Questione Meridionale, sogno o realtà.  Chi difenderà il Sud?

Questione Meridionale, sogno o realtà. Chi difenderà il Sud?

Antonio Bianco*

Tutto ha inizio nel settembre 2018.

Sento parlare dell’Autonomia Regionale Differenziata e del libro del giornalista del Mattino Marco Esposito “Zero al Sud”. Il tema mi incuriosisce e con un amico partecipiamo a gennaio 2019 ad un incontro con l’autore, acquisto il libro ed un mondo sconosciuto si apre davanti a me.

Incredulo mi informo, leggo il libro del Prof. Viesti “La Secessione dei Ricchi”, noto la stretta relazione con la Questione Meridionale. Intercetto le interviste di Giannola, Presidente dello Svimez, e sfoglio le slide, leggo la relazione 2018 sul Sud. Risulta evidente l’attacco ferale all’Unità e alla coesione Nazionale, è una chimera la solidarietà verso i territori più poveri ed a minore fiscalità. Sul sito del Ministero degli Affari Regionali e delle Autonomie vengono pubblicate le tre bozze dei progetti di Autonomia Regionale Differenziata presentati dal Veneto, dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, avvallati dal Governo Gentiloni, con i quali le Regioni gestiranno, in via esclusiva, e non più concorrente con lo Stato, le materie indicate nell’art. 116 e 117 della Costituzione. Oltre al fatto che i 9/10 dei tributi, sin ad ora versati allo Stato centrale e indispensabili per il funzionamento delle nuove competenze e della dotazione organica, rimarranno nelle casse dei detti territori. Nulla è previsto per le Regioni Meridionali, nulla si dice del divario economico e sociale rispetto al Centro-Nord, il tutto giustificato dal fatto che il Sud è incapace di amministrare le risorse, dedito allo spreco ed al mal affare, e come affermava Zaia “il Mezzogiorno popolo di cialtroni e fannulloni”. Tesi e teorie variamente formulate e che nei primi del ‘900 trovarono conferma negli scritti di Cesare Lombroso ed altri autori, il quale, dai tratti somatici dei Meridionali, li definiva con tali parole: “i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori dei semibarbari o dei barbari completi, per destino naturale”.

Non solo pregiudizio ma vera e propria razza inferiore, palla al piede della “virtuosa ed industriosa” classe politica ed economica del Nord. Pensieri ed atteggiamenti covati sin dall’Unità d’Italia ed oggi sfociati nella richiesta del regionalismo differenziato, operato senza l’attuazione della Costituzione che consentirebbe a tutti gli italiani, presenti su ogni zolla del nostro territorio, di godere ed esercitare identici diritti.

Oggi non è così, i dati dello Svimez fanno drizzare i capelli, la relazione del Governatore della Banca d’Italia ammonisce che la mancanza di investimenti pubblici al Sud non consentirà all’intero paese di ridurre il debito pubblico. I continui richiami di Mattarella alla coesione Nazionale ed alla solidarietà verso i più deboli mostra la pericolosità del Contratto di Governo divisivo, e non inclusivo, su vari temi programmatici quale il punto 20 che prevede, tout court, l’avvio del regionalismo differenziato a prescindere dall’attuazione del principio di solidarietà a favore del Mezzogiorno. Atti e fatti che stridono con il tema scelto per il 2 giugno, la festa della Repubblica, l’inclusione. Pura retorica, priva di qualsiasi riscontro con la realtà, smentita dallo Svimez nella relazione del 2018 riguardante la migrazione e gli investimenti pubblici nel Sud, di seguito ne elenco alcuni:

Migrazione

a)       fra il 2012 ed il 2016 circa 780 mila giovani di cui 220 mila laureati;

b)       nel 2016 circa 115 mila persone si sono recate al Centro Nord per curarsi;

c)       nel 2045 saranno migrate dal Mezzogiorno circa 5 milioni di persone, spopolamento simile a quello degli inizi del 1900;

Spesa pubblica allargata

d)       negli ultimi anni sono stati versati al Nord 61 miliardi per la spesa pubblica allargata, in quanto il calcolo è stato fatto sulla spesa storica penalizzante per il Sud, dotato di servizi pubblici insufficienti;

e)       mancano gli asili nido e le mense per il tempo prolungato, i trasporti sono un sogno. sempre zero al Sud, tanto sono “fannulloni e cialtroni”.

L’elenco potrebbe continuare all’infinito senza soluzione di continuità e non credo che tutto ciò possa definirsi inclusivo per il Mezzogiorno.

