responsabili.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, Responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea
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