Manovra. Sul fisco politiche inaccettabili, sulle pensioni quota 100 è meglio della Legge Fornero ma si continuano a penalizzare donne e giovani.  Nulla sull’occupazione mentre continuano tagli e privatizzazioni.

Manovra. Sul fisco politiche inaccettabili, sulle pensioni quota 100 è meglio della Legge Fornero ma si continuano a penalizzare donne e giovani. Nulla sull’occupazione mentre continuano tagli e privatizzazioni.

di Roberta Fantozzi –

Ovviamente stiamo aspettando il deposito della Legge di Bilancio, ma quello che emerge è che il si fa un nuovo mega condono in un paese in cui la sola evasione fiscale, al netto di quella contributiva, è di oltre 100 miliardi l’anno.
Nessun beneficio per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti su cui si scarica gran parte del carico fiscale, mentre si fanno nuovi sgravi alle imprese.
Ribadire l’obiettivo della Flat-Tax inoltre, pur limitandosi oggi ad un innalzamento del regime forfettario, significa ribadire un obiettivo di enorme iniquità: se davvero dovesse essere realizzato come il governo dice di voler fare, provocherebbe un ulteriore gigantesco aumento delle disuguaglianze, sia direttamente per il taglio delle imposte ai più ricchi, che indirettamente per i tagli del welfare.
In generale sul fisco, occorrerebbe fare l’opposto di quello che il governo fa: riportare tutti i redditi dentro la progressività dell’imposizione fiscale, e colpire le grandi ricchezze, con una patrimoniale sul 5% più ricco della popolazione, che da solo possiede il 40% della riccheza.

Sulle pensioni, quota 100 è certamente meglio della legge Fornero, tra le peggiori controriforme del dopoguerra, ma non basta e non corrisponde alla sua eliminazione: in particolare restano colpite le donne che non arrivano quasi mai ai 38 anni di contributi, e il giovani precari, anch’essi penalizzati dalle carriere lavorative discontinue.

Il reddito si configura come una misura per obbligare ad accettare qualsiasi lavoro, simile alle famigerate leggi Hartz IV in Germania. Stiamo inoltre aspettando di capire se davvero saranno destinati alle imprese che assumono i soldi del reddito: con il che lo stato pagherebbe i salari dei lavoratori al posto di chi con quel lavoro fa utili e profitti!

Le risorse sul lavoro pubblico sono risibili, insufficienti sia per il rinnovo dei contratti che per un piano di assunzioni, in un paese in cui molti servizi sono a rischio di chiusura ed in cui mancano almeno 2 milioni di assunti per avere lo stesso rapporto tra abitanti e lavoratori che hanno Francia e Inghilterra.

L’aumento degli investimenti pubblici è infine davvero poca cosa, mentre continuano tagli pesanti e si prosegue con le privatizzazioni, che restano fissate a 5,5 miliardi l’anno. Non ci pare ci sia traccia di tagli alla spesa militare.

La nostra opposizione è opposta a quella di chi, come il PD ha portato il paese in questa situazione e continua a rivendicare quelle politiche di austerità che si sono tradotte nell’approvazione della sciagurata legge Fornero, e nel continuo peggioramento della situazione di chi ha di meno. E’ un’opposizione che lotta perché si prendano i soldi a chi ce l’ha – come fanno in Spagna- e si persegua una vera svolta nel segno dei diritti del lavoro e di un reale contrasto alle disuguglianze.


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