L’inclusione è ben altra cosa ed è indicata dai principi della Costituzione negli artt. 2, 3, 5 e seguenti, mentre il Governo Lega-M5S preme per l’applicazione immediata del regionalismo differenziato partendo dalla spesa storica che lascia il Sud immobilizzato nel fango. Non vogliono definire i  fabbisogni standard ed i Livelli essenziali di Prestazione dei diritti civile e sociali né vogliono finanziare integralmente il fondo di perequazione per i territori a minore fiscalità. Vogliano partire dallo stato dei fatti ed in corso d’opera applicare i criteri disciplinati dalla Costituzione. Fatto confermato dal Prof. Massimo Villone in un suo editoriale del 3 giugno 2019 su Repubblica dal titolo evocativo: “Autonomia, colpo all’Italia”

Non posso accettare l’attacco iniquo, sperequato ed estrattivo di risorse operato nei confronti del Sud e inflitto, non solo, dall’autonomia regionale differenziata che romperà l’Unità e la coesione Nazionale.

Mi sarei aspettato un’azione vigorosa di tutti i partiti, una levata di scudi, incluso il PRC ed i sindacati. Un’azione che avesse coinvolto il nostro partito a difesa del Sud e dell’Unità d’Italia, non in chiave identitaria o, come sul dirsi, neo borbonica, ma rimettendo al centro dell’agenda politica la Questione Meridionale, intimamente legata al regionalismo differenziato ed al divario socio-economico e culturale con il Centro-Nord, ampliatosi ulteriormente nell’ultimo ventennio e che, oggi più che mai, potrebbe determinare l’abbandono di venti milioni di persone al loro ingrato destino. Ho atteso con ansia la mobilitazione Nazionale del PRC in ogni luogo ed in ogni piazza con banchetti e manifestazioni ma nulla è accaduto, salvo qualche flebile vagito.

Varie volte, sia nei CPF e nel CPR, nonché con miei articoli pubblicati dal sito Nazionale del PRC, ho sollecitato un intervento forte anche da parte del nostro piccolo Partito, quale noi siamo, ma ho potuto costatare solo timide azioni, sempre a carattere locale.

Non potevo rimanere in silenzio, agli inizi di febbraio 2019 ho ritenuto opportuno attivarmi con altri compagni ed amici per la costituzione del Comitato Gaetano Salvemini, organismo plurale e democratico, antifascista, antiliberista, ecologista e radicale formato da individui di diversa estrazione sociale, culturale e politica nel quale, con adesione personale, sono confluiti persone iscritte al M5S, al PD a RC, il club Napoli di Cercola e persone della società civile. Ci confronteremo con tutti coloro che vogliono contrastare il regionalismo differenziato e che si riconoscano nei valori e nei principi della Costituzione. Non accetteremo alcun confronto con la Lega ed i fascisti.  Abbiamo votato lo Statuto ed il Manifesto, ci siamo dotati di un’organizzazione snella ed orizzontale con due co-coordinatori, primus inter pares, al fine di favorire la più ampia partecipazione, rendendo ogni componente del Comitato attore e non solo spettatore. Ad ogni membro del Comitato è stato assegnato un compito afferente alle proprie abilità e competenze. Abbiamo stretto ottimi rapporti con il Sud Conta, con l’USB e l’Unione Mediterranea nonché con il Comitato No Autonomina Differenziata, firmato appelli ed aderito ad altri eventi di rilievo Nazionale. La nostra azione è stata indirizzata, primariamente, allo studio del tema da un punto di vista giuridico, economico e sociale con un focus particolare sulla questione Meridionale, intimamente connessa con il Regionalismo differenziato.

Siamo stati invitati a vari incontri e dibattiti a Cercola, a Quarto, a Ercolano ed abbiamo organizzato un incontro/dibattito a Sant’Anastasia con la partecipazione, fra gli altri, del Prof. Massimo Villone. Altre iniziative sono in Programma a Palma Campania ed a San Giorgio a Cremano. Continueremo la nostra lotta tesa ad unire e non dividere l’Italia e pretendiamo che sia data piena e completa attuazione alla Costituzione unitamente al regionalismo differenziato e, contemporaneamente, a tutti i pesi e misure che lo rendano equo e solidale. Parteciperò il 10 giugno 2019, quale coordinatore, insieme ad altri membri del Comitato Gaetano Salvemini, alla Commissione Cultura del Comune di Napoli su invito della Presidente l’Avv. Elena Coccia che ringrazio e si parlerà della Sanità. Il Comitato Gaetano Salvemini vuole praticare scelte chiare ed autonome, ove ognuno possa riconoscersi quale cittadino italiano che goda di identici diritti. Non vogliamo togliere beni e servizi al Nord ma vogliamo contrastare l’emorragica perdita del capitale umano del Sud dovuta alla migrazione forzosamente finalizzata ad assicurare a se ed alla propria famiglia una vita dignitosa. Non divisione, ma unità coniugata con la solidarietà, questo è l’orizzonte del Comitato Gaetano Salvemini. Questi sono i presupposti che potrebbero rendere l’Italia più forte, equa e che non lascia nessuno indietro, mai contro ma sempre a favore della persona umana.

*Il documento è stato recepito il 4 giugno 2019 dal CPF di Napoli ed inserito a verbale.


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