DIBATTITO / Dovremmo dire che siamo indignati, ma è ben poca cosa.

Antonio Bianco, Pasquale Murone ed altri.

In questo momento così grave regna il disorientamento e la mancanza di un punto da dove ripartire. Il deficit di discussione sulla costruzione di Potere al Popolo, che si protrae da moltissimi mesi, crea diffidenze e malumori e pone seri dubbi sul concetto di democrazia nel nostro Partito, senza inerpicarci nelle dinamiche interne di Potere al Popolo.

Oggi ci interessa parlare di noi, è da qua che vogliamo ripartire, senza lo studio, l’analisi e condivisione del progetto politico di Potere al Popolo non possiamo, a nostro avviso, proporre un aggregato convincente all’elettorato italiano ed europeo.

Un vuoto di democrazia che ha portato il Partito, se ancora esiste!!! a ripiegarsi su sé stesso ed a fuggire da qualsiasi confronto democratico, fatto di sane discussioni e di scelte condivise sui contenuti e forma del soggetto politico Potere al Popolo. Non vi è stato un dibattito, almeno sintetico, sulle modalità e sui criteri di scelta dei componenti del Coordinamento Nazionale, definito provvisorio, né vi è stato un confronto sui tempi, sui contenuti e sulle modalità della discussione, né sui punti ritenuti non negoziabili da esaminare nel Coordinamento. Non sarebbe stata una spartizione di posti di “potere” ma il coinvolgimento dei compagni in una discussione franca, aperta e plurale ove ognuno avrebbe potuto arricchire il progetto e non affossarlo. Non avevamo un’altra strada, tutte le altre erano precluse, rinchiusi nella nostra nicchia di presunto potere, senza altri sbocchi o proposte credibili.

Se non bastasse poco prima dell’inizio delle votazioni del/degli Statuto/i stabilita per il giorno 6 c. m., alle 22,50 del 5/10 arriva un post su whatsapp che invitata i compagni a non partecipare al voto e di informare, con qualsiasi mezzo, anche gli altri della decisione a firma del Segretario Nazionale.

Messaggio non solo improvvido e surreale, in quanto avevamo sudato le proverbiali sette camicie per convincere i compagni a partecipare alla votazione e versare i 10 euro per la registrazione sul sito, ma anche senza tener in nessun conto il compagno come persona pensante e capace di fare scelte concrete e obbiettive, non un burattino nelle mani dei dirigenti Nazionali del Partito.

Non siamo burattini, ma persone che hanno commesso l’errore di fidarsi ed affidarsi senza una preventiva discussione sui fatti, proposte, obbiettivi e finalità politiche.

Vogliamo ripartire da noi, dal tipo di democrazia che vogliamo praticare nel Partito, senza questo chiarimento penso che molti di noi, già pochi, lasceranno a malincuore.

La democrazia impone la condivisione di un progetto esaminato, discusso ed approvato, sin dalle prime fasi, dai compagni che militano nei Circoli e nelle Case del Popolo.

Auspichiamo che tutto questo sia ancora possibile e non rappresenti un sogno irrealizzabile.

 

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