Non è dolce morire per la patria

Non è dolce morire per la patria

Lo diciamo senza giri di parole: “verso la vittoria”, il ciclo di conferenze per le scuole sulla prima guerra mondiale che comincia il 28 settembre alla prefettura di Pavia, è un’iniziativa di propaganda militarista.

Contro i principi base della didattica, il dibattito storiografico sugli eventi bellici sarà del tutto ignorato, e agli studenti verrà presentata una sola interpretazione dei fatti, quella delle forze armate, l’attendibilità scientifica dei cui uffici storici è stata più volte messa in discussione da studiosi autorevoli, con argomenti molto solidi. Per un esempio si può vedere l’articolo di Nicola Perugini “I carabinieri rileggono il colonialismo fascista”, apparso su Internazionale, da cui emerge che l’ufficio storico dei carabinieri si sforza tuttora di minimizzare le responsabilità dell’arma per i crimini di guerra commessi dall’Italia, a volte riproponendo acriticamente i toni e le giustificazioni della propaganda dell’epoca. Non ci aspettiamo che le azioni dei carabinieri in trincea verranno raccontate con obiettività maggiore.

Andrebbe invece raccontato che durante la folle stretta repressiva ordinata da Cadorna, i carabinieri sparavano alle spalle delle prime file di soldati – loro connazionali – che si rifiutavano di rischiare la vita uscendo all’assalto. Andrebbe raccontata la totale imperizia dello stato maggiore dell’esercito, che mandò al massacro la massa enorme dei proletari e dei contadini al fronte: su tutto questo si veda da ultimo il libro di Alessandro Barbero, Caporetto.

Promuovendo quest’iniziativa di concerto con Assoarma, il prefetto Visconti ha fatto una scelta ideologica precisa: ha ribadito che la narrazione istituzionale della grande guerra coinciderà ancora una volta con il punto di vista delle forze armate. Il ciclo di conferenze è curato dal presidente di Assoarma Angelo Rovati e da Paola Chiesa, insegnante all’ipsia di Pavia ma anche segretaria cittadina di Fratelli d’Italia!

Tra i relatori chiamati a parlare, non ce n’è uno che rappresenti la storiografia laica.

Noi quindi invitiamo studenti e insegnanti delle scuole di Pavia alla diserzione: queste conferenze in prefettura vanno disertate e criticate pubblicamente.

Marc Bloch, grande storico e partigiano fucilato dai nazisti nel 1944 mentre partecipava con un ruolo di prim’ordine alla resistenza francese, ci ha insegnato che conoscere la storia significa saper interpretare il succedersi dei fatti con metodo critico, e non accettare il racconto imposto dai governanti. È questo metodo critico che bisogna apprendere. E se si vuole parlare della prima guerra mondiale nella letteratura europea, meglio allora leggere i war poets inglesi, o i surrealisti francesi, che dopo aver vissuto la trincea, hanno dedicato la loro opera al rifiuto della guerra.

 

C. Spairani

circolo Anpi Onorina Pesce Brambilla Pavia


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