
Dal mega centro alla deportazione, ecco la “pacchia” del Viminale
Pubblicato il 22 gen 2019
di Maurizio Acerbo e Stefano Galieni, segretario nazionale e responsabile Immigrazione di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea -
Con un blitz militare centinaia di richiedenti asilo, molti nuclei familiari, ospitati nel CARA di Castelnuovo di Porto, nei pressi di Roma sono stati smistati e deportati in diverse località italiane. Sembra, ma le informazioni sono ancora incomplete, che i nuclei familiari resteranno uniti mentre coloro che hanno unicamente la “protezione umanitaria” (circa 150) in applicazione della Legge Salvini perdono anche il diritto all’accoglienza. Non difendiamo un modello di accoglienza fondato sulla concentrazione di troppe persone in un unica struttura in cui per anni si sono susseguite proteste e disagi. Consideriamo le deportazioni la messa in pratica delle dichiarazioni nazistoidi che dal governo e dal parlamento continuamente si susseguono. Chi ha provato ad accogliere realmente, come il sindaco di Riace Domenico Lucano, oggi è esiliato, chi non ha avuto altre alternative che restare in un enorme centro oggi è spostato come un pacco o gettato perché di troppo. Essere dalla parte di Lucano, dei deportati e opporsi, se le voci saranno confermate, alla trasformazione del CARA di Castelnuovo in un centro di detenzione è nostro compito politico.
22 gennaio 2019
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