DIBATTITO / Fare chiarezza ascoltando i territori

Giulia Carpignani

Carissimo Segretario nazionale,

da quando hai assunto la Segreteria del Partito ci hai abituati a delle prese di posizione chiare, pregnanti, che pongono dei distinguo ma mai delle divisioni, semmai delle nuove aperture nei confronti di chi condivide con noi la lotta alla barbarie portata dalle politiche neoliberiste. Di chi condivide, non di chi è identico a noi. In questo momento in cui nel Partito regna una confusione rabbiosa e autolesionista ti chiediamo di ricoprire ancora una volta questo ruolo, di ribadire i valori della pluralità e della condivisione chiudendo con fermezza la fase delle recriminazioni e delle accuse verso Potere al popolo (che tengono bloccato il Partito in una situazione oltremodo pericolosa) per aprirne un’altra.

Non ti chiediamo certo di nascondere problemi, contrasti, divergenze che anche noi abbiamo vissuto operando sul territorio; tutt’al contrario ti chiediamo di approfondirne il significato, di leggere le cose per quello che sono, senza acrimonia e polemiche sterili, al fine di procedere oltre. In particolare non mettiamo minimamente in dubbio la veridicità e la gravità di quanto ci viene detto sia avvenuto nel Coordinamento nazionale, ma diciamo anche che era tutto ampiamente prevedibile e che in ogni caso questo non intacca il significato, il ruolo, la libertà di azione del PRC come partito, visto che Potere al popolo è un’associazione che ammette solo adesioni individuali e che Rifondazione ha dichiarato fin dall’inizio di non volersi sciogliere. Perché dunque queste reazioni così scomposte? Non vogliamo addentrarci in dietrologie tortuose, ma dubitiamo che all’interno del Coordinamento nazionale di Pap distacco dalla base del movimento (intendendo sia la base degli iscritti PRC, sia di coloro che a Rifondazione non sono iscritti) e personalismi abbiano giocato un forte ruolo negativo. La base non è stata mai consultata prima delle decisioni più significative.

E’ invece alla base, ai territori che crediamo si debba guardare soprattutto in questo momento, perché è là che – pur fra difficoltà – sono spesso nati e cresciuti dei progetti, delle sinergie, delle attività comuni (fra iscritti e non iscritti al PRC) che meritano il rispetto di tutti e che la parola d’ordine di non votare lo statuto, giunta ad una settimana dall’invito pressante ad aderire in massa a Pap, ha messo invece in grave pericolo. Come ci si dovrà regolare d’ora in poi all’interno delle assemblee territoriali di Pap? In questi giorni ogni iscritto, ogni circolo, ogni federazione è stato lasciato solo a navigare a vista nel tentativo di non sfasciare il poco o tanto che si era costruito.

Proprio perché operiamo sul territorio ti chiediamo quindi una parola di chiarezza che ci aiuti a proseguire sia come iscritti a Rifondazione, sia come aderenti a Pap. Sì, perché ormai le adesioni ci sono state e quindi questa distinzione di ruoli è presente nei fatti. Un tuo intervento in questo senso che distingua i due fronti e li veda entrambi come fronti operativi per gli attivisti, non frammenterebbe il Partito (che ospita già un arco variegato di posizioni: chi ha aderito a Pap e chi no, chi avendo aderito ha votato e chi no, eccetera), al contrario darebbe pari dignità a comportamenti che sono stati diversi ma tutti ugualmente motivati.

Speriamo di essere ascoltati. Speriamo anche che questa fase si chiuda al più presto senza lasciare troppi morti e feriti sul campo e che si inizi a lavorare seriamente in vista delle elezioni europee, un appuntamento cruciale per noi, rispetto a cui abbiamo il dovere di attivarci senza aspettare pronunciamenti improbabili di chicchessia.

 

* Condiviso dalla Segreteria della Federazione di Asti, con l’approvazione della maggioranza del CPF

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