Il ritorno dell’#Amazzonia (La paura del fuoco nella #crisidigoverno)

Eleonora Forenza

Era il marzo 1989, quando nel ‘congresso dell’Amazzonia’ del Pci, Achille Occhetto incominciò a segare le radici dell’albero, in un percorso di ‘innovazione’ di cui tutti conosciamo le conseguenze.
Oggi l’Amazzonia ritorna prepotente, a ricordarci come sia il #capitalismo e non il #fuoco la causa della deforestazione che sta mettendo a rischio il pianeta.
Quel Bolsonaro, con cui gli attuali leader europei hanno siglato il trattato di libero commercio #Mercosur, rivendica per sè la possibilità di fare quanto già accaduto in Europa: deforestazione, per fare spazio all’agribusiness.
Sappiamo essere radicali, quando si parla dell’Amazzonia. Sappiamo nominare quella parola così old-fashioned, capitalismo. Sappiamo andare alla radice dei problemi senza ‘paura’ di essere considerati ‘irresponsabili’.
Poi invece suonano le campane della realpolitik, che producono il febbrile riflesso a voler partecipare a tutti i costi a una partita a #risiko a cui non siamo stati nemmeno invitati. Ma ci va bene anche il ruolo di commentatori o tifosi pur di partecipare. E allora vai, trasformiamo la paura del fuoco di Salvini nell’unico sentimento responsabile. Per la precisione non del fuoco di Salvini, ma del consenso popolare a Salvini misurato dai sondaggi, insomma del voto.
Diamoci al tifo indicando il dovere degli altri (che per i nostri c’è tempo): viva il governo Pd-M5S! Decidiamo che per spegnere l’incendio Salvini vadano bene #pompieri #piromani: #Conte (sì Tap, sì Tav, sì decreti sicurezza), Casalino, Di Maio, Di Battista, #Gentiloni (viva la Nato), #Minniti (più lager, meno sbarchi), l’onestah repressiva che torna a riempire le carceri. Per non parlare dell’autonomia differenziata (Gentiloni, Bonaccini) e del taglio dei parlamentari, delle mani di Taverna sulla Costituzione. Ci sentiamo in dovere di distinguere tra liberismo e liberismo, senza contemplare la logica conseguenza che a quel punto il bivio sarebbe uno soltanto: ci trasformiamo in un correntone esterno o interno al Pd?
Addirittura si sono appalesati i marxisti per #Orsola, intesa non solo come nuova maggioranza parlamentare a la Prodi, ma proprio come futura Presidente della Ec che, bontà sua, vuole destinare milioni di euro pubblici per finanziare le multinazionali made in Europe per vincere nella competizione globale.
Compà, Salvini non si vince con la paura, perché è con la paura che Salvini costruisce il suo consenso e fa politica.
Restituiamo rappresentatività al Parlamento con una legge elettorale #proporzionale, certo. Ma soprattutto torniamo a spendere quella parola, responsabilità, verso la nostra funzione storica: ridare forza (e dignità) a un progetto anticapitalista, femminista, ambientalista. Casa per casa, strada per strada, lotta per lotta.
Che i comunisti e le comuniste che hanno paura del popolo, che sentono il dovere del commento e non della proposta e dell’organizzazione, meritano di scomparire. E certo non salveranno l’Amazzonia.

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