Processo Condor a Roma: finalmente un po’ di giustizia!

Si è chiuso a Roma il processo d’appello contro alcuni dei responsabili civili e militari del famigerato “Plan Condor”. Come si ricorderà il “Plan Condor”, con l’auspicio di Washington, fu il coordinamento delle dittature latino-americane degli anni ’70 e ’80 (in particolare del Cile, Argentina, Uruguay e Bolivia) per lo sterminio degli oppositori politici. Grazie a questo criminale accordo, gli oppositori erano sequestrati, torturati, e fatti scomparire nei diversi Paesi, da squadre “miste” delle forze repressive latino-americane. Tra le vittime, sono molte quelle di origini italiane.

A 20 anni di distanza dalle prime denunce dei familiari delle vittime alla Procura di Roma, finalmente l’Italia risponde positivamente alla loro richiesta di giustizia e verità. Su 27 imputati alla sbarra, la prima Corte di Assise di appello di Roma ha condannato all’ergastolo 24 responsabili, ribaltando la sentenza di primo grado del 2017 che aveva visto solo 8 ergastoli e 19 assoluzioni.

Tra i condannati più emblematici c’è Jorge Nestor Fernandez Troccoli, militare uruguaiano di origini italiane. All’epoca dei crimini, Troccoli era capitano del servizio segreto della marina uruguaiana (S2), dove era conosciuto come «el torturador». Nato a Montevideo il 20 marzo 1947, passaporto italiano dal 2002, grazie alla sua doppia nazionalità (e ad amici potenti) alla vigilia di un possibile arresto, Troccoli fuggì dall’Uruguay per nascondersi tra Marina di Camerota e Battipaglia. Nonostante l’assoluzione in primo grado, in appello hanno pesato le prove schiaccianti per gli omicidi contestati, tra cui quelli degli italo-uruguaiani Raul Borrelli, Yolanda Casco, Edmundo Dossetti, Raul Gambaro, Ileana Garcia, e Julio D’Elia.

Nell’esprimere soddisfazione per la sentenza, il PRC ricorda che da troppo tempo l’Italia si è trasformata in un rifugio dorato per diversi criminali latino-americani. Uno di loro, l’ex-tenente colonnello argentino Carlos Luis Malatto, è stato recentemente scovato in vacanza in un residence siciliano vicino Messina, da cui ha fatto perdere temporaneamente le proprie tracce.  Come mai il nostro Paese è luogo di latitanza o soggiorno per criminali in fuga ? Quale sistema di rapporti più o meno occulti  appoggia e copre la loro presenza ?

La difesa di alcuni imputati ha fatto sapere che ricorrerà in Cassazione contro questa sentenza che auspichiamo verrà confermata. Il PRC-SE fa appello ai propri militanti, ai sinceri democratici ed agli antifascisti a vigilare e mobilitarsi affinchè i criminali responsabili di efferati delitti siano condannati. Ancor di più in questi tempi di pericolosi arretramenti, è importante non cedere neanche di un millimetro.

Rifondazione Comunista rende omaggio all’ostinazione ed al coraggio dei sopravvissuti, dei familiari degli scomparsi e di quanti si sono sempre battuti contro l’impunità.

MEMORIA, VERITA’ E GIUSTIZIA !!!

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – SINISTRA EUROPEA

Roma 9-7-2019

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